L’armocromia e il trench: il cambio look di Schlein ci riguarda poco e nulla, ma ben venga

La consulente di armocromia, i soldi che guadagna (pare 300 euro all’ora), il trench e l’eskimo di Elly Schlein, la segretaria del Partito democratico, poco prima che scoppiasse la bomba alla Camera, erano diventati tra gli argomenti più discussi un po’ ovunque, almeno tra chi mastica di politica.

Schlein
Elly Schlein, la segretaria del Partito democratico, in posa con dei manifestanti per la festa della Liberazione a Milano con lo stesso trench usato per le foto per Vogue – Nanopress.it

Nella lunga intervista concessa a Vogue, i cui scatti erano già apparsi nel giorno in cui la stessa italo americana è stata acclamata dalla folla di Milano presente alla manifestazione per la festa della Liberazione, la leader del primo partito di opposizione si è raccontata a modo suo, senza filtri, certo – ha parlato anche del coming out della compagna -, ed è stata anche attaccata.

Passi che due esponenti, uno in Italia, l’altra al Parlamento europeo, abbiano deciso di lasciare i dem per andarsene Enrico Borghi a Italia Viva, Caterina Chinnici a Forza Italia nella stessa giornata, quella di ieri, passi anche la retorica per cui Schlein non sia ben disposta ad accettare tutte le anime del Pd – in realtà, oggi ha detto l’esatto contrario, e anche con la scelta di volersi far affiancare da Stefano Bonaccini, e dopo averlo battuto alle primarie nei gazebo, lo ha dimostrato -, specie quella dei riformisti, e dei cattolici, passi tutto quello che le si può dire politicamente, ma dopo aver scavato a fondo nella sua vita privata, aver pubblicato le foto della donna con cui ha deciso di stare, ora è un po’ troppo prenderla di mira perché vuole essere all’altezza del ruolo che ricopre anche dal punto di vista estetico.

Schlein Bonaccini
Elly Shlein e Stefano Bonaccini, suo sfidante nelle primarie del Pd e governatore dell’Emilia Romagna – Nanopress.it

Essere una donna di sinistra, sinistra sinistra che dir si voglia, infatti, non fa di lei una persona che deve badare solo al sodo senza concedersi qualche futilità, che poi non lo è mai in un’epoca in cui i social sono pieni di foto di modelle super belle (e super ritoccate, da Photoshop), e non fa di lei neanche un’intransigente bacchettona. Partendo dal presupposto che non si è concessa niente di più di quello che fanno il 50% delle donne – una consulenza di armocromia, tra l’altro, costa parecchio anche se la fate voi, non solo se la fa lei -, è così difficile pensare che possa andare vestita in giro in palette, mettere qualcosa che renda più cool la sua immagine? L’estetica non è esattamente solo una prerogativa della destra, e quindi ben venga.

Ben venga perché serve a svecchiare una figura già di per sé giovane e nuova, ma forse troppo ancora a un passato troppo passato, per renderla moderna e al passo con i tempi, ben venga perché è anche un segnale per dimostrare che si può andare in giro vestiti di tutto punto, con il trench sartoriale, e stare comunque dalla parte di chi questi privilegi non può averli, o magari non può averne di altri. Perché, appunto, non si è trasformata magicamente in una politica che non pensa a chi ha i salari bassi, al pianeta, alla comunità Lgbtqi+, ai migranti, e ai diritti in generale, ma anzi è rimasta la stessa anche nell’intervista a Vogue, e con degli abiti diversi.

Le critiche, poi, come ha detto Antonio Noto, il presidente della Noto sondaggi, a Repubblica, sono un bene, meglio sono un segnale positivo, perché significa che i messaggi della segretaria, quelli veri, quelli riguardanti il compito che è stata chiamata a dover svolgere, stanno centrando dritto il punto, e forse stanno mettendo anche un po’ di paura ai detrattori. Le rilevazioni, come abbiamo visto anche oggi nella Supermedia, anche a distanza di due mesi dalla vittoria contro il presidente dell’Emilia Romagna, e a sorpresa, la stanno premiando, i delusi del terzo polo, almeno gli elettori, hanno trovato casa nel Partito democratico.

Schlein
Elly Schlein in un intervento alla Camera – Nanopress.it

E questo è un po’ anche quello che è successo all’altra leader, alla prima donna presidente del Consiglio della storia della Repubblica italiana, Giorgia Meloni (e in parte anche a Silvio Berlusconi), che sono stati giudicati talvolta più per le scelte che hanno fatto al di fuori di Palazzo Madama e Montecitorio, o Palazzo Chigi, anziché per quello che dicevano per l’Italia, e per il suo futuro. Probabilmente fa tutto parte di una giostra mediatica, di un teatro in cui tutto è scena e poco rimane dietro le quinte, probabilmente, però, è anche un mondo in cui l’apparenza conta, e quindi vale la pena mettersi in gioco, con il sorriso più bello e il vestito migliore.

Impostazioni privacy