In Yemen armi occidentali, fabbricate negli Stati Uniti e nel Regno Unito, hanno causato in tredici mesi la morte di almeno 87 civili a causa dei bombardamenti aerei portati avanti dall’Arabia saudita, che ha comprato le difese proprio da questi due paesi.
A rivelarlo uno studio condotto da Oxfam. Il valore del commercio di armi è da capogiro. Si parla di 23 miliardi di sterline il giro d’affari del Regno Unito con l’Arabia Saudita.
Nell’arco di un anno, anzi, per essere precisi durante 13 mesi nel periodo compreso tra gennaio 2021 e febbraio 2022, almeno 87 civili sono morti in Yemen, uccisi da attacchi aerei condotti con armi che Regno Unito e Stati Uniti hanno fornito alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita nel Paese mediorientale. L’evidenza è emersa attraverso un’analisi svolta da Oxfam.
L’organizzazione che lotta contro povertà e disuguaglianze ha puntato il dito contro il governo britannico, accusandolo di ignorare un chiaro “modello dannoso” causato dai bombardamenti indiscriminati. La Ong sottolinea anche come la fornitura di armi a Riad rappresenti un commercio redditizio per la Gran Bretagna.
Secondo Martin Butcher, un consulente di Oxfam, nel periodo osservato ci sono stati 431 bombardamenti aerei in Yemen. Questo significa circa uno al giorno. “L’intensità degli attacchi non sarebbe stata possibile senza una adeguata fornitura di armi”, ha sottolineato Butcher. I numeri evidenziati dall’organizzazione parlano di 87 civili uccisi e di 136 rimasti feriti. Il consulente lo ha definito “un modello di violenza che è in atto contro la popolazione civile” e tutti gli attori coinvolti nel conflitto, fornitori di armi compresi, hanno fallito nel tentativo di prevenirlo.
La ricerca evidenzia poi quali armi provengano dai due paesi occidentali sotto accusa. Alcuni bombardamenti sarebbero stati condotti con jet fabbricati da industrie britanniche o statunitensi. In particolare tredici hanno preso di mira cliniche e ospedali e hanno coinvolto anche case e fattorie. I civili sono così stati costretti a lasciare le proprie abitazioni e i rifugi dopo 293 raid aerei.
Velivoli da caccia Tornado e Typhoon sono stati venduti dalla Gran Bretagna alle forze aeree saudite, secondo Oxfam, e gli Usa hanno invece venduto gli F-15. L’Arabia Saudita è infatti il principale membro della coalizione internazionale che combatte i ribelli huthi in Yemen.
Alcune delle bombe usate nel conflitto sono fabbricate nel Regno Unito. Una stima elaborata dal gruppo pacifista CAAT, che lavora per l’abolizione del commercio internazionale di armi, parla di circa 23 miliardi di sterline in armi vendute dagli inglesi ai sauditi dal 2015, in termini di valore totale. L’organizzazione pacifista si è anche appellata all’alta corte perché sostiene che il Regno Unito stia ignorando potenziali crimini di guerra in Yemen.
La guerra in Yemen è iniziata nel 2014. Il conto dei civili uccisi è drammatico. Sono 8,983 secondo un progetto indipendente chiamato Yemen Data Project. Il conflitto è regionale ma ha innescato una delle più gravi crisi umanitarie degli ultimi anni.
Dopo la sua elezione, il presidente Usa Joe Biden aveva dichiarato che era sua intenzione fermare la vendita di armi all’Arabia Saudita. Tuttavia, il commercio è andato avanti con la vendita di sistemi di difesa del valore di oltre 4 miliardi di dollari. Il Regno Unito, invece, non ha mai manifestato l’intenzione di interrompere la vendita.
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