Laika nello spazio: la verità sul cane che venne mandato in orbita dai russi

Laika

[didascalia fornitore=”ansa”]La cagnolina Laika fu il primo essere vivente a essere lanciato nello spazio il 3 novembre del 1957 a bordo dello Sputnik.[/didascalia]

La cagnolina Laika è diventata famosa per essere stata il primo essere vivente ad andare nello spazio. L’animale – una tenera bastardina randagia ”reclutata” tra le vie di Mosca – fu mandato in orbita dai russi sullo Sputnik nel novembre 1957, e la propaganda di allora mostrò al mondo l’evento in maniera sensazionale, spiegando che la cagnolina visse ben 7 giorni nella navicella spaziale, prima di morire. Ma non era vero. Ecco la verità sulla sorte di Laika.

Laika sarebbe comunque morta girando attorno alla Terra, ma morì subito, o quasi subito, dopo il lancio dello Sputnik nello spazio. Non visse certamente sette giorni come la propaganda russa volle far credere.

Il suo piccolo cuore, cuore di cane, non resse né allo stress dell’accelerazione gravitazionale, né al malfunzionamento di ventilatori e filtri per ripulire l’aria, né – soprattutto – al panico di essere intrappolata da sola nella navicella.

Il racconto dello scienziato testimone

A raccontare la verità fu, già nel 2002, uno degli scienziati che 45 anni prima aveva lavorato da vicino al programma spaziale russo, il dottor Dimitri Malashenkov.

Laika visse solo 5 ore nello spazio, 5 ore di tortura alla fine delle quali il suo povero cuore di cagnolina ha ceduto, mentre la sua navicella andò avanti per 6 mesi a orbitare 2.570 volte intorno alla terra.

La cagnolina fu cremata l’8 aprile del 1958, quando lo Spuntik perse velocità e rientrò nell’atmosfera disintegrandosi.

CAGNETTA LAIKA, PRIMA VITTIMA SPAZIO

[didascalia fornitore=”ansa”]L’immagine del musetto di Laika fece subito il giro del mondo: è un nome passato alla storia proprio come quelli dei più celebri astronauti. E da quel 3 novembre 1957 nacque il mito.[/didascalia]

Un sacrificio in nome delle conquiste spaziali

Abbiamo voluto ricordare come andarono realmente i fatti e il sacrificio inconsapevole di un essere vivente innocente che avrebbe certo preferito vivere una normale vita da quattrozampe, piuttosto che essere ricordato nei secoli a venire per essere stato il primo cane a morire torturato nello spazio per l’ambizione degli uomini a primeggiare nella conquista dello spazio.

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