La presidente di Taiwan Tsai è partita per un viaggio che prevede due transiti negli Stati Uniti e, già nel momento in cui la notizia è emersa tramite il Financial Times, si era sollevata una polemica in merito ai viaggi di transito concessi dalla Cina alle autorità di Taiwan, che comprendono per l’appunto il territorio Usa. Ora che la presidente è partita l’attesa è tutta verso Il possibile incontro del funzionario statunitense McCarthy, leader della camera, e la Cina avvisato in merito che verranno attuate contro risposte importanti nel caso questo avvenisse.
La questione tra Cina, Usa e Taiwan non accenna a trovare un equilibrio, ma anzi la tensione è in continuo aumento e la preoccupazione, che questo alimenti Pechino a velocizzare la riunificazione vedendo minata la propria posizione dominante. La questione si è deteriorata da agosto 2022 ovvero da quando la ex speaker della Camera Nancy Pelosi ha deciso di fare una visita inattesa a Taiwan e stringere rapporti con le autorità di Taipei senza interpellare Pechino e questo ha inasprito e creato tensione in aggiunta alla già presente questione dei chip con Taipei che ancora prima della visita di Pelosi.
Taiwan è una delle maggiori produttrici internazionali di chip, che sono necessari come componentistica a innumerevoli tipologie come ad esempio all’interno della apparecchiature elettroniche, ma anche per le auto e attrezzature militari. Un primato tecnologico che la Cina non vuole perdere è un comportamento da parte degli Stati Uniti, che ritiene scorretto ha generato la famosa guerra dei chip che sia poi appesantita anche dalle provocazioni, o almeno ritenute tali da Xi Jinping, attuate dall’amministrazione statunitense di Biden.
La notizia che la presidente taiwanese Tsai avrebbe fatto una tappa negli Stati Uniti durante un suo viaggio ha destato immediatamente il malcontento dell’autorita di Pechino e il Financial Times ha condiviso la notizia proprio poche ore prima che il ministro degli Esteri cinese Qin Gang nell’ambito delle “due sessioni”.
Una conferenza stampa dove la Cina è stata molto dura nei confronti degli Usa e delle loro accuse nei confronti della Cina, ma anche verso Taiwan, nonostante non abbia mai menzionato specificamente la notizia. Ha precisato di essere preoccupato per l’evolversi dai rapporti tra Washington e Pechino precisando però che ciò che rovina i rapporti sicuramente quello che sta accadendo allo stretto di Taiwan, che è legato retoricamente a quanto sta succedendo nel conflitto in Ucraina. Ha riferito: “Perché gli Stati uniti chiedono di non fornire armi alla Russia ma continuano a vendere armi a Taiwan?”.
Questo perché la Casa Bianca aveva approvato altri 619 milioni di dollari per un pacchetto di fornitura a Taiwan. Qin ha addirittura scelto di leggere la parte della Costituzione nella quale viene precisata che Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese. Ha dichiarato: “La questione di Taiwan è la prima linea rossa da non oltrepassare nelle relazioni tra Stati uniti e Cina”.
Successivamente McCarthy ha confermato che avrebbe avuto un incontro in California con la presidente di Taiwan Tsai riferendo anche di non escludere una possibile visita in futuro a Taipei.
Le autorità di Taiwan hanno invece confermato che stavano organizzando un piano di transito nell’ambito di un viaggio più vasto in territorio americano e soprattutto sudamericano, che avrebbe visitato facendo scalo per l’appunto negli USA.
Secondo il Financial Times e altri media statunitensi ma anche internazionali la visita potrebbe essere stata organizzata per cercare di evitare una reazione aggressiva della Cina nel caso in cui l’incontro fosse avvenuto a Taipei.
Questo perché la visita di McCarthy avrebbe sicuramente aizzato il malcontento e il nervosismo di Pechino, dato che sarebbe arrivata a meno di un anno dalla visita di pelosi e questa volta sarebbe stato un atto recidivante e non un’azione nuova come la precedente.
McCharty ha poi sostenuto che l’incontro con Tsai in California non precluderebbe una sua futura visita a Taipei e, pertanto, la teoria precedente potrebbe essere smontata ma la realtà mostra crepe diplomatiche, per le quali è possibile credere che la ragione sia stata l’impossibilità di gestire la possibile reazione di Xi nel caso in cui McCharty avesse messo piede nonostante le raccomandazioni chiare a Taiwan.
Secondo le autorità cinesi quello che una volta effettuava Washington ovvero un processo di mediazione col ruolo di arbitro nella disputa tra Cina e Taiwan si è trasformato oggi in ciò che Pechino, vede come un ruolo da istigatore allo secessionismo.
La posizione che sostiene Pechino è che gli stretti contatti che stanno avendo gli USA con Taiwan a otto mesi dalle elezioni, fanno sorgere il dubbio che possano essere collegati a infiltrarsi in strade politiche e a pregiudicare l’esito delle elezioni.
Le ripetute dimostrazioni militari avvenute negli ultimi tempi tra Taipei e la Cina potrebbero innescare un incidente e questa preoccupazione aleggia nella comunità internazionale in quanto sono state attuate incursioni di navi già cinesi entro le 12 miglia nautiche ovvero nello spazio e marittimo aereo di Taipei.
La paura che possa capitare un incidente come è avvenuto lo scorso settembre col drone civile su Kinmen che è stato poi abbattuto potrebbe, questa volta, innescarsi un conflitto che porterebbe anche gli alleati a muoversi e lo scenario che le autorità internazionali vogliono e devono assolutamente scongiurare.
Le visite dei presidenti taiwanesi negli Stati Uniti sono regolate da piani di transito appositamente gestiti assieme alle autorità cinesi e nonostante non siano mai stati vietati ci sono regole e vincoli che vendono affrontati con attenzione da entrambe le Nazioni.
Questa nuova visita in programma ha destabilizzato ulteriormente i rapporti tra Usa e Cina.
Ecco le tre Nazioni si stanno preparando negli ultimi mesi ad una potenziale invasione cinese e pertanto stanno potenziando il proprio armamento militare per poter difendere lo stretto.
Taiwan è partner degli Stati Uniti da diverso tempo ma non ha mai intrattenuto rapporti così stretti con le autorità di Taipei senza rapportarsi con Pechino.
Bonnie Glaser che che si occupa del programma Indo Pacifico presso il German Marshall fund negli Stati Uniti ha precisato che: “C’è la possibilità che il viaggio, se non gestito con cura, possa esplodere in faccia a tutti” ed ha aggiunto che: “potrebbe concludersi con una grande dimostrazione di forza militare da parte della Cina, che introdurrebbe ancora più attriti nelle relazioni con gli Usa”.
La diplomazia delicatissima che viene attuata per equilibrare i viaggi di Tsai negli Stati Uniti necessita di particolare attenzione e le visite di transito e nel corso degli anni i presidenti taiwanesi, hanno ricevuto un certo respingimento da parte di Pechino ma non si sono mai verificate problematiche o sollevate questioni diplomatiche, come in questo momento storico.
Il Dipartimento di Stato Usa ha precisato: “Pechino non ha motivo di trasformare questo transito, che è coerente con la politica statunitense di lunga data, in qualcosa che non è o di usarlo per reagire in modo eccessivo”.
Gli Stati Uniti hanno invitato il presidente ping a sentire telefonicamente il presidente Biden nel tentativo di appianare i recenti rancori ma Pechino ha sorvolato sulle richieste pervenute.
Sembra che le autorità cinesi vogliano prima capire come si concluderà l’intera faccenda del transito della presidentessa di Taiwan Tsai negli Usa.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha dichiarato già diversi giorni fa che: “Ci opponiamo fermamente a qualsiasi forma di interazione ufficiale tra Stati Uniti e Taiwan, ci opponiamo fermamente a qualsiasi visita negli Stati Uniti da parte della leader di Taiwan, indipendentemente dalla motivazione o dal pretesto” sottolineando : “il viaggio non è tanto un ‘transito’, ma un tentativo di propagare l’indipendenza di Taiwan”.
Se da un lato il viaggio li sai potrebbe rivelarsi come un monito per gestire i rapporti con gli Stati Uniti in maniera differente, andando a rafforzare ulteriormente i rapporti, dall’altro potrebbe far scaturire una reazione feroce da parte della Cina che sta osservando la situazione dopo aver avvisato delle conseguenze.
La portavoce di Tsai ha riferito che: “La Cina ha intensificato il suo comportamento aggressivo e questa è una preoccupazione generale. Pensiamo che la migliore risposta sia una cooperazione più profonda con i nostri partner per salvaguardare la pace nella regione e proteggere i nostri valori democratici comuni“.
Le autorità cinesi hanno espresso chiaramente il loro parere contrario in merito al possibile incontro, tra lo speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Kevin McCarthy e la presidente di Taiwan Tsai.
L’avvertimento eh pervenuto nella giornata di mercoledì 29 Marzo esattamente quando la presidente ha iniziato il suo viaggio. La mia età effettiva del viaggio e visitare Guatemala e Belize pertanto sarà costretta a transitare attraverso New York e la California.
Le notizie emerse ma che non hanno ricevuto nessun tipo di conferma parlavano del possibile incontro tra i due leader alla fine dei dieci giorni di soggiorno della presidente di Taiwan.
Pechino rivendica Taiwan in maniera democratica e la identifica come propria e ha ripetutamente avvertito i funzionari statunitensi di non incontrare il capo di Stato taiwanese. Questo perché l’avvicinamento verrebbe considerato come una intromissione nella questione sono a riunificazione.
Il malcontento di Xi è ben noto e soprattutto è stato mostrato chiaramente, anche quando che lo usi ha raggiunto Taipei e il presidente cinese ha avviato giochi di guerra attorno all’isola per manifestare chiaramente la sua posizione.
L’esercito di Taiwan ha precisato che nel momento in cui la presidente è partita hanno cominciato a monitorare in maniera molto più profonda la situazione e le mosse provenienti dalla Cina.
ZhuFenglian che si occupa dell’ufficio cinese, per gli affari esteri a Taiwan, ha precisato ai giornalisti a Pechino che: “I transiti erano solo l’attesa all’aeroporto o in hotel, ma anche l’incontro con funzionari e legislatori statunitensi. Se entra in contatto con il presidente della Camera degli Stati Uniti McCarthy, sarà un’altra provocazione che viola gravemente il principio della Cina unica, danneggia la sovranità e l’integrità territoriale della Cina e distrugge la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”.
Sottolineando che: “Ci opponiamo fermamente a questo e prenderemo sicuramente misure per reagire risolutamente”.
Mentre in tutto ciò gli Usa affermano che i transiti dei presidenti taiwanesi sono una routine e che la Cina non dovrebbe calcare la mano in questa maniera riguardo al transito della presidente di Taiwan Tsai.
È consuetudine che i presidenti di Taiwan e le autorità di Taipei transitino regolarmente attraverso gli Stati Uniti durante le visite diplomatiche all’estero e soprattutto quando devono recarsi in America Latina, Caraibi e Pacifico.
Nonostante non siano viaggi ufficiali, molte volte sono stati utilizzati per attuare incontri di alto livello tra funzionari.
Le autorità di Pechino hanno dichiarato che: “Cina e Taiwan appartengono a ‘una sola Cina’, afferma Pechino, e che in quanto provincia cinese Taiwan non ha diritto ad alcun tipo di legame tra stato e stato.”
Nonostante Taipei respinga con forza e da sempre le rivendicazioni di sovranità territoriale e per questo Taipei crede che sia il popolo a dover decidere della propria appartenenza.
Il capo di Stato Tsai perché sarà a New York dove terrà un discorso alla Hudson Institute il 30 Marzo, in rotta verso l’America Latina e poi di nuovo alla Ronald Reagan Presidential Library in California al suo ritorno in Asia ad aprile. Si tratta della quarta volta che visita gli Stati Uniti da quando è entrata in carica nel 2016 e durante le visite ha incontrato i senatori repubblicani Ted Cruz e Marco Rubio e man mano i viaggi diventati sempre più seri e formali.
Il consulente di Taipei per Taiwan J. Michael Cole ha riferito in merito: “Tali visite sono una riaffermazione del sostegno degli Stati Uniti a Taiwan in un momento in cui i critici dell’amministrazione Tsai – e del PCC [Partito Comunista Cinese] – si sforzano di seminare dubbi sull’affidabilità e l’impegno degli Stati Uniti come partner di Taiwan”.
La presidente ha invece assicurato che l’isola difenderà i valori della libertà e della democrazia e che non cadrà alle provocazioni e alle pressioni internazionali ed esterne.
Sottolineando che: “Taiwan difenderà fermamente i valori di libertà e democrazia e continuerà a essere una forza per il bene della comunità internazionale. In quanto forza chiave nell’economia globale. Taiwan “continuerà a perseguire la prosperità e lo sviluppo comuni del Paese e lavorerà con alleati e Paesi che la pensano allo stesso modo”.
La presidente taiwanese ha precisato facendo riferimento alle pressioni di Pechino che: “la determinazione di Taiwan a diventare globale diventerà sempre più forte e la pressione esterna non ostacolerà la determinazione alla globalizzazione di Taiwan”,
La presidente ha poi concluso: “siamo calmi e fiduciosi in noi stessi e non ci arrenderemo, né provocheremo”.
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