Lavoro, l’occupazione è in calo nel terzo trimestre dell’anno: la situazione italiana fotografata dai dati Istat registra un rallentamento.
L’occupazione in Italia ha subito un rallentamento nel terzo trimestre del 2022. In Italia è ancora emergenza disoccupati e i giovani non hanno facile accesso al mondo del lavoro, mentre si stima che oltre un quarto degli italiani viva con un reddito annuo inferiore ai 10mila euro.
Nel terzo trimestre italiano del 2022, l’input di lavoro (misurato in Ula, unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) risulta in lieve calo rispetto ai tre mesi precedenti. Secondo l’indagine Istat sulo stato occupazionale nel Paese, si sarebbe registrata una leggera diminuzione (pari a -0,1%) rispetto al secondo trimestre dell’anno.
Stando ai dati diffusi dall’Istituto, la crescita su base annua rallenta (+2,7% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno).
Cala anche l’occupazione nel Paese, con una diminuzione rispetto al trimestre precedente (-12.000 -0,1%), a fronte di un calo dei disoccupati (-52 mila, -2,6%) e di un lieve incremento del numero di inattivi nella fascia 15-64 anni (+30 mila, +0,2%).
Secondo quanto emerge dalla fotografia Istat contenuta nella nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione del terzo trimestre 2022, le retribuzioni nette per i lavoratori si sono ridotte del 10%.
Tra il 2007 e il 2020 si è inoltre osservato che i contributi sociali dei datori di lavoro sono calati del 4%, anche per l’introduzione di misure di decontribuzione, mentre i contributi dei lavoratori sarebbero sostanzialmente invariati. Aumentate del 2% circa le imposte sul lavoro dipendente.
Dalla nota Istat emerge inoltre un altro dato relativo ai redditi degli italiani. Nel 2020, il 76% di quelli lordi individuali (al netto dei contributi sociali) non supera i 30mila euro annui.
Di questi, circa la metà si colloca tra 10.001 e 30mila euro, mentre oltre un quarto è sotto i 10mila euro.
Sempre guardando al reddito lordo annuo, si registra che soltanto il 3,7% supera i 70mila euro con particolare riferimento agli anni 2019 e 2020.
Nel report dell’Istat si legge anche che la distribuzione dei redditi lordi individuali nel 2020 evidenzia un “aumento consistente” rispetto all’anno precedente per la quota dei redditi della classe inferiore (sotto i 10mila euro), in particolare per i redditi da lavoro autonomo (41,7% del 2020 rispetto al 35,5% del 2019) e da lavoro dipendente (25% rispetto del 2020 rispetto al 21,3% del 2019).
Per quanto riguarda il cuneo fiscale, nel 2020 si stima che la riduzione (bonus Irpef e trattamento integrativo) abbia riguardato almeno 12,7 milioni di persone.
In questo scenario, la spesa complessiva si sarebbe attestata intorno ai 10,8 miliardi di euro di trasferimenti, pari a 850 euro pro capite.
Secondo l’indagine Istat, il beneficio fiscale sarebbe andato maggiormente a vantaggio dei salariati appartenenti ai quinti di reddito familiare equivalente medio-alti.
Nello specifico, stando alle rilevazioni, il 17,3% sarebbe andato a favore dell’ultimo quinto (il più abbiente), il 26,4% al quarto quinto (immediatamente sotto quello più abbiente), il 24,1% al terzo quinto, il 20,3% al secondo e l’11,9% al primo quinto, cioè alla fascia più povera tra i contribuenti.
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