Le indagini sul giallo di Alice Neri escludono il coinvolgimento del “terzo uomo”: lo scrive il gip nelle motivazioni del rigetto delle analisi sui vestiti del collega, mai indagato, sollecitate dai consulenti del marito della 32enne, Nicholas Negrini.
Nel frattempo, su altri reperti del delitto sarebbero stati disposti ulteriori accertamenti, dai quali si spera di arrivare a nuovi tasselli utili alla ricostruzione dell’omicidio.
Il terzo uomo, il collega di Alice Neri mai indagato che le avrebbe scritto lettere d’amore covando una sorta di “ossessione” per lei, non c’entra con la sua morte.
A escludere un coinvolgimento dell’uomo nel delitto della 32enne di Rami di Ravarino, trovata carbonizzata nella sua auto bruciata a Fossa di Concordia, sarebbe stato il gip di Modena, Andrea Scarpa.
Lo stesso giudice delle indagini preliminari che, pochi giorni fa, avrebbe respinto la richiesta della difesa del marito della vittima, Nicholas Negrini, di sottoporre ad analisi la tuta da lavoro del collega (che nel frattempo sarebbe stata restituita all’azienda e distrutta).
Le indagini finora svolte, secondo quanto riportato dall’Ansa che cita le motivazioni del gip, non consentono di individuare elementi che rimandino alla presenza dell’uomo nell’area in cui, intorno alle 5.15 del 18 novembre scorso, l’auto di Alice Neri venne rilevata in movimento per l’ultima volta.
Questo porterebbe quindi gli inquirenti ad escludere che il collega in questione si trovasse in zone di interesse investigativo nelle ore in cui si consumava il delitto.
Finora, la Procura di Modena ritiene insussistenti elementi che portino in direzione di altri sospettati oltre il 29enne tunisino Mohamed Gaaloul, in carcere da mesi e ritenuto il principale indiziato dell’omicidio.
A suo carico, secondo chi indaga, vi sarebbero elementi utili a tracciare un “robusto quadro indiziario” che la difesa, rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini, non ravvisa.
Gaaloul era stato arrestato in Francia dopo una presunta fuga all’estero iniziata all’indomani della morte di Alice Neri.
La custodia cautelare in carcere è stata confermata dal Riesame poche settimane fa.
Nell’ambito dell’inchiesta erano stati iscritti nel registro degli indagati, come atto dovuto a garanzia degli stessi, il marito di Alice Neri e un collega, Marco Cuccui, che con lei trascorse ben 7 ore la sera dei fatti.
Proprio nel locale in cui i due avrebbero consumato un lungo aperitivo, secondo gli inquirenti Alice Neri sarebbe stata avvicinata da Mohamed Gaaloul per poi finire con lui in auto ed essere aggredita e uccisa dopo che Cuccui era tornato a casa.
Alla luce degli elementi raccolti fino a questo momento, scrive Ansa, secondo il gip l’analisi della tuta del “terzo uomo” mai indagato non avrebbe aggiunto alcun dettaglio utile alle indagini. Inoltre, lo stesso avrebbe “un alibi di ferro“.
Stando a quanto emerso, le verifiche condotte dagli inquirenti sugli spostamenti del terzo uomo, così come la comparazione tra le dichiarazioni dell’uomo e della moglie, non avrebbero portato a galla criticità degne di attenzione.
Un nuovo incidente probatorio è atteso nelle prossime settimane, con udienza fissata al 28 aprile per il conferimento degli incarichi peritali che serviranno a condurre esami su ulteriori reperti – un fazzoletto, due mozziconi, resti di una spilla e anelli – isolati sul luogo del ritrovamento di corpo e auto bruciati.
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