Alcuni lavoratori rischiano di andare in pensione fino a 4 anni dopo a causa del calcolo contributivo. Come funziona.
Per molti lavoratori, il traguardo della pensione sembra essere diventato irraggiungibile a causa della difficoltà nel possedere i requisiti richiesti. La situazione è peggiorata ulteriormente con l’introduzione del sistema contributivo per il calcolo delle pensioni. A causa di questo meccanismo, molti lavoratori riusciranno ad andare finalmente in pensione solo fino a 4 anni dopo i canonici 67 anni. Scopriamo perché.
Il sistema di calcolo retributivo
Tutto dipende da quando è iniziata la propria carriera lavorativa. Se è prima del 1996, si ha diritto, anche solo per parte della pensione, al calcolo retributivo. Si tratta per certi versi di un calcolo più vantaggioso rispetto a quello contributivo.
Il calcolo retributivo non si basa sui contributi accumulati nel corso della propria carriera, ma sulle ultime buste paga e sul numero di settimane in cui si sono versati contributi. Nello specifico, la pensione viene calcolata sugli ultimi stipendi percepiti dal lavoratore prima di andare in pensione.
E visto che di solito è proprio negli ultimi anni che si guadagna di più, si tratta di un sistema vantaggioso per i lavoratori. Questo tipo di calcolo è applicabile ai lavoratori iscritti alla gestione separata INPS che entro il 31 dicembre 1995 hanno versato un minimo di 18 anni di contributi.
Si applica invece il calcolo misto della pensione per coloro che non avevano ancora 18 anni alla fine del 1995. Questi lavoratori vedranno applicato il calcolo retributivo sulle loro pensioni solo fino al 31 dicembre di quell’anno.
Visto che il calcolo retributivo è applicabile solo ai lavoratori prima del 1 gennaio 1996, si tratta di un metodo che nel tempo scomparirà completamente.
Lavoratori in pensione fino a 4 anni dopo con il sistema contributivo
La riforma Fornero, infatti, ha stabilito il calcolo della pensione con il sistema contributivo per tutti i lavoratori a iniziare dal 1° gennaio 2012. Questo perché il calcolo retributivo della pensione rischiava a lungo andare di creare problemi ai conti statali, perché non si basava sui contributi effettivamente versati.
Ed ecco che si è alzata l’età per la pensione, ed è stato introdotto un sistema di calcolo meno conveniente per i lavoratori. Si tratta di quello che più comunemente conosciamo, il sistema contributivo. Questo meccanismo di calcolo della pensione si basa sulle contribuzioni accumulate nel corso della carriera lavorativa di un individuo.
Il sistema contributivo calcola l’importo della pensione sulla base dei contributi versati, e non tiene conto degli stipendi percepiti negli ultimi anni di lavoro. Questo significa che il calcolo contributivo potrebbe portare a una pensione inferiore rispetto al calcolo retributivo.
Il sistema retributivo è ancora molto conveniente per coloro che ne beneficiano, ma purtroppo si applica ormai solo a una minoranza di lavoratori. Di conseguenza, molti lavoratori che non riescono a raggiungere la soglia di 20 anni di contributi necessaria per la pensione di vecchiaia saranno costretti ad andare in pensione fino a 4 anni dopo i 67 anni.
Questa situazione pone una sfida significativa per i lavoratori, che devono affrontare un prolungamento della vita lavorativa prima di poter accedere alla pensione. Ciò può comportare una maggiore pressione finanziaria e un impatto sulle prospettive di pensionamento e sulle pianificazioni finanziarie personali.