Non poteva scampare alle grinfie de Le Iene Dario Tomasello, il professore accusato di aver copiato il saggio che gli ha fatto vincere un concorso all’Università di Messina. Il professore non ha preso affatto bene l’agguato di Gaetano Pecoraro, sbarcato a Messina per chiedergli spiegazioni.
Tomasello ha vinto il concorso di professore ordinario in Letteratura italiana contemporanea indetto mesi fa dall’Università siciliana. Nulla di strano finché il collega Giuseppe Fontanelli ha scoperto che il saggio di Tomasello sarebbe stato in gran parte copiato da quello dello storico luminare Giuseppe Amoroso. Fontanelli ha quindi denunciato il collega per plagio al ministero dell’Istruzione e alla procura di Milano. Poi la decisione, a sorpresa, del ministero che ha confermato l’incarico (potete leggere qui l’intera vicenda).
Una storia che ha fatto gola a Le Iene, che hanno mandato in Sicilia il loro inviato. Pecoraro, com’era prevedibile, è stato accolto molto male da Tomasello, che per tutto il servizio ha cercato di fuggire alla telecamera e alle pungenti domande chiedendo aiuto (invano) a polizia e carabinieri.
Come si vede nel video le richieste di spiegazioni del giornalista sono cadute così nel vuoto. Pecoraro è riuscito a intervistare gli altri professori coinvolti, Fontanelli e Amoroso, ma non Francesco Tomasello. Stiamo parlando dell’ex rettore dell’Università di Messina, considerato molto potente, nonché padre del presunto prof copione. Dario Tomasello, sostengono i detrattori, sarebbe stato graziato dal ministero proprio per la parentela. L’ex rettore non ha dato retta alla Iena (anche questo era prevedibile), si è messo in macchina e si è allontanato sgommando.
La vicenda non è passata inosservata ai politici del Movimento 5 Stelle: “Non consentiremo al Miur di chiudere con due parole di circostanza il caso di Dario Tomasello, il professore associato di letteratura italiana contemporanea all’Università di Messina, e figlio dell’ex potente rettore dello stesso ateneo, che avrebbe copiato interi passaggi della prova per l’abilitazione a professore ordinario“. La nota del M5S che ha presentato un’interrogazione alla Camera sulla vicenda prosegue così: “Il ministero non può cavarsela affermando che la commissione giudicante, seppure messa davanti a quello che sembra a tutti gli effetti un caso di plagio, ha deciso di non modificare il giudizio. Interroghiamo ministro Giannini per avere chiarimenti sul caso e, in particolare, rispetto alle scelte compiute dal direttore generale del ministero, Daniele Livon“.
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