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Lavorare da casa, ecco cosa pensano gli italiani

Se è vero che negli ultimi anni sempre più persone lavorano da casa grazie al progresso delle nuove tecnologie, è anche vero che gli italiani non sembrano avere molta fiducia nello smart working. Secondo una recente ricerca, infatti, il 50% degli italiani intervistati sostiene che lavorare da casa non è vantaggioso perché diminuisce il rendimento professionale.

Se lavorare da casa può rappresentare degli indubbi vantaggi per quanto riguarda orari flessibili e autonomia nella gestione degli impegni, quello che emerge dallo studio realizzato da Spaces, comunità di imprenditori, manager e aziende che condividono spazi di lavoro, è che il 50% degli intervistati (su un campione di oltre 1000 lavoratori italiani) ritiene che lavorare da casa può diminuire il rendimento professionale. Eppure chi lavora stabilmente da casa è ‘solo’ il 19,7% del totale degli intervistati.

Cosa avrebbe di svantaggioso lo smart working? Il 40% degli intervistati ritiene che il principale problema del lavoro da casa consiste nelle distrazioni che impediscono di concentrarsi. Le distrazioni più frequenti derivano principalmente dalla presenza dei parenti, familiari o coinquilini (44%), seguite dalla preoccupazione di dover svolgere le faccende domestiche approfittando della presenza in casa (25,9%), o dall’interazione con i social network (17,6%).

Inoltre, il 32% degli intervistati afferma di andare in media due o tre volte al giorno in cucina, ad aprire il frigorifero, dettaglio che genera ulteriore distrazione nel lavoratore. Tra gli altri svantaggi ritenuti conseguenti al lavoro da casa ci sono la percezione di isolamento di cui risente anche la vita sociale (27,8%) e l’eccessiva onerosità, in termini economici, di creare il gruppo di lavoro necessario (24,5%).

Invece di lavorare da casa, spiega Emanuele Arpini, regional marketing manager di Spaces, per evitare distrazioni e migliorare la produttività nel lavoro basta condividere con altri lavoratori uno spazio neutro, come un open space: “Gli spazi di lavoro condiviso – sostiene Arpini – nei quali poter raggiungere il successo, sono una formula moderna che combina comodità, flessibilità e innovazione, elementi sempre più richiesti, senza dover necessariamente disporre di un ufficio fisso”. “Molti imprenditori iniziano aprendo un ufficio in casa: questa soluzione ha pregi e difetti: sicuramente la casa è fonte di distrazione, con conseguente perdita di tempo e riduzione della produttività. Meglio puntare su una comunità di networking che condivide spazi, come quella che offre il nostro progetto”.

In collaborazione con AdnKronos

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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