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Economia

Lavorare 4 giorni a settimana col 100 per cento dello stipendio: ecco dove

Sono più di 3.300 i lavoratori in Gran Bretagna che inizieranno a lavorare per quattro giorni a settimana senza alcuna variazione dello stipendio.

Lavoro in Gran Bretagna – Nanopress.it

Lavorare quattro giorni a settimana senza cali di stipendio è oggi possibile. Si tratta di una sorta di progetto di prova che avrà la durata di sei mesi, ingegnato dall’associazione inglese no profit “4 Day Week Global“, affiancata dai ricercatori delle università di Cambridge e Oxford. Andiamo a scoprire i vantaggi di questa nuova iniziativa.

Una settimana lavorativa di quattro giorni

Ad oggi circa 70 aziende del Regno Unito hanno cominciato ad adottare questo nuovo metodo di lavoro che consiste nel ridurre la settimana lavorativa a 4 giorni, con lo stesso stipendio. Viene definita la ricerca più importante a livello globale e lavorativo, in seguito alle conseguenza che la pandemia ha portato al mondo.

Il Covid-19 ha cambiato le basi del comune posto di lavoro ed ha evidenziato in contemporanea i problemi di stress presenti in determinati ambiti.

Lo scopo dell’esperimento è stabilire se una settimana più corta possa effettivamente influire in modo positivo sulla produttività e sulla diminuzione dello stress e dei burnout durante l’orario lavorativo. Inoltre verranno misurati anche i livelli di soddisfazione dei lavoratori, lo stato salutare e anche il livello di energia.

Sterline britanniche – Nanopress.it

Ogni dipendente ha dato il consenso a questa misura di impatto sulla produttività, sulla salute mentale e sull’uguaglianza. Joe O’Connor, amministratore delegato di 4 Day Week global ha spiegato:

“il Regno Unito era sulla cresta
di un’ondata di slancio globale dietro
la settimana di quattro giorni.
La nuova frontiera per la concorrenza è la qualità della vita. Inoltre il lavoro a orario ridotto e incentrato sulla produzione è il veicolo adatto per dare loro un vantaggio competitivo.”

La controversia in Italia

In Italia il dibattito sembra non essere contemplato, poiché durante la pandemia molti degli impiegati che inizialmente erano favorevoli alla drastica riduzione degli orari (imposta forzatamente dalle norme igieniche e salutari), in un secondo momento si sono ritrovati invece delusi e in difficoltà in mancanza di lavoro e sfavorevoli allo smart working generalizzato, che nel nostro paese rimane per ora solamente un’utopia.

“Si può cominciare a ragionare su forme di riduzione dell’orario di lavoro,
ma il quadro politico non consente
un approccio organico sul tema.”

Ha dichiarato il ministro del lavoro Andrea Orlando, aprendo l’argomento qualche settimana fa, senza però sbilanciarsi troppo alle certezze.

 

 

Elena Sanchez

Classe '00, copywriter in erba. Appassionata di cinema e cultura.

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