Lussemburgo, Svizzera e Regno Unito sono i Paesi verso i quali si migra di più per lavoro. Ecco i dati emersi dal report Brain gain or drain?
La pandemia di Covid-19 ha temporaneamente cambiato il quadro migratorio, interrompendo i viaggi internazionali e facendo precipitare il mondo in una crisi economica. Le restrizioni applicate per tutelare la salute pubblica hanno reso difficile – a molte persone – trasferirsi in un altro paese per trovare un’occupazione, contando anche il fatto che le opportunità scarseggiano. Ora che la pandemia sta retrocedendo, man mano, in molti già pensano di migrare verso paesi che offrono opportunità lavorative. Ecco quelli più scelti secondo i dati presenti nel report Brain gain or drain?.
Il lavoro, durante e dopo la pandemia, è calato e – a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza – molti lavoratori che avevano intenzione di spostarsi e recarsi all’estero per trovare fortuna hanno rinunciato a tale proposito. Secondo i dati presenti nel report Brain gain or drain? di Hiring Lab, ci sono alcuni paesi che rientrano nelle preferenze della manodopera.
Il report esamina i fattori trainanti del rimbalzo nella ricerca di lavoro transfrontaliera e le implicazioni di questa tendenza per i paesi e le imprese in tutta Europa. Sfruttando dati tempestivi e unici provenienti da centinaia di milioni di ricerche e post su Indeed, dimostrano che, contro ogni previsione, l’attività di ricerca di lavoro delle persone, a livello internazionale, è sul punto di tornare ai livelli pre-pandemia.
Negli anni pandemici, si è affermato, con grande forza, il lavoro a distanza, meglio conosciuto come smart working, per diverse categorie professionali. Un metodo che, però, non è adatto alle mansioni manuali.
In questo senso, si è diffusa una carenza di manodopera causata dalla pandemia, dalla digitalizzazione e dall’invecchiamento della popolazione: tutti aspetti che incrementeranno, probabilmente, la mobilità internazionale delle persone in cerca di una occupazione a nuovi livelli, in tutti i segmenti della forza lavoro. Di conseguenza, le aziende si troveranno a competere per il talento – in modo sempre più intenso – in un’ottica di mercato globale.
I datori ben preparati possono trarre vantaggio da queste nuove tendenze occupazionali. Il report, inoltre, mette a disposizione un inventario di pratiche innovative che possono guidare i reclutatori e aiutare i datori di lavoro a orientarsi nelle opportunità e nelle sfide dei mercati del lavoro europei post-pandemia.
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