Tim Cook, amministrazione delegato della Apple, vedrà diminuire il suo pacchetto retributivo del 40% circa. Ecco cos’è accaduto nell’ultimo anno e cosa sta accadendo adesso.
Era il 1998 quando Tim Cook fu assunto dalla Apple: fu lo stesso Seve Jobs gli chiese di unirsi a lui e senza troppe esitazioni accettò la sua proposta, perché, come affermò lui stesso in seguito in un discorso di apertura all’Università di Auburn “la mia intuizione già sapeva che entrare in Apple avendo l’opportunità di lavorare per il genio creativo sarebbe successo una sola volta nella vita ed entrare nel team esecutivo che potrebbe resuscitare una grande azienda statunitense”. Il 17 gennaio 2011, poi, dopo 13 anni di onorata carriera, il co-fondatore della società lo nominò amministratore delegato, scelta dettata soprattutto dal suo addio al lavoro causato dai suoi problemi di salute. Non tutti sanno, però, che in realtà Cook già in un paio di occasioni negli anni precedenti lo aveva sostituito: la prima volta risale al 2004, quando Jobs fu ricoverato per un’operazione dovuta al raro cancro al pancreas che gli era stato diagnosticato, la seconda al 2009, precisamente dal 14 gennaio a giugno, cioè durante i cinque mesi in cui il co-fondatore fu costretto a ritirarsi temporaneamente sempre per via di problemi di salute. Oggi, dodici anni dopo la sua nomina, però, qualcosa pare essere cambiato: Tim Cook ha rinunciato al 40% circa del suo pacchetto retributibo.
L’amministratore delegato della Apple vede quasi dimezzarsi il suo pacchetto retributivo
Anche i miliardari possono veder quasi dimezzare il loro stipendio (ma tanto a loro cambia poco). In effetti è quello che è successo a Tim Cook, amministratore delegato della Apple: il colosso ha deciso di ridurre il suo pacchetto retributivo del 40% circa. A deciderlo è stato lui stesso, in seguito alle critiche degli azionisti che, in sostanza, hanno ritenuto ingiustificato il suo compenso e i premi azionari (ma qui arriveremo dopo).
Come abbiamo anticipato, era l’inizio del 2011 quando Cook fu nominato amministratore delegato. All’epoca Steve Jobs – il cofondatore della Apple – si era appena dimesso dal suo ruolo per problemi di salute gravissimi (lo stesso anno morirà a causa di un tumore incurabile). Da allora sono passati dodici anni e dobbiamo cercare di capire cos’è accaduto esattamente di così significativo da portare a questa decisione.
Dal 2011 al 2022 – cercando di riassumere il più possibile e rendere tutto comprensibile – la Apple ha visto crescere in modo significativo il suo fatturato, tanto che la sua capitalizzazione di mercato (chiamata anche market cap) – che altro non è che il valore totale delle azioni in circolazione di una società quotata in borsa, espressa convenzionalmente in dollari e il cui valore si calcola moltiplicando il numero totale delle azioni per il rispettivo prezzo azionario corrente – è arrivata addirittura a superare i 3 trilioni di dollari.
Questo accadeva circa un anno fa, ma il 2022 non è stato affatto un’ottima annata per i titoli tecnologici (e ci riferiamo a tutti, non solo quelli della Apple). Restando però sulla società nello specifico, il prezzo delle sue azioni in circa 12 mesi è sceso, diminuendo del 27% circa. Parliamo quindi di una serie di “inconvenienti” – possiamo definirli tali perché quando il mercato azionario parla, tutti devono tacere e non si può far altro che adattarsi – che sono accaduto nell’arco di un anno, ma che già nel primo trimestre del 2022 avevano destato non poche perplessità.
Già a marzo, infatti, la società di consulenza Institutional Shareholder Services aveva respinto il pacchetto compensi del CEO, aveva intimato agli azionisti di non votare a favore e aveva parlato addirittura di “preoccupazioni significative per quanto riguarda il design e l’entità”. Cosa hanno fatto gli azionisti all’epoca? Hanno approvato comunque il pacchetto, in barba a quelle che potremmo definire raccomandazioni della società di consulenza: il 64,4% di questi, infatti, allora pensò bene di esprimere il suo voto a sostegno di Cook e allora pacchetto fu.
A questo proposito c’è da aggiungere anche che il CEO ha visto arrivare il suo stipendio alle stelle negli ultimi anni: basti pensare che nel 2021 è stato pagato 98,7 milioni di dollari (lo scorso anno era arrivato addirittura a 99,4 milioni), mentre l’anno precedente “solo” 14,8 milioni. La differenza c’è e si vede. Cos’è accaduto quindi negli ultimi mesi?
Ecco cos’è accaduto esattamente
Quello che è accaduto negli ultimi mesi è sostanzialmente che la Apple ha affermato di voler elargire a Cook nel 2023 “solo” 49 milioni di euro – che comunque è praticamente più o meno il triplo di quanto ha percepito tre anni fa, ma è quasi la metà rispetto a quanto ha percepito nel 2021 e nel 2022 – e lo si legge in un deposito della Securities and Exchange, in cui c’è chiaramente scritto: “Prendendo in considerazione le dimensioni, la portata e le prestazioni comparative di Apple, il Compensation Committee intende inoltre posizionare l’obiettivo di compensazione annuale di Mr. Cook tra l’80 e il 90 percentile rispetto al nostro principale gruppo paritetico per gli anni futuri”.
Una precisazione va fatta: lo scorso anno l’amministratore delegato ha potuto ricevere dalla società 99,4 milioni grazie al prezzo delle azioni Apple, che rappresenta la sua fonte di reddito principale, nonostante il calo degli ultimi 12 mesi. Adesso però ci sarà un adeguamento del suo premio azionario, che gli frutterà circa 40 milioni quest’anno (lo scorso anno valeva ben 83 milioni, anche se era stato stimato 75 milioni, rivelandosi quindi di fatto al di sopra di ogni aspettativa). Ovviamente il suo valore reale sarà da vedere, perché dipenderà dal prezzo delle azioni Apple, quindi dovremo vedere cosa accadrà nel mercato in questi mesi.
C’è però da aggiungere che aumenterà la quota di azioni assegnate alla società in base alle sue performance, che dal 50% passerà al 70%. Il motivo è chiaro: gli azionisti vogliono che gli incentivi possano essere correlati alla crescita della Apple. Cook però in ogni caso si può consolare: quest’anno riceverà un bonus di 6 milioni di dollari, che si sommerà ai 3 milioni che compongono il suo stipendio base, rimasto praticamente invariato negli ultimi 7 anni.
Come scrive Forbes, comunque il patrimonio di Cook ad oggi ammonta a circa 1,7 miliardi di dollari, quindi alla luce di questa cifra, possiamo affermare con assoluta certezza che questo “calo” della sua retribuzione per lui non sarà affatto un problema vitale.