Laguna di Venezia: ecco qual’è il particolare che sembra essere saltato agli occhi degli studiosi. I dettagli a tal proposito e cosa si sta cercando di fare per risolvere la questione.
Sotto la Laguna è apparsa quella che sembra come una sorta di isola, ma molto inusuale. Una novità che ovviamente è stata subito notata dai residenti e che desta timore negli studiosi. Quello che c’è da sapere e l’importanza di alcuni interventi.
Come accennato poco fa sembra essere apparsa sotto la Laguna un qualcosa che appare come un’isola.
Di solito una peculiarità delle lagune è quella correlata alla presenza di terreni che hanno una forma essenzialmente appiattita. Questi spazi vengono definiti col termine barena e, generalmente, vengono letteralmente sommersi dalla marea.
Nel momento in cui la visibilità di questi isolotti è totalmente chiara, su di essi si possono vedere nettamente dei manti di colore verde, coperti da una vegetazione basata prettamente sull’erba che appare molto forte e fitta.
Questo è ciò che si vede e che fa supporre ciò che abbiamo appena descritto. Ma quando poi si percorre a piedi, ci si rende conto che in realtà non è così come sembra.
Nello specifico c’è un tratto preciso della Laguna di quella città italiana che è considerata come una tra le più romantiche e belle del territorio italiano.
In questo caso si fa riferimento soprattutto a un’angolazione inerente la laguna Nord della città veneta, ovvero un punto che include Burano e Torcello.
In tal punto soggiorna frequentemente un gruppo costituito da fenicotteri, ma non è l’unico a fermarsi in questo punto preciso di Venezia. Infatti lì sono presenti pure ulteriori categorie di animali volatili.
Questa zona della barena è costituita da un tipo di terreno intatto e perfettamente pulito, ma quando ci si appresta ad avvicinarsi e a percorrerlo, ci si accorge subito che c’è uno strato sottostante costituito da bottiglie plastificate. Quest’ultimo si va ad ampliare per centinaia di metri quadri.
Il problema collegato al fattore della plastica c’è praticamente da quando la plastica stessa esiste. In modo particolare ci si riferisce a questo genere di materiale nella versione monouso.
Ma la tipologia di terreni denominati come barene, perché mostrano quest’ulteriore strato caratterizzato proprio da questa tipologia di bottiglie?
In pratica si tratta di un paio di elementi che si connettono fra di loro, ossia la conduzione riguardante i rifiuti della città lagunare e un’attività di carattere antropico.
La città di Venezia a causa della sua struttura a livello geografico, dispone di un metodo direttivo piuttosto complesso.
Inoltre malgrado si sia cercato di rimediare, il problema continua a perdurare.
Ecco perché poi questo tipo di terreno continua a riempirsi di accumuli di plastica. Rifiuti che sono costituiti da cose e forme differenti e che si creano per via dei passaggi turistici, che vanno totalmente a cozzare con l’area veneziana ogni anno.
Ci sono svariate associazioni oltre a volontari e privati che cercano di ripulire la zona da questi rifiuti plastificati, ma purtroppo non bastano per la soluzione definitiva di questo problema che affligge la zona lagunare e i suoi cittadini.
Difatti bisognerebbe ricevere l’intervento in questo senso da parte di molte più persone, rendendo assai più ampio il sostegno molteplice da varie associazioni e da singoli individui.
Il territorio lagunare di questa città è occupata da una fauna molto speciale. Infatti ci sono vari generi di uccelli e alcuni di questi risultano tutelati. Questi volatili vanno a soggiornare in zona in determinati periodi dell’anno.
Un aspetto da tener presente è che frequentemente le loro uova si trovano al di sotto dell’erba che si va a calpestare. Ne consegue quanto sia rilevante percorrere tali terreni non da soli, ma con l’assistenza di specifiche associazioni come, per esempio, Legambiente.
Così da non provocare danneggiamenti che, invece, in tal modo si possono evitare.
I fattori derivanti dall’inquinamento che si viene a creare a Venezia, vengono in ogni caso controllati da vari enti e centri di ricerca a livello nazionale, che difatti si occupano di questo tipo di monitoraggio.
Spesso si organizzano delle raccolte di rifiuti che vengono chiamate col termine clean-up, realizzate nell’area cittadina di Venezia e nei punti lagunari.
Operazioni che si svolgono anche per togliere i rifiuti di genere marino. Una tipologia di attività che sono presenti sul nostro territorio già da diversi anni e che si stanno sempre più ampliando. Questo per via del fenomeno che si sta incrementando in forma maggiore, andando quindi a causare delle situazioni di emergenza.
Se solo si pensa alla percentuale di rifiuti di tipo marino che sono stati trovati sulle spiagge dei litorali italiani nell’arco di tempo tra il 2015 e il 2017, ci si può rendere conto di quanto il problema sia serio. Una media di rifiuti basata su ben 415 rifiuti ogni 100 metri.
Il rifiuto che si trova con più frequenza è composto proprio dal genere di plastica nella variante monouso. Un fenomeno realmente allarmante che si dovrebbe cercare di risolvere con più interventi. Un fenomeno che dovrebbe trovare una soluzione definitiva che però sembra essere sempre più lontana. Importante in tal senso è non arrendersi e andare avanti attraverso interventi sempre più mirati.
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