Continuano gli aiuti nella guerra fra Russia e Ucraina, quest’ultima beneficerà anche di diverse armi che l’Italia manderà nel Paese.
Durante la conferenza stampa con il presidente ucraino Zelensky, Giorgia Meloni ha rafforzato il sostegno dell’Italia verso il Paese che da un anno è sotto l’attacco dei russi. Per farlo, ha promesso diverse armi che verranno inviate, come sistemi anti-missile, mentre ancora non ci sono decisioni sui caccia chiesti da Kiev.
La guerra ha portato a una grande solidarietà verso il popolo ucraino, che si esprime anche con l’invio degli aiuti militari per poter rispondere all’offensiva russa. Le forze armate di Kiev possono contare sul sostegno di molti Paesi e dopo gli arrivi più rilevanti, ovvero i carri armati statunitensi Abrams e quelli di fabbricazione tedesca Leopard, anche l’Italia contribuirà in modo significativo.
Durante l’ultima visita di Giorgia Meloni a Kiev, la presidente del Consiglio ha incontrato Zelensky e i leader hanno risposto alle domande dei giornalisti. In particolare la Meloni ha confermato chiaramente l’appoggio all’Ucraina in questa guerra, un’affermazione che doveva fare assolutamente, dato che su di lei pesa l’ombra di una parte del governo in amicizia con Putin, elemento molto scomodo.
Complimentandosi con l’Ucraina per la risposta all’attacco dei russi, la Meloni ha fatto riferimento al dopoguerra italiano che venne definito come miracolo per la grande rinascita del Paese:
“sono sicura che fra qualche anno potremo parlare di miracolo ucraino, questo è il mio impegno. il mondo è con voi, vi siamo debitori e non lo dimenticheremo”
così la premier nella conferenza stampa di ieri ma un punto importante dell’incontro è stato quello relativo alla questione delle armi che verranno inviate a Kiev.
L’Ucraina aveva chiesto dei caccia ma la Meloni ha dichiarato che al momento il governo sta valutando l’invio o meno di aerei poiché bisogna decidere insieme ai partner internazionali, però altre tipologie di armi arriveranno a breve.
Come affermato dalla premier, il governo italiano si è concentrato su sistemi di difesa antiaerea Samp-T, Skyguard e Spada perché la priorità è quella di proteggere i cittadini e le infrastrutture presenti nei luoghi sotto assedio.
Come ha ribadito:
“non è possibile girarsi dall’altra parte e sarebbe stupido e irresponsabile. quando c’è un aggredito tutte le armi sono difensive e chi sostiene militarmente l’ucraina è chi lavora per riportare la pace”.
Le armi promesse a Zelensky sono delle sofisticate batterie contraeree diverse fra loro ma che usano i medesimi missili terra-aria, gli Aspide.
Queste armi vennero progettate più di 30 anni fa da Selenia e da allora sono state più volte aggiornate per rispondere ai criteri delle tecnologie moderne. Gli esperti le considerano molto precise e in effetti hanno un raggio di azione di decine di chilometri.
Per quanto riguarda il sistema Skyguard, si tratta di un’arma che intercetta le minacce aeree a bassissime quote, che verrà inviato dopo che altri Paesi hanno approvato l’esportazione, cosa che non serve per il sistema anti-missile Spada, già in dotazione all’Aeronautica italiana.
Abbiamo poi il sistema Samp-T, di gran lunga più moderno rispetto agli altri due: intercetta velivoli prendendo in considerazione un raggio di 100 chilometri e missili balistici tattici entro i 25 chilometri.
Si tratta di una delle migliori armi di cui può approfittare ora l’Ucraina, nonché uno dei migliori sistemi antiaerei esistenti al mondo.
Anche nell’anno precedente l’Italia è stata un’importante alleata di Kiev dal punto di vista delle armi, infatti sono stati inviati lanciarazzi, carri armati e camionette anti mine ma anche mezzi di trasporto per i soldati.
Il contributo del nostro Paese è stato importante anche perché sono stato donati dei sistemi bellici molto potenti e moderni, ovvero i mezzi semoventi Mlrs e Pzh2000, che hanno aiutato le truppe a sconfiggere la sofisticata artiglieria russa.
L’ultimo decreto Draghi aveva stabilito l’invio di altri obici semoventi, gli M109L, cingolati corazzati relativamente vecchi, basti pensare che venivano utilizzati durante la Guerra Fredda, ma ancora utili poiché dotati di un cannone da 155 millimetri.
Con la conferenza stampa di ieri, la Meloni ha rinnovato l’impegno ad aiutare l’Ucraina con azioni concrete, auspicando che termini al più presto il conflitto in cui quello che è stato definito scherzosamente il “presidente operaio”, ovvero Zelensky, sta lavorando magistralmente.
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