Il 14 maggio, la Turchia sarà chiamata al voto per le presidenziali. Elezioni cruciali per il Paese che dal 2003 ha un solo capo: Recep Tayyip Erdogan. È proprio per spezzare la supremazia dell’ex sindaco di Istanbul che anche in Italia, proprio oggi, i migliaia di residenti turchi si sono presentati alle sedi dei consolati per esprimere la loro preferenza.
Due le sedi in cui gli italiani-turchi si potevano recare per dare il loro voto: l’ambasciata di Roma e il Consolato Generale a Milano. Attese interminabili e lunghe code davanti ai seggi, dove si è registrata una grandissima affluenza. Una ingegnera, residente in Italia da 6 anni, arrivata nella Capitale da Padova, ha spiegato a Nanopress l’importanza di queste elezioni: “Ne va del futuro della democrazia della Turchia. I cittadini turchi sono stanchi di vivere sotto un governo autocratico”.
In Turchia il 14 maggio si svolgeranno le elezioni presidenziali e politiche. Un momento di grande importanza per le sorti del Paese, che coinvolgerà anche i 20.148 aventi diritto al voto residenti in Italia. Oggi, 7 maggio, è stato l’ultimo giorno disponibile per recarsi ai seggi, tra Roma all’Ambasciata turca e Milano al Consolato Generale.
Pur lontani, ma comunque vicini alle sorti del loro popolo, quindi, i turchi italiani hanno fatto registrare delle lunghissime code ai seggi. Anche Tanra Mansur, 24 anni, residente in Italia da sei anni, ingegnera ed ex studentessa di Tor Vergata, ha voluto esprimere il proprio voto, e lo ha fatto ieri.
“Sono arrivata da Padova di mattina presto per andare all’Ambasciata. Già alle 8:00 la strada era piena di gente in coda, anche se i seggi aprivano solo alle 9:00 – ha raccontato a Nanopress la ragazza –. Questo fa capire l’importanza di queste elezioni in Turchia. Ho sentito di alcuni amici che hanno votato a Milano, sono rimasti fuori dal Consolato per sei ore, hanno pranzato per strada“.
La febbre è salita soprattutto nel weekend, con l’affluenza che è schizzata alle stelle soprattutto il 6 maggio e oggi, domenica 7 – a Milano hanno dovuto aggiungere una quarta postazione per smaltire la coda -. sintomo che i cittadini turchi nel nostro Paese hanno dimostrato grandissima coscienza, specialmente in un periodo delicato come questo.
Le elezioni di domenica prossima, infatti, sono decisive per un cambio di passo del Paese perché vedranno sfidarsi Recep Tayyip Erdogan, primo ministro dal 2003, poi presidente della Repubblica dal 2014, quando di fatto è cambiata la forma di governo, e il capo dell’opposizione, il repubblicano leader del CHP, Kemal Kilicdaroglu. “Il voto di queste elezioni è fondamentale, ne va del futuro della democrazia della Turchia. Le ultime elezioni non erano state così sentite. Adesso la coscienza è diversa. Capisco le persone che hanno aspettato in fila per 6 ore solo per votare, è diventata una grande responsabilità per tutti noi“, ha raccontato ancora Mansur mentre si trovava in coda per votare in via Palestro.
Manca una settimana alle elezioni che potrebbero rappresentare una svolta per il Paese, colpito da una gravissima crisi economica oltre che dal terremoto che lo scorso 6 febbraio ha ucciso più di 50mila persone e causato milioni di sfollati, tantissimi dei quali non potranno nemmeno votare.
Diverse province colpite dal terremoto sono roccaforti storiche del partito Akp e di Erdogan, il quale è chiamato ad affrontare una sfida senza precedenti, con l’occidente che scommette su Kemal Kilicdaroglu. Anche in Turchia è prevista, secondo i sondaggi, un’affluenza record alle urne.
“Per molti anni i cittadini turchi hanno avuto difficoltà anche solo a esprimere liberamente la loro opinione, sopratutto se è contro il governo. Negli ultimi anni la situazione si è aggravata, ad esempio a causa dell’annullamento delle convenzioni che proteggono i diritti delle donne. Come se non bastasse, la Turchia è entrata in un periodo di collasso economico. Quindi le persone hanno iniziato ad affrontare gravi problemi economici e sociali. Queste elezioni sono più importanti di altre, perché c’è la possibilità di rendere la Turchia un paese più democratico. Credo che cittadini turchi siano stanchi di vivere sotto un governo autocratico” ci ha tenuto a sottolineare ancora Mansur.
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