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Le api muoiono, ogni anno sempre di più, mettendo in pericolo l’intero ecosistema. A dispetto degli allarmi sull’estinzione di questi insetti, lanciati da vari organismi internazionali, la moria delle api prosegue nella sostanziale indifferenza dell’uomo, nonostante tentativi di salvaguardia di alcuni Paesi che si sono inventati persino autostrade dedicate per cercare di porre un freno a questa strage silenziosa. Una strage che potrebbe costarci molto caro, poiché il lavoro svolto dalle api in Natura è fondamentale in tanti aspetti della nostra quotidianità.
Qual’è la causa della morte delle api? Uno studio del 2014 coordinato dall’Università di Napoli e condotto insieme a quelle di Udine e di Bologna, pubblicato sulla rivista Pnas, punta il dito contro gli insetticidi neonicotinoidi, tra i più usati dagli agricoltori di tutto il pianeta, che indebolirebbero il sistema immunitario degli insetti favorendo la progressioni di infezioni virus che solitamente invece sono stroncate dalle difese immunitarie. Questo insetticida ha dunque il ha il potere di alterare l’equilibrio tra il sistema immunitario delle api e i virus patogeni presenti in maniera latente: perché dunque non ritirarli dal mercato ed usare altri strumenti di prevenzione dei campi meno dannosi per l’organismo degli insetti?
Se sulle cause la scienza ancora discute, puntando il dito anche sul riscaldamento globale, il cui responsabile principale resta sempre l’uomo, le conseguenze dell’estinzione delle api lasciano pochi dubbi: i più catastrofisti sostengono che all’uomo resterebbero solo quattro anni di vita, parafrasando un aforisma attribuito ad Albert Einstein, ma in ogni caso la morte delle api produce un danno ambientale senza pari, poiché attraverso l’impollinazione dei fiori questi insetti producono molte sostanze fondamentali che finiscono nella nostra tavola, non solo miele, ma anche pomodori, mele, fragole e mandorle, giusto per citarne solo alcune.
Secondo uno studio di Harvard del 2015 un mondo senza api significa mettere a rischio la produzione di frutta e verdura, con un aumento della mortalità del 3 per cento nella popolazione mondiale: 71 milioni di persone potrebbero trovarsi senza vitamina A nei Paesi a basso reddito, e 2,2 miliardi, che già hanno un’alimentazione insufficiente, avrebbero apporti vitaminici ancora più modesti. Inoltre 173 milioni persone avrebbero una grave carenza di folati, sostanze contenute nella vitamina B ritenute necessarie per tutte le attività cellulari, compresa la produzione di globuli rossi, e per prevenire forme di anemia. Il polline delle api è un elemento essenziale per gli equilibri del pianeta, e un mondo senza questi insetti, semplicemente, non ha futuro.
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