Lavorare di notte mette in pericolo la salute delle donne. Uno studio compiuto negli Stati Uniti ha riferito che chi lavora di notte può essere soggetto maggiormente al rischio di mortalità a causa di malattie cardiovascolari, ma anche per tumore al polmone. I dati della ricerca sono stati evidenti e hanno riguardato soprattutto chi faceva turni di notte per svolgere alcuni lavori, come per esempio quello di infermiera. In particolare, nel caso delle infermiere, si è visto che chi faceva per più di 5 anni dei turni di notte si ammalava di più sia a livello cardiovascolare che per altre patologie.
Gli autori dello studio hanno affermato che la mortalità più elevata è stata riscontrata tra il personale infermieristico con oltre 15 anni di turni alle spalle e che i risultati confermavano quelli di altri studi sui possibili effetti nocivi che il lavoro notturno avrebbe sull’aspettativa di vita.
Sono state prese in considerazione più di 74.000 donne, coinvolte in diverse indagini tra il 1988 e il 2010. In generale il rischio di mortalità risultava incrementato dell’11% per chi aveva svolto almeno 5 anni di turni lavorativi notturni.
In tutto questo si è tenuto conto anche dell’influenza di altri fattori, come l’abitudine al fumo, il consumo di alcool, l’età, l’eventuale attività fisica svolta e l’indice di massa corporea. Nello specifico, per quanto riguarda il cancro al polmone, il rischio maggiore andrebbe spiegato con il fatto che il sistema circadiano e la melatonina soprattutto avrebbero un effetto antitumorale, funzione che si perderebbe con l’alterazione del normale ciclo sonno-veglia.
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