Gianni Vattimo, noto filosofo e intellettuale italiano, ha dichiarato che la recente condanna del suo assistente e compagno Walter Caminada a due anni di reclusione per circuizione di incapace non avrà alcun impatto sulle loro vite. Nonostante questo evento negativo, Vattimo ha affermato che continueranno a lavorare insieme come sempre. La circuizione di incapace si riferisce a una situazione in cui una persona approfitta della vulnerabilità o dell’inesperienza di un’altra persona per ottenere vantaggi o beni a proprio favore.
La Procura di Torino aveva presentato una richiesta di condanna per 4 anni per l’imputato. Tuttavia, dopo la scelta, l’imputato ha dichiarato che questa notizia non avrà alcun impatto sulla sua vita quotidiana e su quella del suo compagno, Vattimo.
Egli ha affermato che non ha nulla di cui pentirsi, mostrando un atteggiamento risoluto e determinato. Questo dimostra che, nonostante la sentenza, l’imputato non è disposto a cedere alla pressione e ad abbassare la testa.
La condanna di Walter Caminada
Dopo un lungo processo, Simone è stato dichiarato colpevole di circuizione d’incapace e gli è stata inflitta una pena di due anni di carcere e 900 euro di multa.
La Procura di Torino aveva richiesto una condanna più severa, sostenendo che Vattimo era sotto scacco di Caminada e che dipendeva totalmente da lui. Tuttavia, il giudice ha deciso che la pena inflitta sarebbe stata sufficiente a punire il reato commesso.
Simone ha commentato la sentenza con ironia, dicendo di non avere nulla di cui pentirsi e facendo battute sul prossimo Festival di Sanremo. Tuttavia, non c’è dubbio che questa sentenza avrà un impatto sulla vita quotidiana di entrambi i protagonisti di questo caso.
In questo caso, la sentenza serve come una lezione per tutti e una conferma del fatto che la legge deve essere rispettata da tutti, indipendentemente dalla posizione o dalla fama.
Come si sono conosciuti
Vattimo e Caminada si sono incontrati in un contesto conviviale nel 2010. Vattimo era un europarlamentare allora e aveva bisogno di un autista, così ha assunto Caminada. Col tempo, il loro legame si è rafforzato e Caminada ha iniziato a lavorare sulle pratiche in merito alle vita quotidiana del filosofo. Durante il processo, la procura ha descritto Caminada come un sfruttatore che avrebbe portato Vattimo ad attuare alcune azioni dannose per il suo patrimonio e per i potenziali eredi.
Malgrado le accuse, Vattimo non si è mai distaccato dal suo assistente. Il filosofo ha dichiarato di non aver mai dubitato di lui e di non mandarlo via se fosse stato condannato. Prima della sentenza, Vattimo e Caminada hanno presentato una richiesta per unirsi civilmente, ma la pratica è stata bloccata dai magistrati in attesa del verdetto. Ora, il capitolo matrimonio potrebbe riaprirsi. Caminada ha detto che:
“ne parlerà con Vattimo a casa, ma che oggi non è venuto perché l’ascensore si è rotto”.
Vedremo ora come si concluderà questa vicenda.