Un rapporto allarmante quello stilato da Unicef Italia. Tanti, troppi, i ragazzi morti sul lavoro in soli 5 anni. Una stima che vede un numero impressionante: 74 di loro hanno perso la vita lavorando.
Stando alle stime, quasi il 90% di loro aveva un’età compresa fra i 15 ed i 19 anni. Cerchiamo di capire insieme questo annoso problema.
Cinque anni, dal 2017 al 2021, e nel mezzo tanto ragazzi e giovani che sono morti lavorando o sul lavoro. Un rapporto di Unicef Italia ci consegna dei numeri che hanno dell’impressionante. Si parla, infatti, di ben 74 ragazzi morti nel giro di questo lasso di tempo.
La maggior parte di loro, 67, aveva un’età compresa tra 15 e 19 anni, gli altri 7 meno di 14. In questo stesso arco di tempo, però, ci sono anche tante denunce di infortuni sul lavoro sempre di ragazzi minorenni o, comunque, con un’età inferiore ai 19 anni. Per l’Inail, infatti, sono state 352.140 le denunce presentate in questi 5 anni.
L’Unicef Italia ha deciso di stilare il primo rapporto statistico nazionale proprio sul lavoro minorile, arrivando anche ad osservare quali sono le regioni d’Italia con più morti sul lavoro fra i ragazzi: è il Veneto. 223.262 denunce di infortuni sul lavoro, riguardano ragazzi minorenni fino a 14 anni, 128.878 per quelli nella fascia di età compresa fra i 15 i 19 anni. Ma, come dicevamo, ci sono delle regioni che hanno percentuali elevate di denunce di ragazzi che hanno subito infortuni sul lavoro.
Insieme al Veneto, già citato, ci sono la Lombardia, l’Emilia Romagna ed il Piemonte che, da sole, ricoprono più del 50% delle denunce di infortunio nazionali. Altre regioni, invece, come Basilicata, Abruzzo, Sardegna e Valle d’Aosta, in questi 5 anni, non hanno registrato alcun incidente mortale fra i giovani sul lavoro.
Un report che contiene, al suo interno, i dati di Inail e Inps e che, fra l’altro, vede soprattutto in crescita il numero proprio dei ragazzi che lavorano. Nel 2022 sono 69.601 i lavoratori minorenni 15-17 anni, in aumento rispetto ai 51.845 del 2021 e la posizione di “dipendente” raccoglie la maggiore percentuale di lavoratori. A questa fanno seguito gli “operai agricoli” e coloro che, invece, lavorano con i “voucher”.
Le cinque regioni con il maggior numero di ragazzi, fino a 19 anni, occupati complessivamente nell’arco dei cinque anni sono Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Puglia. Sono più i ragazzi, rispetto alle ragazze, ad essere impiegati e, questo dato, tende a mostrare come siano di più le ragazze a tendere verso l’istruzione anche dopo l’età dell’obbligo rispetto ai ragazzi.
I dati dimostrano che il 65,3% delle donne ha almeno un diploma, a fronte del 60,1% degli uomini. Le laureate, invece, arrivano al 23,1% rispetto al 16,8% degli uomini.
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