Il Sole 24 Ore si è impegnato nell’analisi delle varie modifiche contrattuali dei più grandi Istituti bancari.
In alcuni casi ci si è trovato di fronte ad una grande riduzione di costi mentre in altri si è assistito ad un aumento degli oneri di tenuta conto.
Le modifiche dei costi dei conto corrente delle principali banche
A causa delle modifiche unilaterali dei contratti bancari si è assistito a delle differenze di costo di conto corrente per tutti gli italiani. Questo è ciò che è possibile affermare a seguito di un’indagine portata avanti da Il Sole 24 Ore il quale ha confrontato tutti gli effetti che si sono avuti in Italia. Non sono mancati dei casi in cui le banche hanno deciso di diminuire i costi proprio per far fronte al rialzo dei tassi che ha deciso la Bce durante le ultime settimane, anche se poi si è assistito anche ad un aumento riguardo agli oneri di tenuta conto.
Così il quotidiano economico ha scoperto che Banca Sella ha diminuito i costi di conto corrente in quanto, a partire dal mese di ottobre del 2022, le imprese non vedono più applicata la commissione di giacenza. Lo stesso percorso è stato intrapreso da BNL un istituto bancario che da agosto del 2022 ha ritoccato i tassi negativi per le imprese. Però, a partire da questo mese, BNL si è trovata costretta ad aumentare i costi dei conto corrente a causa della rialzo dell’inflazione.
Banco di Desio ha preso la decisione di diminuire gli oneri dei conti eliminando la excess liquidity fee. In base all’indagine del Sole 24 Ore questa banca però ha anche aumentato i costi sempre sempre restando sulla scia dell’inflazione anche se attualmente sta pensando di diminuire le commissioni. Anche Banco Bpm ha deciso di muoversi più o meno allo stesso modo in quanto da una parte ha azzerato la commissione di gestione giacenze per le imprese mentre dall’alto ha aumentato, sempre a causa dell’inflazione, i costi dei conto corrente.
Il comportamento di tutte le altre banche
A partire dal mese di maggio, Bper ha intenzione di diminuire i costi ai suoi clienti che, durante gli ultimi due anni, si sono trovati di fronte agli effetti dei tassi negativi. Dal mese di gennaio però questo istituto bancario in particolare ha aumentato il costo delle carte di debito e dei conti corrente. Credit Agricole sta decidendo se sia il caso o meno di diminuire i costi dopo i rialzi dei tassi di interesse mentre Credem, sempre in base a ciò che scrive Sole 24 ore, durante le prime settimane del 2023, ha ripristinato le condizioni sui conti anteriori per i tassi negativi.
Non mancano poi degli istituti bancari che hanno deciso di diminuire il canone mensile. Stiamo parlando della Fineco. Inoltre, anche Intesa Sanpaolo, banca che ha già portato avanti degli interventi non generalizzati, nei prossimi mesi abbasserà i costi i quali furono aumentati nel 2017 a seguito di una manovra peggiorativa. Poste Italiane invece ha preso la decisione di eliminare l’aumento di 2 euro sul canone che fu introdotto durante l’estate dello scorso anno anche se in un secondo momento ha poi preso la decisione di aumentare i costi sui conti correnti a causa dell’inflazione.
Unicredit invece ha diminuito il canone per cercare di combattere l’aumento dei tassi negativi tra il 2018 – 2021 anche se poi ha aumentato i costi a causa dell’inflazione. Non mancano poi delle banche che non hanno preso nessun tipo di decisione al riguardo scegliendo così di non abbassare nessun costo né tantomeno di alzarlo. Stiamo parlando di Banca Mediolanum, Banca Etica, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare di Bari e Sparkasse.
In questi giorni inoltre Che banca! sta decidendo di muoversi sia verso la prima che la seconda soluzione. Infine Il Sole 24 ore sottolinea che Banca d’Italia ha suggerito a tutti gli Istituti bancari di non apportare nessuno aumento sulle spese dei clienti dei conti correnti né di procedere con modifiche unilaterali dei vari contratti.