Il leale di Alfredo Cospito ha parlato di “Pena fissa incostituzionale” durante l’udienza pubblica tenutasi nella giornata di oggi a Roma.
Sulla pena fissa, il legale di Alfredo Cospito in aula durante l’udienza pubblica della Consulta, ha affermato che “Dichiarata indiziata di incostituzionalità perché non consente di parametrare la pena all’offesa”. L’avvocato dello Stato invece ha detto di essere convinto che, qualora per l’anarchico si dovesse arrivare a delle attenuanti, si andrebbe a creare un vulnus nel sistema.
Un vulnus, dunque una lesione di un diritto, a detta dell’avvocato di Stato. Qualora la pena di Alfredo Cospito venisse attenuata. Il dibattito ha tenuto banco a lungo in Italia, e continua tutt’oggi, vista l’udienza pubblica tenutasi a Roma della Consulta. Il regime di carcere duro, al momento Cospito si trova in detenzione al 41bis, ha generato polemiche e ha trovato forza dai vertici governativi, che non hanno ceduto a pressioni, manifestazioni e scioperi della fame.
Altri esperti, opinionisti, giornalisti, hanno invece trovato una lesione del sistema proprio nella condanna a Cospito. La motivazione? Il 41bis sarebbe nato con il fine di isolare i capi della criminalità organizzata dal mondo, non permettergli di continuare a gestire i loro business. In questo contesto infatti, è emerso come le anche le mafie vedendo al debolezza dello stato sull’argomento hanno provato a fare pressioni. Dunque, estendere le condanne al 41bis per un caso come quello di Cospito per terrorismo e nello specifico per l’attentato alla scuola Carabinieri di Fossano del 2009 – secondo chi si oppone al carcere duro per l’anarchico – giocherebbe invece in favore della malavita che pure preme per abolirle.
Un dibattito che non trova ancora fine, mentre oggi il legale di Cospito ha parlato davanti alla Corte Costituzionale a Roma che dovrà esprimersi sull’articolo 69 del codice penale, che per il reato di strage politica impedisce sconti di pena nei casi di recidiva aggravata.
Flavio Rossi Albertini, dopo che i giudici torinesi hanno chiesto a quelli della Consulta di esprimersi in base alla norma che pare contraria al principio di proporzionalità della pena e della rieducazione, ha affermato: “Il mio assistito ha visto transitare la pena da 15 anni alla pena fissa dell’ergastolo”.
Paola Zerman invece, avvocato generale dello Stato, ha parlato rivolgendosi alla Corte di vulnus nel sistema, qualora si dovesse riconoscere l’attenuante per lieve entità del fatto – nessun morì e nessuno venne ferito durante l’attentato – e potrebbe pericolosamente aprire la strada per riconoscere lieve entità di reati come quelli di associazione mafiosa.
L’attentato per cui Alfredo Cospito si trova oggi al regime di carcere duro del 41bis risale come noto al giugno del 2006. L’attentato alla Scuola di Fossano, dove vennero piazzati degli esplosivi – due – all’interno di alcuni cassonetti dei rifiuti e poi collocati all’ingresso della scuola. Non vi furono ne feriti ne morti al seguito dell’attentato.
Su questa base secondo la Corte d’appello di Torino si riconoscerebbe l’attenuante per lieve entità, che potrebbe ridurre la pena di un terzo. Per quell’attentato Cospito è stato condannato per strage politica, che è punita con l’ergastolo. Oltre a questo, l’anarchico è anche stato dichiarato recidivo reiterato. Dunque, proprio l’articolo 69 del codice penale, impedisce che per un caso come questo si possa attuare lo sconto di pena.
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