La Procura de L’Aquila ha provveduto al sequestro delle somme percepite dall’infermiere, nel periodo in cui ha lavorato con certificazione falsa: aveva finto di essere vaccinato.
Aveva presentato una certificazione al datore di lavoro, con lo scopo di non essere sospeso dall’albo. Recenti accertamenti però, hanno fatto risultare che l’infermiere de L’Aquila non si era mai vaccinato contro il Covid 19. In Trentino è emergenza per carenza del personale, dopo le tante sospensioni dei No Vax.
Lo scopo della documentazione falsa, secondo la Procura della Repubblica di L’Aquila, è stato quello di indurre in errore l’azienda sanitaria. E’ stato sospeso l’infermiere che, per evitare di essere sospeso dall’albo, aveva presentato una certificazione di vaccino covid falsa ai propri datori di lavoro.
Adesso per il professionista è scattata la sospensione dal suo attuale posto di lavoro, con conseguenze altrettanto gravi da quanto emerso in queste ore. Si, perché la Procura ha deciso anche di trattenere tutto lo stipendio dell’infermiere, emesso nei suoi confronti durante il periodo di lavoro con certificazione falsa.
Il procedimento è ancora all’inizio, ma intanto per l’uomo è stato richiesto e ottenuto il rimborso della somma di denaro guadagnata in questi mesi. Nei suoi confronti è stata applicata una misura cautelare personale della sospensione della sua attività. Le accuse, che le autorità al momento trovano fondate, saranno confermate nelle prossime settimane, o anche smentite qualora si riuscisse a dimostrare il contrario.
Una piaga che oltre a creare un danno materiale economico, colpisce anche la categoria secondo Poi e Fnopi di “professionisti in trincea” contro il covid. Infermieri no vax, che secondo al presidente Mangiacavalli avrebbero tradito non solo la fiducia dei cittadini, che credono nella professione, ma anche dei colleghi e di tutti i professionisti in ambito sanitario che spesso mettono a rischio la propria vita. Soprattutto, conclude Barbara mangiacavalli: “Disatteso il codice deontologico e principio della professione“.
Ma il mondo della sanità che deve far fronte anche ai No Vax, è in emergenza. Le strutture Usa soprattutto, sono state costrette a guardare all’estero, tra est Europa e Sudamerica, per ingaggiare nuovi infermieri.
Ma l’infermiere de L’Aquila non è stato il solo ad essere stato sospeso in questi mesi per aver presentato dei documenti falsi in ambito vaccinazione covid.
La provincia di Trento infatti, come riportato dal sito Nurse24.it, ha deciso per la sospensione – come da normativa – di circa 100 professionisti per problematiche riguardanti i vaccini Covid.
Una dinamica che colpisce le strutture sanitarie, adesso in difficoltà per la carenza del personale. L’inadempimento alla vaccinazione nella provincia di Trento ha costretto diverse strutture a rivolgersi a professionisti dall’estero, vista la grande carenza di personale.
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