Nella giornata di ieri, 2 gennaio, tre attivisti di Ultima generazione hanno imbrattato la facciata di Palazzo Madama con della vernice rossa. Per capire sino in fondo le ragioni bisogna tornare all’estate del 2019, quando ci fu una modifica del codice penale introdotta da Matteo Salvini, all’epoca vicepresidente del Consiglio.
I tre manifestanti, infatti, sono accusati del reato di danneggiamento aggravato, uno dei reati modificati dal Decreto Sicurezza bis, dall’attuale ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Le motivazioni dell’arresto degli attivisti di Ultima generazione
Nella mattinata di ieri, lunedì 2 gennaio, tre manifestanti di ultima generazione, hanno imbrattato la facciata del Senato. Subito dopo l’azione di protesta contro le istituzioni circa le tematiche del cambiamento climatico, sono stati arrestati dalle forze dell’ordine.
Gli attivisti hanno dovuto rispondere del reato per danneggiamento aggravato, uno dei reati modificati del decreto Salvini bis, nell’agosto del 2019; infatti, con il decreto legge 53/2019, varato dal governo di Giuseppe Conte, l’atto di protesta diventa un’aggravante per reati contro pubblici ufficiali, con pene superiori rispetto a quelle previste per crimini di allarme sociale.
“chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”
Queste le parole presenti nell’articolo 635 del codice penale per spiegare il delitto di danneggiamento, attribuito agli attivisti di Ultima generazione.
Le giustificazioni dei tre manifestanti
Gli attivisti che ieri hanno imbrattato con della vernice rossa lavabile la facciata di Palazzo Madama, subito dopo essere stati arrestati hanno spiegato le loro motivazioni, i reali motivi per i quali sono stati spinti a compiere questa azione di protesta.
Il gruppo, infatti, ha dichiarato di non ispirarsi a metodi violenti e di attuare solamente forme di disobbedienza civile. Sono consci del fatto di violare la legge senza, però, fare del male a qualcuno, e senza opporre resistenza alle forze dell’ordine, consapevoli delle loro azioni.
Gli attivisti, adesso, sono in attesa di essere interrogati da un giudice e successivamente di prendere parte ad un processo dove avranno modo di difendere le proprie azioni. Nonostante questo, il problema nelle scelte di ordine pubblico rimane, scelte dettate dal governo e che funzionari dello Stato sono tenuti a rispettare.
Quindi, il problema della modifica del codice penale, introdotta tre anni e mezzo fa da Matteo Salvini, presenta criticità e contraddizioni, al punto tale da risultare incostituzionale.
L’arresto dei manifestanti di ultima generazione, pertanto, è una misura sproporzionata che prima dell’agosto del 2019, della modifica del decreto Salvini Bis, non sarebbe mai avvenuto.