L’attivista di Greenpeace Noa in Norvegia contro le trivelle

Da gennaio gli attivisti di Greenpeace stanno occupando la piattaforma di trivellazione di Shell.

Noa Helffer
Noa Helffer – Nanopress.it

A prendere parte alle proteste contro le trivelle che viaggiano verso il Mare del Nord c’è anche l’attivista italiana Noa Helffer, che in un’intervista telefonica ha spiegato le sue ragioni.

Greenpeace contro le trivelle

Le trivelle sono strumenti che estraggono petrolio e gas, tutti li conosciamo bene e sappiamo che da sempre gli attivisti si battono per fermare il loro lavoro. Tante le associazioni che si battono per questa causa, fra cui l’ambientalista Greenpeace.

Da sempre il gruppo occupa pacificamente le piattaforme per le estrazioni degli idrocarburi presenti nei nostri mari e in quelli di tutto il mondo. Questi attivisti si batton affinché non vengano intaccate le scarse riserve di idrocarburi che si trovano sotto i nostri fondali.

Trivella
Trivella – Nanopress.it

Queste attività impoveriscono i mari ma soprattutto favoriscono i dannosi cambiamenti climatici a cui tutti stiamo assistendo, almeno questo è quello che Greenpeace sostiene e che a gran voce anche una ragazza italiana che fa parte degli attivisti, ribadisce.

L’italiana Noa Hellfer fra gli attivisti

Sono 6 al momento gli attivisti di Greenpeace che si trovano a bordo della piattaforma Shell che è in viaggio verso il Mare del Nord per trivellare, fra questi c’è anche l’italiana Noa Helffer, che ha preso parte all’azione che lunedì ha consentito a diverse persone di salire a bordo della piattaforma.

Come de lei stessa raccontato in una recente intervista al telefono con alcuni giornalisti:

“siamo salpati nel cuore della notte per dirigersi nel canale d’Inghilterra e con l’appoggio della nave meridian abbiamo aiutato i nostri attivisti a salire sulla piattaforma”.

Presenti erano anche dei gommoni dell’organizzazione ecologista, dove dei ragazzi esponevano gli striscioni con le parole “Basta Trivellare. Iniziate a pagare”.

Il riferimento di questa frase è agli extra profitti scaturiti dal conflitto in Ucraina, che le grandi aziende del fossile continuano ad incassare e nonostante ciò le bollette son sempre più care.

C’è poi appunto il lato ambientalista della questione, infatti i cambiamenti climatici subiscono gli effetti delle estrazioni delle trivelle e questo tema ha accomunato attivisti da tutto il mondo.

Come spiega fiera Noa:

“i ragazzi a bordo della piattaforma provengono da 6 paesi differenti, questo è molto importante per noi. azioni come quelle di shell e di altre aziende hanno conseguenze sui cittadini di ogni paese del mondo. io vengo da acireale in sicilia, dove abbiamo sperimentato allluvioni e siccità fra gli effetti devastanti del cambiamento climatico”.

Per i movimenti come Greenpeace è importante fermare le estrazioni di combustibili fossili altrimenti si violerebbe l’Accordo di Parigi sulla temperatura globale. In particolare, la piattaforma in questione serve ad aprire 8 nuovi pozzi, i quali porterebbero a produrre 45 milioni di tonnellate di Co2 annuali nei pressi della Norvegia.

 

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