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Mondo

L’appello dell’Interpol per identificare alcune donne uccise

L’Interpol ha diffuso le immagini, sul proprio sito, di 22 donne trovate morte ma che ancora non hanno un’identità.

Logo Interpol – Nanopress.it

Si tratta di dettagli che solitamente rimangono segreti ma in questo caso sono stati resi pubblici in modo da essere consultabili da tutti, così che chi ha notizie possa comunicarle alle forze dell’ordine, oppure contattare direttamente l’organizzazione internazionale compilando l’apposito modulo. Le vittime in questione sono 22 donne trovate morte in Belgio dagli anni Settanta ad oggi, sul sito è possibile accedere alle loro schede dettagliate, anche la polizia del Paese sta collaborando per questa causa.

Il programma dell’Interpol per identificare 22 donne

L’Interpol, l’organizzazione internazionale che lavora per facilitare la cooperazione tra polizie di diversi Paesi, ha divulgato un appello molto importante sul proprio sito ufficiale. Questo prende il nome di Operation Identify Me e da qui già si capisce molto.

In effetti il progetto prevede di coinvolgere i cittadini del Belgio, questo il Paese dove sono state trovate le 22 donne morte prese in esame, al fine di acquisire dettagli per identificarle. Si tratta nella maggior parte dei casi di donne molto giovani, fra 15 e 30 anni, morte in modo violento e mai identificate, nonostante alcuni casi risalgano addirittura agli anni Settanta e Ottanta. Vittime senza un nome che con questo programma la polizia tenta di identificare, per ridare loro dignità e per poter carpire eventuali dettagli utili alle indagini.

L’obiettivo è quello di far arrivare il messaggio a chi potrebbe conoscere queste donne, anche al di fuori dei confini. Il fatto che per tanto tempo siano rimaste senza un nome ha fatto arrivare le forze dell’ordine alla conclusione che provenissero da Paesi diversi da dove sono state ritrovate. I corpo potrebbero essere stati trasportati altrove proprio per depistare le indagini.

Operation Identify Me si basa sull’idea che l’identità delle vittime sia l’elemento chiave per sbloccare molte indagini e arrivare ai responsabili degli omicidi. Inoltre è l’unico modo per dare risposte alle famiglie che stanno ancora cercando queste donne. Con questa tipologia di indagini solitamente le autorità mantengono riserbo ma in questo caso l’Interpol ha pensato di divulgare molti dettagli sui casi, per coinvolgere maggiormente la popolazione, anche tramite un video in cui alcune donne famose dei Paesi coinvolti si rivolgono agli spettatori per invitarli a dare il loro contributo.

Il caso che ha dato inizio alla campagna

Sul sito dell’Interpol sono state pubblicate le foto delle 22 donne, chiaramente si tratta di ricostruzioni facciali che però sono molto realistiche e fedeli. Ognuna di queste immagini è corredata di foto del luogo del ritrovamento, un elenco di caratteristiche fisiche e del materiale che generalmente viene inserito nei “black notice”, ovvero avvisi interni consultabili solo dagli addetti ai lavori.

Ora invece sono pubblici, parliamo di effetti personali, vestiti, tatuaggi, segni particolari e qualsiasi cosa possa essere di aiuto alle persone che le conoscevano, per identificarle.

“Se hai informazioni su qualcuna di loro contatta la polizia”, questo l’appello che si legge sul sito e c’è anche un modulo apposito per mettersi in contatto con le forze dell’ordine. Una campagna molto importante che ha ha preso il via con un caso in particolare.

Parliamo di una donna che venne trovata morta in un contenitore per rifiuti industriali nel fiume Gaasp, nel 1999, ad Amsterdam. Sappiamoc he aveva un’età fra i 18 e i 35 anni, che era alta 159 centimetri e con la pelle chiara. Ad ucciderla fu un colpo di pistola. Sul sito dell’Interpol sono stati pubblicati gli effetti personali trovati nel cassonetto, compresi i vestiti che indossava e in più altri abiti maschili che probabilmente sono stati messi sul corpo per aumentarne il peso e non farlo galleggiare.

La donna trovata nel fiume Gaasp – Nanopress.it

Una storia terribile e una morte orrenda quella di questa giovane donna ma purtroppo se manca l’elemento principale sarà quasi impossibile risalire a chi l’ha uccisa e ricostruire come sia andata. La stessa cosa vale per gli altri casi.

Le altre donne

“Nonostante le approfondite indagini della polizia, queste donna non sono mai state identificate e le prove suggeriscono che provengano da altri Paesi”

Inizia così l’appello dell’Interpol sul sito, dove viene specificato che i dettagli condivisi di norma sarebbero segreti ma renderli pubblici aumenta le possibilità di risoluzione.

“Se ricordi un’amica, una familiare o una collega scomparsa improvvisamente, contatta la polizia. Ogni informazione potrebbe essere utile”.

Riportiamo ora brevemente i casi delle donne, oltre il primo già descritto, a partire dal ritrovamento del 6 agosto del 1991 a Holsbeek, in Belgio. Quel giorno il corpo di una donna venne trovato in un pozzo di acqua piovana che si trovava nel terreno di un cottage. Secondo le indagini, potrebbe essere rimasto in quel luogo per un massimo di due anni.

Sono diverse le proprietà in quella zona, la strada forestale Attenhovendreef, ma nessuno ha mai fornito dettagli utili su questa donna, la cui identità rimane ancora un mistero. Abbiamo poi un’altra donna, il cui corpo è stato ritrovato il 14 ottobre del 2001 da un raccoglitore di funghi che si trovava nella zona paludosa di Worringer Bruch a Colonia. Il medico legale ha stabilito che il corpo era lì da circa 4 mesi ma forse anche di più. È stato impossibile non solo dare un nome alla donna, che ha fra i 20 e i 30 anni, ma anche stabilire la causa della morte.

Ancora, c’è il caso della donna trovata nell’ottobre del 1976, quando alcuni escursionisti notarono il corpo nascosto fra terra e rami, nei Paesi Bassi. Inizialmente il caso era stato collegato ad altri di persone scomparse nella stessa zona ma dopo aver capito che non c’entrava nulla, è stata avviata un’indagine sull’identità della donna.

Ancora più fitto il mistero del ritrovamento di una donna il 3 giugno del 1992, in una zona trafficata con negozi e residenze. Precisamente è stata trovata contro una grata nell’acqua del fiume Groot Schijn, che attraversa il distretto di Deurne, ad Anversa. L’Interpol non ha diffuso dettagli sull’aspetto ma solo quello relativo al tatuaggio di un fiore.

Il 16 marzo 1986 alcuni ragazzi che stavano camminando nel bosco, segnalarono i resti di una donna a 14 metri dall’autostrada A6. Il punto dove si trovavano era a 15 minuti di auto da Heidelberg. Il corpo era lì da mesi e la donna è stata uccisa in modo violento e abbandonata come spazzatura.

Anche il ritrovamento avvenuto il giorno di Natale del 1990 è analogo, il cadavere di una donna venne segnalato nei boschi di Teteringen, nei Paesi Bassi. Dai dettagli emersi, sappiamo che prima di essere uccisa è stata pesantemente maltrattata. Il suo cadavere giaceva vicino all’autostrada A27 a Breda. La sua identità non è mai stata scoperta, così come quella della donna ritrovata il 9 maggio del 1996 a pochi chilometri dal confine con la Francia. Siamo nel comune di Froidchapelle e in questa zona boscosa si trova la più grande diga belga: La Plate Taille. Proprio qui è stato trovato il cadavere, che potrebbe essere rimasto in acqua uno o due anni.

Il 2 giugno del 1997, una donna venne ritrovata senza vita nella zona boscosa di Altena-Bergfeld. Questa era stata violentata, strangolata e poi data alle fiamme in un tentativo del responsabile, di eliminare ogni possibilità di identificazione e soprattutto ogni traccia che potesse portare a lui.

C’è poi il caso di una donna trovata il 7 settembre del 1992 in un canale nel centro di Amsterdam. In realtà un passante avvistò solo le mani, poi durante la perquisizione vennero ritrovati gli arti inferiori e successivamente una valigia contenente il torso. Altre parti del corpo vennero trovate nei giorni seguenti.

Una morte macabra e un mistero ancora ad oggi irrisolto, uno dei più cruenti forse. Senza nome anche la donna ritrovata il 20 aprile del 2002 nel fiume Schelda che attraversa Anversa. In un fiume è stato ritrovato anche il cadavere di una giovane donna il 30 luglio del 2002, avvolto in un lenzuolo, un sacco di plastica, una copertura di stoffa e poi un tappeto. Il tutto legato e gettato nel fiume Weser che si trova in un porto turistico, trovato poi da uno skipper che insospettito dall’insolito fagotto che galleggiava ha allertato la polizia.

Ricostruzione facciale dal sito dell’Interpol – Nanopress.it

Torniamo indietro al 6 luglio del 1994, data del ritrovamento di un altro cadavere femminile, stavolta in un’area naturale protetta che collega Paesi Bassi e Belgio, quella di Het Zwin. Qui un turista trovò alcune parti di un corpo e poi altre vennero rinvenute il giorno dopo. In una riserva naturale, quella di Spandauer Forst, anche il corpo trovato nel 1988 da parte di alcuni lavoratori forestali. Giaceva in un buco probabilmente scavato da animali e indossava molti gioielli vistosi.

Abbiamo poi una donna ritrovata nel 2005 a Namur e un’altra nel 1995 che galleggiava in un torrente vicino ad Amstelveen avvolta in un sacco di plastica parzialmente mutilata. Ancora, il 31 maggio del 2009 venne trovato il corpo di una giovane donna nel canale Albert a Visé, uccisa con violenza. Poi il suo corpo è stato appesantito con dei pesi.

Un altro macabro ritrovamento c’è stato il 24 luglio del 1997, un cadavere bruciato venne trovato in una fossa, nell’estremo sud della Germania, quasi ai confini. Poi nel 1998 venne trovato un corpo in una casa galleggiante da Amsterdam, che poco prima era stata colpita da un incendio. Le indagini hanno rivelato che la donna viveva sotto falsa identità.

Infine, abbiamo uno scheletro di una giovane ragazza trovato nel parco pubblico Parc du Cointe nel 2019, poi il parziale cadavere di una donna trovato all’interno di un borsone nel fiume Ij ad Amsterdam e un’altra giovane donna morta chiusa in una valigia che galleggiava nel canale di Thorbeckesingel, trovato da un funzionario comunale nel 2005.

Storie che parlano di orrori ma anche di abbandono, tuttavia se davvero queste donne provenivano da altri Paesi, forse l’iniziativa dell’Interpol potrebbe essere la soluzione giusta per divulgare le immagini oltre i confini e riaprire le indagini con nuovi elementi.

 

 

 

 

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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