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Tecnologia

L’allarme dei sanitari Usa: “I social danneggiano lo sviluppo dei giovani”

I social network fanno male allo sviluppo dei giovani, questo quanto ipotizza la massima autorità sanitaria americana.

Social Network – Nanopress.it

È una cosa di cui tutti parliamo però non ci sono mai state prove scientifiche a supporto, che potessero confermare la nocività dei social network correlata al corretto sviluppo dei ragazzi. Almeno fino a oggi, in cui abbiamo un rapporto diffuso da Vivek Murthy, a capo del Public Health Service Commissioned Corps. In questo sono stati illustrati pericoli e ci sono anche consigli per le famiglie.

I social impediscono il corretto sviluppo dei giovani

Quante volte abbiamo criticato i social network strumento che intrappola i nostri ragazzi estraniandoli dalla società per passare ore e ore davanti a uno schermo? Ora  a dirlo in maniera ufficiale è stata la massima autorità sanitaria americana.

I social possono avere effetti molto dannosi sulla salute mentale dei giovani, che sono esposti a tanti contenuti diversi in un’età molto particolare della loro vita. Tutta questa esposizione agisce negativamente sul corretto sviluppo ed è importante intervenire subito.

A sollevare la questione è stato il chirurgo generale Vivek Murthy, a capo del Public Health Service Commissioned Corps, la massima autorità sanitaria d’America. Nel rapporto sulla ricerca che ha condotto e diffuso, vengono illustrati i pericoli e offerti consigli alle famiglie per captare i segnali di allarme e intervenire in tempo. Non solo, vengono spronati anche i colossi tecnologici a prendere provvedimenti, parliamo chiaramente di social come Instagram, Tik Tok e Facebook, che stanno letteralmente intasando la mente dei giovani.

Il rapporto si compone di 19 pagine in cui il medico mette alla luce il disagio mentale dei giovani. Solo due settimane fa lo stesso professionista aveva portato all’attenzione il problema della solitudine come nuova epidemia che colpisce il 50% degli adulti ed è tossica e mortale al pari del fumo. Ora un argomento allo stesso modo importantissimo su cui non si può far finta di niente.

“siamo davanti a una crisi di salute mentale fra bambini e adolescenti. credo che la causa siano i social e dobbiamo rispondere con urgenza e approfondire il problema prima che sia troppo tardi”.

Queste le parole nella dichiarazione che accompagna il rapporto.

Ormai i social network sono parte integrante della nostra quotidianità, tanto da andare nel panico se dimentichiamo lo smartphone a casa, tanto da controllarlo ogni 10 minuti e tanto da passare online la maggior parte del nostro tempo. Tutto questo progresso ha portato a un allontanamento dei giovani dalla vita reale e dalle vere attività di socializzazione.

Murthy chiede nuove ricerche per comprendere meglio gli effetti dei social sulle menti giovani perché ancora non se ne sa molto, poi ha aggiunto però che il suo team ha raccolto già molte prove sulle conseguenze negative di questi ultimi, pur riconoscendo che però per alcuni utenti possono rivelarsi utili.

Ragazzi che usano i social – Nanopress.it

Il medico ha evidenziato come gli studi dimostrino il legame fra l’uso sconsiderato dei social e la comparsa di sintomi depressivi. In parole semplici, le piattaforme rischiano di indebolire l’autostima e anche questo è un concetto che non è nuovo, infatti purtroppo spesso leggiamo di tentativi di suicidio dovuti alle prese in giro per una foto oppure a ragazzi che si isolano perché bullizzati tramite commenti, o ancora ragazze che sviluppano disturbi alimentari perché qualche influencer dice loro che essere magre significa essere belle.

L’importanza della famiglia

La lista di modelli sbagliati è davvero lunghissima e si cade in una spirale molto pericolosa senza rendersene conto e da cui è difficile uscire, se non con l’aiuto della famiglia e a volte, di uno specialista.

Tutti sono esposti a contenuti pericolosi, a cyberbullismo e a quant’altro di nocivo ci sia in rete, come atti sessuali espliciti e promozione della violenza e del razzismo. Proprio ai familiari si rivolge il medico, con raccomandazioni pratiche come mantenere i pasti e altri momenti di socialità familiare, totalmente social-free perché devono essere occasioni in cui i minori si rapportano con i genitori senza dispositivi elettronici a distrarli.

Ancora, viene suggerito di creare un piano familiare per decidere alcune regole e per discutere con i giovani di come usano i social. In un Paese dove il 95% dei ragazzi fra i 13 e i 17 anni ne usano almeno uno, è importante istruirli sulla privacy delle informazioni personali e sui limiti ai contenuti perché gli adolescenti non sono solo giovani adulti ma si trovano in una fase molto delicata dello sviluppo del loro cervello.

Anche il New York Times ha sottolineato l’importanza della questione, che in realtà in diversi Stati d’America ha portato ad alcuni provvedimenti, in particolare per quanto riguarda Tik Tok. Il social cinese è stato vietato dal governatore del Montana per timori sulla sicurezza dei dati personali e l’azienda ha fatto ricorso.

Ancora, nello Utah si può avere un account solo con il consenso di almeno un genitore, per quanto riguarda i minorenni. Ad agire è anche l’American Psychological Association che a inizio mese ha pubblicato una guida ai social per regolarizzarne l’utilizzo, raccomandando ai genitori di monitorare l’uso che ne fanno gli adolescenti. Viene chiesto l’aiuto anche delle aziende per riconsiderare alcune funzionalità che incentivano la quantità di tempo passata sulle piattaforme, come lo scorrimento infinito e il tasto “Mi Piace”.

L’associazione ha evidenziato anche come siano in aumento le diagnosi cliniche di ansia e depressione, nonché i ricoveri ospedalieri per atti di autolesionismo e tentativi di suicidio. Questi sono fenomeni frequenti nella prima adolescenza quando c’è un disagio perché è un periodo in cui prende forma il senso di identità e di autostima, dunque lo sviluppo del cervello risente delle pressioni della società e delle opinioni dei coetanei.

Disagio – Nanopress.it

Chiaramente le aziende che gestiscono le piattaforme sono a conoscenza di tutto ciò ma hanno interesse nel mantenere gli utenti online con tattiche che invogliano a comportamenti che potremmo definire simili alla dipendenza.

C’è un lato positivo, infatti i social consentono di interagire con gli altri anche a grandi distanze ed esprimersi in uno spazio virtuale. Però ci sono anche contenuti inappropriati che normalizzano cose che invece non lo sono, appunto il cyberbullismo, l’autolesionismo, l’aggressività e i disturbi alimentari.

Il troppo tempo trascorso online sta sostituendo attività fondamentali come sport e sonno, questo è un altro elemento evidenziato da Murthy, a cui anche un portavoce di Meta dà credito dicendo che servono standard di sicurezza al più presto e sottolineando la sua ricerca come valida:

“studi come questi hanno portato in passato a porre attenzione su temi come la dannosità del fumo negli anni sessanta, l’aids negli anni ottanta, l’obesità nei primi anni duemila. è importante intervenire perché la tecnologia si sta evolvendo velocemente cambiando anche il modo in cui i nostri figli percepiscono sé stessi”.

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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