L’avventura di Marcello Gemmato, responsabile per la sanità di Fratelli d’Italia e ora sottosegretario alla Salute, non è iniziata nel migliore dei modi. Intervistato da Aldo Cazzullo, il farmacista è apparso scettico sull’efficacia dei vaccini contro il Covid, meglio: ha preferito non schierarsi né con chi è favore, né con chi è contrario. E la cosa non è passata in sordina per le opposizioni.
La pandemia da Covid non è finita. Sia perché il virus ancora circola e continua a contagiare milioni di persone nel mondo, sia perché la lotta per far sì che diventi endemico è ancora lontana da concludersi. Certo, un passo avanti lo si è fatto con i vaccini, a cui l’Italia ha risposto presente, ma c’è anche chi non la pensa alla stessa maniera, o perlomeno così sembra.
Marcello Gemmato, per esempio, sottosegretario alla Salute del governo di Giorgia Meloni, già responsabile del partito della presidentessa del Consiglio per la sanità sia a livello nazionale, sia in Puglia, ha preso di mira le scelte fatte dall’esecutivo precedente nel merito definendole “politiche e non scientifiche“.
Non solo, però, perché durante la trasmissione di Rai 2 “Restart-L’Italia ricomincia da te”, intervistato dal giornalista e conduttore Aldo Cazzullo, il farmacista ha prima spiegato che “per larga parte della pandemia, l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti“, poi ha rincarato la dose a domanda diretta del cronista del Corriere della sera che affermava, appunto, che senza i vaccini sarebbe andata peggio. “Questo lo dice lei – ha ribattuto l’esponente di Fratelli d’Italia -, non abbiamo l’onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini“.
Per lui, ancora, l’approccio utilizzato è stato ideologico, perché la politica non si dovrebbe occupare di certi temi. Nel merito, qualche giorno fa, aveva chiarito come si dovevano mettere in sicurezza solo i cluster “che hanno dato mortalità“, quindi fragili, anziani e immunodepressi. Non per tutti è consigliato il richiamo vaccinale, soprattutto non lo è “a chi sta bene, a chi si riconosce in un cluster che non dà mortalità, sia per analisi costo-beneficio, sia perché vi sono delle reazioni avverse all’assunzione di farmaci e di vaccini“.
Anche sul reintegro dei medici e del personale sanitario non vaccinato, Gemmato aveva una posizione, per così dire, discutibile. “Abbiamo semplicemente anticipato di sette settimane il fatto che 4mila medici tornino a fare il loro lavoro“, aveva detto salvo poi precisare che non erano tutti no vax, “ma persone che avevano fatto la prima e la seconda dose, in più avevano contratto la malattia, e interrogato l’Ordine dei Medici chiedendo se fossero equiparati agli altri cittadini, con il raggiungimento dell’immunizzazione tramite la malattia. Rispetto a questo non è stata data risposta dal ministero precedente . E questi medici, sono stati messi fuori dai ruoli“.
Per rimanere nell’ambito politico, il segretario e deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova, ha attaccato la maggioranza dicendo che “il governo è apertamente no vax e anti scientifico. Chiedo a Giorgia Meloni se vuole correggere anche questa posizione o se per lei va bene così“.
Mentre, ancora dal Pd, la responsabile della salute, Sandra Zampa, ha domandato provocatoriamente come non ci siano prove che il vaccino abbia salvato milioni di vite umane, e poi: “Oltre a interrogarmi sulla qualità delle conoscenze scientifiche di un laureato in farmacia, chiedo al ministro Schillaci che invece è laureato in medicina, se non sia opportuno fare due chiacchiere con il suo unico sottosegretario. Chiedo alla presidente del Consiglio Meloni che nelle stesse ore a Bali affermava esattamente il contrario, cioè che grazie ai vaccini la pandemia ha enormemente ridotto la propria violenta aggressività, se è d’accordo con il suo compagno di partito“. Più o meno dello stesso avviso anche Matteo Orfini, sempre in quota dem.
E sull’argomento non poteva mancare neanche l’opinione di Matteo Bassetti, uno degli infettivologi più famosi e direttore delle Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che, sulla scia dei politici, si è chiesto “come si fa a dire che non c’è prova scientifica che i vaccini, che sono serviti a salvare la vita a milioni di persone? Basterebbe saper leggere la letteratura scientifica. Un bel tacer non fu mai scritto…“.
Se da un lato le dichiarazioni di Gemmato fanno discutere parecchio, le scelte che invece stanno prendendo al governo con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, vanno in senso opposto. Il prorettore di Tor Vergata ha spiegato che si stanno organizzando dei lanci sulle principali reti per sensibilizzare le persone alla campagna vaccinale “contro influenza e Covid, nella speranza che tutti possano capirne l’importanza“. “Prima che i virus inizino a circolare più rapidamente, abbiamo bisogno dell’impegno di tutti per far sì che chi è più fragile capisca l’importanza di vaccinarsi“, ha detto ancora.
Posizione, per altro, ribadita dalla stessa premier Meloni al G20 di Bali, che ha parlato del virus “in calo in molti Paesi, tra questi l’Italia“, ma grazie “al lavoro straordinario del personale sanitario, ai vaccini, alla prevenzione, alla responsabilizzazione dei cittadini, la vita è tornata progressivamente alla normalità“.
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