Maurizio Landini ha spiegato la grande distanza che lo separa da Giorgia Meloni.
Trovare un accordo sembra totalmente impossibile.
Il giorno successivo al confronto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Maurizio Landini, il segretario della Cgil ha spiegato che c’è una diversità molto profonda con il premier attualmente in carica. In questi termini, il sindacato italiano non ha possibilità di esprimere il proprio parere e per farsi sentire non può fare altro che organizzare una mobilitazione.
Il segretario sottolinea anche che, qualora fosse necessario, si è pronti anche ad agire attraverso uno sciopero. Tali affermazioni sono state rese note nel corso intervento di chiusura del XIX congresso della Cgil, a Rimini. È stato proprio questo il momento in cui Maurizio Landini è stato riconfermato, ricevendo il 94,2% dei voti.
Parlando ancora dell’ipotesi di sciopero, Landini ha precisato che “lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana”. L’intenzione è quella di cambiare il nostro Paese e vincere questa ennesima battaglia. Inoltre Landini ha voluto anche lanciare un messaggio molto chiaro all’esecutivo in cui ha spiegato che non vi è la minima intenzione di fermarsi: “Non ci fermeremo. La battaglia la vinceremo. Di cosa abbiamo paura, cosa dovremmo perdere? Le pensioni che non abbiamo, la precarietà, il salario che non arriviamo a fine mese? Se non fai nulla, hai perso prima di cominciare”.
Ricollegandosi alle parole della presidente del Consiglio, il segretario ha avuto da ridire su quanto ricordato dalla Meloni. il segretario della Cgil ha voluto tenere ben impresso nella mente di tutti il giorno 17 marzo, ma ci sarebbero altre date da ricordare, come il 18, il 20 e il 23 marzo. Non è in questo modo che si può parlare di unità nazionale e poi votare l’autonomia differenziata.
Landini in seguito ha toccato il tema della delega fiscale, che sembra non piaccia affatto. Al riguardo ha dichiarato “noi non siamo assolutamente d’accordo, abbiamo lanciato una piattaforma, per ora non hanno discusso con noi. Il tavolo della trattativa a oggi non c’è e va recuperato, vanno cambiati i principi della riforma fondamentali, va allargata la base imponibile, non solo deve essere progressiva, ma a parità di reddito si deve pagare tutti le stesse tasse, cosa che oggi non succede”.
Per quanto riguarda il lavoro, invece, il segretario ha richiesto un aumento salariale, una riduzione dell’orario e lo stop al precariato.
Il leader di CGIL ha anche affrontato la tematica della guerra. In quel momento ha voluto commentare una situazione considerata surreale. Ormai da tempo si è messo in atto un enorme processo di riarmo e al contempo ci sono stati grandi tagli sulla spesa sociale. La battaglia non si può fermare, non solo per la pace, ma anche per mettere un punto su una guerra totalmente assurda.
In chiusura del XIX Congresso nazionale, l’assemblea della Cgil ha eletto ancora una volta Maurizio Landini come segretario generale confermandolo alla guida del sindacato.
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