Dopo il boom di casi in Cina l’Oms lancia l’allarme “Il Covid non è finito” e il direttore regionale dell’Oms chiede di adottare più misure per poter ridurre i contagi “vivere con il Covid è la nostra realtà globale a lungo termine.”
È questo l’appello lanciato tramite Twitter da parte del direttore regionale dell’Organizzazione Mondiale della Salute, chiedendo che vengano mantenuti, dai paesi europei, le misure relative ai test e alla sorveglianza per poter rilevare nuove varianti.
Boom di casi in Cina e l’Oms lancia l’allarme: richiesti maggiori controlli
Il direttore regionale della Sanità Mondiale della Salute, Oms, Hans Kluge sceglie di esprimere i suoi dubbi e le paure attraverso il social network Twitter.
Tramite un Tweet, Hans Kluge, si mostra allarmato e preoccupato per il boom di casi che si sono verificati in Cina e che ogni giorno stanno causando almeno 5 mila di morti, anche se non si hanno dati certi e definitivi.
Il direttore dell’Oms avvisa che non si deve considerare il Covid finito ma una realtà con cui ci ritroveremo a vivere ormai sempre a livello mondiale, e proprio per questo motivo chiede ai paesi europei di pensare a non abbandonare del tutto le misure di sicurezza.
Chiede infatti maggiore attenzione, di mantenere attivi i test così da poter monitorare anche l’eventuale presenza di nuove varianti. Inoltre chiede che gli Stati si assicurino che tutti gli aventi diritto abbiano effettuato completamente la vaccinazione.
Chiede poi di poter potenziare le misure restrittive al fine di ridurre la diffusione soprattutto tra la popolazione più fragile che è anche la più vulnerabile. Questi messaggio sono stati racchiusi in una serie di Tweet lanciati nelle ore scorse sul famoso social network.
Tutto ciò arriva in un momento in cui il Covid e la situazione cinese stanno portando non poche preoccupazioni e diversi cambiamenti, ad esempio in Italia da ieri si è reso obbligatorio il tampone antigenico per tutte le persone che arrivano dalla Cina sia per restare in Italia sia che si trovino in transito.
Cosa sta succedendo in Cina
In Cina i contagi sono risaliti incredibilmente e si registrano circa 5 mila morti ogni giorno, dovuti, si ipotizza, alla nuova variante Gryphon. Nonostante l’alto tasso di positività del popolo cinese, Pechino ha scelto comunque di allentare le misure restrittive aprendo nuovamente le frontiere.
Ciò ha portato numerose persone presenti sul suolo cinese a viaggiare anche fuori dal territorio cinese, sono diversi i voli che sono arrivati in Italia da quelle zone e in cui si è potuto monitorare che quasi un passeggero su due era positivo al Covid.
Secondo alcuni esperti questi dati, e la situazione cinese, sta evidenziando come i vaccini realizzati sul suolo cinese siano stati meno efficaci di quelli europei. Difatti hanno creato una bassa copertura e in particolare attualmente la variante in circolazione sta colpendo maggiormente la popolazione anziana del paese.
Secondo i dati riportati dalla Commissione Sanitaria Centrale nei primi 20 giorni di dicembre circa il 18% della popolazione ha contratto il virus, ben più di 250 milioni di persone.
Le cause di questo aumento esponenziale oltre a essere ricercate nella scarsa efficacia dei vaccini, sono anche ritenute la politica zero Covid effettuata sul Paese e la scarsa vaccinazione alle persone fragili in particolare gli anziani.
Kluge, dell’Oms, chiede perciò che venga ripristinata una collaborazione a livello mondiale per poter trovare delle soluzioni globali alla pandemia da Covid, condividendo informazioni di ogni genere.
Fa inoltre presente che il Covid non sparirà dalle nostre vite ma continuerà a mutare verso nuove varianti e l’unico modo che abbiamo attualmente per contrastarlo è quello di mantenere attive le misure di igiene personale, le protezioni restrittive più ragionevoli e le vaccinazioni soprattutto verso la popolazione più fragile.