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Categories: Motori

Le auto che hanno fatto la storia: Fiat 124, la world car italiana

Se qualcuno vi dicesse che la Fiat 124 ha venduto più esemplari della Ford Modello T (15 milioni), probabilmente lo scambiereste per un matto. Eppure è vero, questa cifra supera i 20 milioni, ai livelli del Maggiolino Volkswagen. Fra poco spiegheremo da dove arriva questo numero che appare sbalorditivo. Forse la faccenda diventa più chiara se aggiungiamo due paroline inglesi: world car. Sì, perché questa tradizionale berlina della casa torinese (era ancora a Torino a quell’epoca) ha avuto all’estero un successo immenso, soprattutto nella defunta Unione Sovietica, dove aveva il nome di Lada 2101, soprannominata Ziguli. Non era una caramella ma l’auto che ha motorizzato il Paese più grande del mondo. Quindi la Fiat 124 merita a pieno titolo di entrare nella categoria delle auto che hanno fatto la storia.

Qualcuno potrebbe definire esagerato includere le vendite della versione russa. Ma è lo stesso modello. Del resto le classifiche delle vendite di tutti i tempi sono compilate allo stesso modo: mettono dentro di tutto, senza fare distinzione tra le diverse generazioni di prodotto. Solo così si spiegano cifre che lasciano perplessi, come i 40 milioni della Toyota Corolla, contati dal 1967; oppure i 35 milioni del pick up Ford F-150, dal 1948; o i 27 milioni della Golf, dal 1974. Ovviamente le prime generazioni di questi modelli non hanno assolutamente nulla in comune con le ultime. Però questo è il criterio di conteggio usato. Allora anche la Fiat 124 può stare in questa classifica; inoltre andranno aggiunte le vendite della nuova 124 Spider uscita nei mesi scorsi.

Partiamo dall’Italia. Era il 1966. Dalle linee produttive di Mirafiori uscì la prima Fiat 124, il cui ruolo fu sostituire le berline 1300 e 1500 nel segmento medio-alto del mercato. Il suo target non era soltanto quello delle famiglie con discrete possibilità economiche; soprattutto la 124 doveva farsi strada nell’ampio panorama delle utenze professionali e aziendali; non a caso sfondò come taxi. Guardando le sue caratteristiche, questa vettura si potrebbe definire anche come anonima. Non aveva un design rivoluzionario e le soluzioni meccaniche erano molto tradizionali. Motore anteriore (inizialmente un 1.2, poi si arrivò anche al 1.750), trazione posteriore, cambio a quattro marce; però anche quattro freni a disco, che all’epoca non erano precisamente universali, se non in fasce di prezzo ben più sostanziose.
Ma la sua forza fu proprio quella. La Fiat 124 era un’auto per chi badava al sodo. Affidabile, robusta, concreta, relativamente economica, senza fronzoli, sufficientemente comoda e spaziosa. L’auto per lavorare e per viaggiare in modo razionale. Chi voleva qualcosa di più esotico o grintoso, non aveva che da entrare in un concessionario Alfa Romeo e comprare una Giulia. Ma doveva anche pagarne il prezzo, non propriamente da utilitaria.

Il mercato premiò le scelte della Fiat fin dall’inizio. Le vendite fioccavano. Negli anni successivi arrivarono anche le versioni più glamour, per aggiungere prestigio alla gamma. La Fiat 124 Sport Coupé conquistò la clientela amante della guida divertente con tocchi sportivi; anche qui le vendite furono buone, circa 310.000 esemplari, in virtù di un ottimo rapporto prezzo/qualità; ricordiamoci che le concorrenti si chiamavano Giulia GT e Fulvia Coupé. Un posto speciale va però riservato alla Fiat 124 Sport Spider. Qui c’era la mano di Pininfarina. Stile contemporaneamente classico e moderno, la vettura ideale per le gite all’aria aperta, dava un ottimistico senso di libertà. Chi non poteva permettersi l’Alfa Spider certamente sceglieva la 124. Ottenne un ottimo successo negli Stati Uniti. Ne venne derivata anche una versione da corsa, la Fiat Abarth 124 Rally. In totale vennero venduti circa 150.000 esemplari della scoperta.

Torniamo alla berlina. In Italia la Fiat 124 chiuse onorevolmente la sua carriera nel 1974 con oltre un milione e mezzo di esemplari. Ma dobbiamo risalire al 1966, perché in quell’anno la Fiat concluse un accordo con l’Unione Sovietica per la costruzione di una fabbrica e la produzione su licenza per il blocco dell’est proprio della 124. La fabbrica venne costruita a Togliattigrad, città che nel 1964 aveva preso quel nome in memoria di Palmiro Togliatti. La linea produttiva fu pronta nel 1970 e cominciò a sfornare la 124 bolscevica, il cui nome locale fu Lada 2101; è nota anche come VAZ 2101, dal nome dell’azienda automobilistica di Stato AvtoVAZ. La versione familiare era invece la 2102. Il nomignolo con cui quella vettura divenne popolare in Russia fu Ziguli, dal nome di una catena montuosa nelle vicinanze della fabbrica.

Fu un successo sbalorditivo, anche perché non c’erano in realtà delle alternative decenti. Le differenze meccaniche rispetto all’originale erano poche e riguardavano soprattutto le sospensioni, rinforzate per poter sopportare le strade disastrose dell’URSS. Le ragioni del successo erano le stesse della versione originale: costava poco, era robusta, affidabile, semplice da mantere, spaziosa. Questa vettura letteralmente motorizzò l’Unione Sovietica, cioè la nazione più grande del mondo. Venne prodotta quasi inalterata fino al 1982. Di questa Lada si contano oltre 17.3 milioni di esemplari.
Ma non finisce qui. La produzione delle derivate della Fiat 124 proseguì oltre gli anni Ottanta e le vendite furono numerose anche in altre nazioni. Spagna, Turchia, Ucraina, India, Malesia, Marocco, Egitto, dove viene costruita ancora. La vera world car italiana, appunto.

Roberto Speranza

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