Via libera al Decreto flussi che consentirà di reperire manodopera nel settore agricolo e nel turismo: ok a oltre 450mila ingressi in un triennio.
La difficoltà a reperire nuove risorse umane nel settore agricolo e nel comparto turistico ha spinto l’esecutivo ad approvare il nuovo Decreto flussi in occasione della riunione del Consiglio dei ministri. Con il provvedimento saranno disponibili immediatamente 40mila lavoratori in più nel comparto primario e nel settore turistico.
Poi oltre 450mila lavoratori saranno disponibili nel prossimo triennio: dagli elettricisti agli idraulici, dagli assistenti sociosanitari agli autisti degli autobus, dai badanti ai lavoratori stagionali per il settore alberghiero. I 40mila lavoratori stranieri che saranno disponibili immediatamente si potranno addizionare agli oltre 80mila previsti dall’ultimo provvedimento varato ad inizio dell’anno. Tali ingressi sono destinati a soddisfare le oltre 200mila istanze presentate con il click day a marzo.
Sono oltre la metà rispetto al fabbisogno le istanze provenienti dai datori di lavoro che ricercano personale nel settore turistico ed in quello agricolo. Il nuovo Decreto flussi è stato appena approvato dal Consiglio dei ministri e consente di espletare una pianificazione triennale. Si tratta di una validissima risposta che l’esecutivo mira a fornire all’enorme richiesta della manodopera straniera nel comparto dell’agricoltura e del settore turistico.
Moti ingressi saranno riservati agli Stati che sigleranno accordi volti a riammettere i migranti che giungono in Italia in modo del tutto illegale. Grazie al Decreto flussi non serviranno più provvedimenti di natura transitoria, ma sarà necessaria una vera e propria programmazione triennale, che permetterà anche di espletare corsi di formazione nei paesi d’origine.
Il governo spiega che è stata introdotta
“la logica incrementale delle quote e si riduce in modo progressivo il divario tra flussi di ingresso e fabbisogni del mercato del lavoro, in modo coerente con la capacità di accoglienza e d’inserimento dei lavoratori stranieri nelle comunità locali”.
Grazie al provvedimento sopra citato, è stata ampliata la platea delle professioni interessate. I datori di lavoro fanno fatica a reperire idraulici, elettricisti, addetti alla cura familiare, addetti alla pesca, lavoratori del settore turistico-alberghiero, addetti alla pesca, addetti alla meccanica e alla cantieristica, oltre agli addetti al comparto alimentare.
Gli immigrati saranno impiegati soprattutto nel settore agricolo e in quello turistico: una quota sarà riservata a tutti quegli stranieri provenienti dai paesi che hanno siglato accordi volti a semplificare la migrazione legale e a contrastare quella illegale. Le domande saranno presentate dalle organizzazioni lavorative rappresentative a livello nazionale.
Palazzo Chigi spiega che le
“Organizzazioni assumeranno l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori fino alla effettiva sottoscrizione dei contratti di lavoro”.
Questo provvedimento consente al governo di avere una programmazione triennale e di soddisfare le richieste da parte dei datori di lavoro di manodopera straniera da impiegare regolarmente nell’agricoltura e nel comparto turistico.
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