A quanto pare l’interpol avrebbe dato il via alla creazione di un algoritmo che riesce a stanare la Ndrangheta. si parla di un sistema informatico che analizza tutte le informazioni e i dati grezzi riguardanti le implicazioni mafiose, così da riuscire ad anticipare ogni loro mossa. sempre infatti che gli affari loschi delle cosche calabresi saranno scovate da questo algoritmo.
A raccontare tutto ciò che accade dietro questo nuovo sistema è la famosa rivista mensile statunitense Wired. Sappiamo che, a mettere tutto nero su bianco è stata proprio la Dia, cioè la direzione investigativa Antimafia. C’è da dire inoltre che la Ndrangheta si muove non solo in Italia e si può pertanto confermare che non conosce confini.
Anche all’estero infatti le cosche sfruttano al meglio tutte le opportunità dei sistemi normativi. Si insinuano così in Stati dove la cooperazione giudiziaria è meno attiva. Spesso inoltre i boss della Ndrangheta si insediano all’estero per lunghi periodi di latitanza.
Ed è proprio su questa espansione che questo sistema informativo vuole fare chiarezza. Il tutto è ancora in via di sviluppo, ma rappresenterà un complesso database che permetterà di mettere in ordine svariate informazioni provenienti da diverse fonti.
Secondo quanto scoperto dalla rivista statunitense, il sistema sarà inserito all’interno di un programma di collaborazione contro la ndrangheta a livello internazionale. La parte tecnologica è caratterizzata da una sorta di infrastruttura interna che permetterà agli investigatori di esplorare in maniera approfondita tutte le informazioni che arrivano da svariate fonti.
Interverrà qui poi la capacità del Detective di trasformare i numeri in piste investigative. Inoltre è già stato identificato il nome di questa collaborazione internazionale: I-Can sara infatti l’operazione contro la Ndrangheta.
È ovvio però che l’estrazione di questi dati non sarà semplice, in quanto saranno migliaia e migliaia di informazioni che arrivano giornalmente e che il sistema immagazzinerà. Le lingue rilevate sono diverse e potrebbero spesso contenere contenuti dialettali. In soccorso però arriva Bert, un componente sviluppato qualche anno fa da Google. In parole semplici Bert permette all’utente che cerca sul Internet una parola, di trovare anche gli aggettivi correlati.
Sembra infatti che questo componente sarà alla base del software in via di sviluppo. Questa è di certo la prima volta che vengono utilizzati questi modelli per il contesto investigativo.
Questo programma che è stato avviato è denominato I-Can, identifica l’acronimo di Interpol cooperation against ‘ndrangheta, ed è stato avviato nel 2020 a Reggio Calabria. Il tutto è stato portato avanti dal prefetto Rizzo e da Franco Gabrielli, che al tempo era il capo della polizia. Questo programma nasce dall’alleanza tra Interpol e dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Il tutto è finanziato dall’Italia e durerà 3 anni. L’obiettivo sarà quello di assicurare una più proficua condivisione di informazioni per riuscire a stanare la Ndrangheta. Ci saranno inoltre 13 paesi a partecipare a questo programma, così da potersi coalizzare per raggiungere un fine comune. Il tutto però è ancora in fase di sviluppo e si spera che si possa avviare il tutto il prima possibile.
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