Una bellissima idea per venire incontro ai rifugiati che sono giunti in Italia e vorrebbero laurearsi aggirando i costi delle tasse universitarie: a Napoli, presso l’Università Orientale, è possibile laurearsi sfruttando il sistema delle borse di studio per l’intero costo del corso scelto. L’iniziativa è partita dalla mente del rettore dell’ateneo, Elda Morlicchio, che qualche giorno fa ha inoltrato la sua proposta in senato accademico e consiglio di amministrazione, ottenendo l’unanimità dei consensi fra docenti e studenti. “Compito dell’università è anche favorire l’integrazione di chi vive qui e dare loro la possibilità di studiare. Gli stranieri sono una risorsa per il Paese, e questo una università come l’Orientale lo sa bene. Dunque abbiamo il dovere di dare il nostro contributo”, ha detto il rettore.
Il primo immatricolato è stato un rifugiato etiope di 31 anni, sbarcato assieme a migliaia di disperati a Lampedusa, nel 2011 e dopo terribili lunghi mesi passati a scappare insieme ai suoi connazionali. Dopo lo sbarco sulle coste siciliane, l’uomo si è rimesso in sesto ed è ripartito per il suo viaggio, diretto in Campania dove tutt’ora vive da anni in una casa in affitto, anche se inizialmente è stato ospite presso un centro di accoglienza per 24 mesi.
Studiare, che passione
Per anni ha cercato di ottenere lo status di rifugiato e un lavoro stabile, senza però abbandonare il sogno di proseguire gli studi. Il 31enne etiope aveva conseguito nel suo Paese di origine una laurea in islamistica e ha sempre desiderato completare il percorso universitario con una laurea magistrale. Finalmente l’occasione è arrivata e per la durata legale del corso di laurea in “Scienze delle lingue storie e culture del Mediterraneo e dei paesi islamici” presso l’Orientale, non pagherà le tasse universitarie ma solo la quota regionale per il diritto allo studio.
C’è però ancora un problema da risolvere: l’iscrizione all’università esige il conseguimento di un diploma di scuola superiore o di una laura triennale per accedere alla magistrale. Non è di certo semplice per un immigrato immaginare di dover portare con sé durante il viaggio verso il nostro Paese una copia di questi attestati.