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Cronaca

Le fiamme distruggono il Drago di Vaia, via alla raccolta fondi

Il Drago di Vaia è andato distrutto da un incendio scoppiato ieri sera intorno alle 22, evento che potrebbe essere doloso. Al via una raccolta fondi.

Drago di Vaia – Nanopress.it

L’opera realizzata con il legno di risulta della foresta distrutta 5 anni fa dalla tempesta Vaia, da cui prende il nome, era conosciuta a livello nazionale. L’artista Marco Martalar aveva avuto l’idea di realizzare questo imponente drago alto 6 metri e largo 7, per celebrare l’importanza del polmone verde che le calamità naturali del 2018 bruciarono, parliamo di diverse zone del Triveneto fra Alto Adige e Veneto ma anche di Liguria e più tardi, regioni meridionali come Sicilia e Calabria. Il drago sorgeva sull’Alpe Cimbra ed era una bella attrazione che turisti e residenti amavano visitare ma anche molto significativa, terribile pensare che qualcuno abbia voluto volontariamente distruggerla, anche se è una delle ipotesi delle forze dell’ordine che stanno lavorando per mettere in sicurezza l’area insieme ai Vigili del fuoco ma anche per ricostruire l’accaduto. Intanto, parallelamente a questa vicenda terribile, è partita la gara di solidarietà e online sono stati raccolti in poche ore già 4.000 euro per la ricostruzione del famoso drago, fortemente rappresentativo di queste zone.

Distrutto il Drago di Vaia

Il Drago di Vaia era un’opera semplice e al contempo maestosa. Realizzato con il legno di risulta della tempesta Vaia del 2018, che distrusse diversi ettari di aree boschive nel nord Italia e non solo, era una scultura realizzata con materiale 100% naturale che i residenti di Trento, dove sorgeva, amavano molto. Aveva un significato molto bello e con questo enorme drago alto 6 metri e lungo poco più, l’artista veneto Marco Martalar ha voluto rappresentare la resilienza di un Paese che non abbassa la testa di fronte alle difficoltà e rinasce dalle sue ceneri.

In ricordo di quei polmoni verdi italiani che ormai non ci sono più, il drago simboleggiava la rinascita ma qualcuno ha voluto dargli fuoco. O meglio, questa è solo una delle ipotesi di chi sta lavorando al momento nell’area dell’Alpe Cimbra dove sorgeva. I tecnici sono a lavoro per i rilievi in zona perché un violento incendio scoppiato ieri sera intorno alle 22 ha distrutto il Drago di Vaia.

Sul posto, in località Magrè di Lavarone, sono arrivati i pompieri ma l’opera era già avvolta completamente dalle fiamme. L’intervento immediato ha consentito di spegnere subito il rogo prima che si espandesse. È stato doloso? Difficile dirlo al momento ma si tanno conducendo indagini per verificare questa pista.

Tutto è possibile e fra l’altro in questo periodo leggiamo spesso di incendi causati dal caldo e dal vento, però a insospettire le forze dell’ordine è il fatto che guarda caso sia scoppiato proprio nel punto esatto dove sorgeva l’imponente scultura in legno.

Drago di Vaia – Nanopress.it

Sono in corso gli approfondimenti del caso e a indagare sono i carabinieri di Rovereto che al momento, non sanno dare una spiegazione all’origine delle fiamme. Come dicevamo però, c’è un’alta probabilità che l’incendio – visibile anche a chilometri di distanza a causa della colonna di fumo nero che si è alzata in cielo – sia stato doloso, anche perché la zona è facilmente accessibile attraverso piste forestali e sentieri. Per questo motivo le autorità stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nei pressi dei punti di accesso all’area.

In quel punto sorgeva una scultura realizzata in seguito alla distruzione di migliaia di ettari di foreste alpine di conifere, molte delle quali si trovavano proprio in Trentino Alto Adige. Questa era destinata a decomporsi con il passare delle stagioni, invece, la mano dell’uomo, ha lasciato in quel punto solo un mucchietto di cenere.

Il Drago di Vaia

Conosciuto a livello nazionale, il Drago di Vaia aveva riscosso nel 2021, quando fu realizzato, un ampio successo, registrando più di 1.000 visitatori nel primo fine settimana di apertura al pubblico. L’opera di Martalar, artista del legno di fama mondiale, mostrava la rinascita della natura, con fierezza e maestosità, caratteristiche che la creatura mitologica rappresentava al meglio.

Chiamato anche Drago Alato di Magrè, era quello realizzato in legno ad essere più alto al mondo. Ci sono voluti mesi di lavoro per crearlo e 2.000 scarti di arbusti, i quali non sono stati trattati. Quel legno sarebbe stato destinato a scomparire con il vento e la neve, invece aveva trovato sotto le mani di un sapiente artigiano, una nuova bellissima collocazione, intrinseca di significato e valore.

L’installazione, perfetta e realistica in ogni dettaglio, sembrava uscita dai migliori film fantasy.

Lo stesso artista ha realizzato altre due sculture simili: il Lupo che si trova a 1.600 metri di quota nella frazione di Vetriolo (Viterbo) e il Cervo che invece si erge con le sue forme sinuose a Millegrobbe, sempre nel territorio dell’Alpe Cimbra. Tutte le sculture sono state costruite con il legno derivante dalla distruzione dei boschi da parte della tempesta Vaia, bellissimi esempi di come gli scarti possono diventare arte.

La raccolta fondi

Un peccato che il bellissimo Drago sia andato distrutto ma mentre le indagini proseguono per capire cosa davvero sia successo ieri sera, gli utenti si sono dati da fare online, infatti è stata lanciata una raccolta fondi per realizzarne uno nuovo e in poche ore è arrivata a 4.000 euro.

A diffondere l’iniziativa solidale è stato il sindaco Isacco Corradi, prima sulla piattaforma “Gofundme” e successivamente attraverso la pagina Facebook “Lavarone green land”, dedicata appunto alle bellezze territoriali del paese.

“Il Drago di Vaia è sparito sotto le fiamme, che sia stato un incidente o un gesto volontario, ad ogni modo credo che il danno sia stato frutto della stupidità umana dettata dall’ego. C’è l’incapacità di apprezzare stando fermi in silenzio, in questi anni ho visto persone arrampicarsi sul Drago e rovinarlo ma non pensavo si arrivasse a tanto” ha scritto il primo cittadino di Lavarone.

Incendio – Nanopress.it

Dopo questa premessa, che suona più come uno sfogo, ha spiegato che la raccolta ha lo scopo di contrastare atti vili come questo e mostrare che la comunità non si piega a questi. “Insieme all’artista stiamo cercando di capire come ricostruire il Drago, perché l’opera non potrà mai essere uguale a prima”.

È intervenuto anche il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che ha avuto parole molto pesanti per il responsabile: “Il piromane deve vergognarsi. Ha ridotto in cenere un’opera simbolo del nostro territorio, che era il drago in legno più grande del mondo”.

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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