Da mercoledì 19 aprile 2017, cambiano le confezioni di latte, e non solo: sulle etichette di tutti i prodotti lattiero – caseari sarà infatti obbligatorio indicare la provenienza della materia prima. Latte, quindi, ma anche burro, yogurt, mozzarella, formaggi: dovranno avere tutti l’indicazione dell’origine per permettere ai consumatori di scegliere. Il provvedimento si applica a latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale.
Il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, plaude alla novità: “E’ una svolta storica, permetterà di inaugurare un rapporto più trasparente e sicuro tra allevatori, produttori e consumatori”. Era stato un decreto del ministero del 9 dicembre scorso a prevedere il provvedimento, ma ora è stato completato tutto l’iter. Su tutte le confezioni sarà dunque indicato il Paese in cui è stato munto il latte e quello in cui è stato condizionato e trasformato. Qualora il latte utilizzato sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’indicazione di origine potrà avere un’unica dicitura: “Origine del latte: Italia“.
In materia di prodotti agricoli, questa non è l’unica novità in Italia. Martina e Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico, la scorsa settimana, avevano infatti annunciato la firma del decreto per sperimentare l’origine dei prodotti a base di riso nell’etichetta. L’Italia chiederà a Bruxelles – oltre all’obbligo di origine – pure una clausola di salvaguardia, per bloccare il riso importato da Paesi che godono di un sistema tariffario a dazio zero pur utilizzando pesticidi vietati in Unione Europea in maniera intensiva e manodopera minorile, come denunciato dai produttori della Coldiretti.
Sempre in materia di riso, è in partenza un piano di promozione e informazione. Un piano straordinario per difendere un prodotto che vede l’Italia come attrice principale in Europa, con una produzione di 1,58 milioni di tonnellate (il 49 per cento dell’intera produzione dell’Unione Europea), grazie a 4.300 aziende risicole e 100 industrie risiere per un volume d’affari di un miliardo di euro. L’Italia, dall’Ue, attende pure il via libera per l’obbligo di indicazione d’origine del grano impiegato nella pasta. Al momento, nel nostro Paese, i cibi con l’obbligo di indicare l’origine sono carne di pollo e derivati, carne bovina, frutta e verdura fresche, uova, miele, passata di pomodoro, pesce e olio extravergine di oliva.
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