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Il cantautore romano Simone Cristicchi ha dedicato una canzone a Laura Antonelli, l’attrice scomparsa all’età di 74 anni, c’è chi dice per un infarto – con ogni probabilità questa la causa della morte – c’è chi dice invece per solitudine. Un altro racconto, in effetti, al di là dell’icona sexy dei film che tutti abbiamo imparato a conoscere, viene fuori anche dalle parole, veri e propri versi, che Cristicchi ha voluto dedicarle qualche anno fa nella canzone dal titolo Laura. C’è stato anche del tormento nella vita dell’attrice: ieri tutti a celebrarla per la sua bellezza, oggi se ne parla forse di meno, ma le si restituisce un’immagine più attenta alla realtà.
A contribuire in tal senso sono le parole in melodia scritte e cantate da Simone Cristicchi. I due erano veri amici e, in più di un’occasione, il cantante ha rivelato di voler passare del tempo insieme alla Antonelli, che puntualmente avrebbe rifiutato ogni invito. Parole, frasi e la voglia di raccontare ‘Laura‘ per quello che forse è stata davvero.
Lo si intuisce facilmente da qualche verso estratto dalla canzone in questione, che dà un racconto di Laura Antonelli semplicemente alternativo: ‘Le tue curve così dolci date in pasto alla gente, il tuo corpo da vendere al migliore offerente, circondata da fantasmi e da miseri pidocchi. Eri carne da pellicola da masticare con gli occhi. Laura attrice che si spoglia per un popolo guardone, diventata il sogno erotico di una generazione, la creatura più divina dilaniata dal successo, per la tua lapidazione bastò un sasso’.
Perché, negli anni, la rappresentazione sociale di Laura Antonelli si è forse cristallizzata in quell’immagine meno consapevole, in cui in molti si sono ritrovati quasi per caso. Sempre dalla canzone di Cristicchi, un estratto: ‘Laura pazza, Laura un genio, Laura povera drogata, Laura fragile, sensibile, alla gogna trascinata, Laura aspetta la sentenza, crocifissa sul giornale, condannata per dieci anni ad impazzire’.
Mentre i vip le hanno dedicato messaggi di affetto e di celebrazione post-mortem sui social (ad esempio Rossella Brescia, forse un po’ ad emblema di molti altri, scrive ‘La colpa è anche mia…ricordarsi di lei solo oggi fa tristezza!’), a darne un’immagine più attenta alla realtà ci ha pensato poco fa Gad Lerner sul suo blog.
Il giornalista su di lei scrive: ‘Donna reclusa a vita nelle fantasie sessuali maschili di quarant’anni fa, disseppellite col pretesto della sua morte. Povera Laura Antonelli’. Probabilmente per questa foto diffusa da Lerner non mancano già le polemiche, ma questa è la triste realtà. Che ci piaccia o no.