L’Antitrust ha chiuso l’istruttoria relativa ai diritti tv del campionato calcistico della Serie A della stagione 2021-2024, multando Tim e Dazn.
I colossi dovranno pagare rispettivamente 760mila e 7 milioni di euro, questo si legge nella nota diffusa dall’autorità che garantisce la tutela della concorrenza sui mercati economici.
L’Antitrust multa Dazn e Tim
Nel 2021 l’Antitrust ha avviato un’istruttoria per verificare il rispetto o meno di alcune clausole che facevano parte dell’accordo sui diritti tv del campionato di calcio di Serie A da quell’anno fino al 2024.
Ricordando che la Lega Calcio nel 2021 indisse una gara, l’Antitrust indica Dazn come società titolare dei diritti per il triennio fino all’anno prossimo. Tuttavia oggi è arrivata una decisione importante anche per la società fondata a Londra e disponibile oggi in trenta paesi in tutto il mondo.
Dovrà pagare una multa di poco più di 7 milioni di euro mentre Tim di 760mila euro, in base chiaramente ai ricavi che le società hanno avuto dalla commercializzazione dei diritti televisivi in questi anni.
Il calcio attrae una platea vastissima di telespettatori e viene usata come incentivo perché gli utenti sottoscrivano un abbonamento e possano così usufruire in esclusiva di tanti match che altrimenti non potrebbero vedere in chiaro.
Le motivazioni delle salate sanzioni sono ricondursi proprio a delle trasgressioni relative a quell’intesa, materia primaria dell’Antitrust che invece garantisce una corretta concorrenza.
I motivi delle multe
Secondo l’Autorità, infatti Tim ha proposto un’offerta non replicabile dalle altre aziende, trasgredendo ai principi di base per cui si batte l’Antitrust. Questa comprendeva ovviamente il settore delle comunicazioni e di connettività di cui il colosso è fra i leader, ma anche l’offerta sui contenuti tramite TimVision e Dazn.
La seconda è una piattaforma di calcio e altri sport che ormai tutti conosciamo molto bene, fruibili tramite abbonamento. In alcuni casi però è compresa nelle offerte commerciali come appunto quella proposta da Tim.
Difficile per i concorrenti proporre una cosa simile e l’Antitrust inoltre ha giudicato dannoso l’accordo per quanto riguarda la dinamiche competitive in atto nel settore delle Tlc, sempre più attive per garantire la migliore connettività ma anche per vendere al dettaglio servizi a pagamento.
L’offerta Tim-Dazn sottraeva clienti ai concorrenti con metodi “sleali”, perché questi non potevano associare ai servizi di connettività contenuti di pregio allo stesso modo. I diritti della Serie A infatti sono stati assegnati a Dazn fino al 2024, tutto ciò innesca un meccanismo che di concorrenziale ha molto poco.
Solo TimVision, servizio di streaming on demand e in diretta che offre calcio e intrattenimento, dava la possibilità di usufruire di Dazn, che a sua volta ha servizi in esclusiva.
Dunque l’istruttoria ha preso in esame la situazione, in particolare gli effetti dell’accordo per quanto riguarda la parte relativa a Dazn, durati un mese perché poi è iniziato il provvedimento il 6 luglio di 3 anni fa.