Le modifiche del superbonus se lo stop della cessione del credito andrà a pesare su Pil è debito dell’Italia.
Come stimato dai diversi istituti, nei prossimi 5 anni si andranno a pagare imposte dirette per una cifra di circa 16 miliardi all’anno, per un totale di 81 miliardi.
I bonus edilizi e lo stop della cessione del debito possono creare delle conseguenze negative sul PIL e il debito d’Italia. Per capire quanto sia grave il peso di questi bonus edilizi bisogna partire dal principio, proprio come è stato spiegato dal Corriere della Sera con un’attenta analisi, prendendo come spunto le decisioni prese da parte dell’Eurostat, ossia l’agenzia statistica europea.
È stata proprio l’agenzia a chiedere all’Italia di prendere una decisione proponendo due opzioni tra cui scegliere. È possibile quindi scegliere se inserire all’interno del debito, 120 miliardi di euro precedentemente generati all’interno dei crediti di imposta oppure iscriverli a deficit negli anni precedenti, ovvero tra il 2020 e il 2022.
È stata proprio quest’ultima l’opzione scelta dallo Stato, ragion per cui verranno rivisti i disavanzi. A tal proposito, come continua a spiegare il Corriere, il deficit di quegli anni sarà al di sopra oppure vicino al 10% del prodotto interno lordo.
Bisogna però prendere in considerazione anche il tema dei crediti incagliati. A questo punto interviene l’associazione nazionale costruttori edili (Ance), la quale stima un totale di ben 15 miliardi.
È stata dunque presentata una proposta al governo, attraverso cui dare una possibilità alle banche di utilizzare a compensazione dei crediti i versamenti F24 direttamente dalle imposte fatte dai propri clienti. Inoltre è anche stato richiesto che i crediti incagliati vengano acquistati da società che sono poste sotto il controllo del Ministero dell’Economia.
La situazione però sembra aver preso anche una strada negativa, considerando sempre l’analisi effettuata dal Corriere della Sera. Secondo le stime delle banche nei prossimi 5 anni si arriverà a pagare imposte dirette per una cifra di 16 miliardi all’anno, arrivando dunque ad un totale complessivo di 81 miliardi.
I crediti d’imposta che sono stati attualmente riconosciuti hanno un valore di 120 miliardi e dato che le banche non hanno la minima intenzione di assorbirne più di 80 miliardi, ne resteranno ancora 40.
Intanto la richiesta dei costruttori edili è ben chiara, dato che chiedono di “non cambiare troppo le regole ma di risolvere quello che si sta facendo, scegliendo una misura stabile nel tempo e sostenibile economicamente. In pratica pensare una politica industriale per un settore importante”.
Questo perché, attualmente oltre fai crediti incagliati sono presenti “moltissimi contenzioni tra condomini, professionisti, imprese, cittadini: ricevo messaggi di cittadini disperati e di imprese che hanno preso impegni e che ora non sanno come fare”.
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