In base a quelle che sono le attuali intenzioni, a partire dal mese di febbraio del 2023, il governo sarà al lavoro su alcune modifiche per quanto riguarda il fisco, facendo particolare attenzione alle multe e alle imposte.
Maurizio Leo, il vice ministro dell’economia, ha dichiarato di non essere intenzionato nel ricorrere a scostamenti di bilancio. Il suo scopo è quello di verificare tutti i costi delle misure avvalendosi dell’aiuto della Ragioneria Generale.
Le ipotesi della nuova riforma fiscale
Il governo ha intenzione di utilizzare un nuovo sistema fiscale composto da regole molto semplici il cui scopo è quello di portare i contribuenti a pagare di meno e cercando così di recuperare una base imponibile.
Inoltre il loro obiettivo è anche quello di creare tutte le condizioni necessarie così che si possano attirare, il più possibile, i vari investimenti che al momento vengono fatti all’estero.
Il governo Meloni quindi ha intenzione di procedere verso questa direzione cercando di realizzare una riforma complessiva che diminuisce il carico di contenzioso.
Un progetto a cui il governo inizierà a lavorare durante i primi mesi del 2023 dando vita ad un disegno di legge entro il mese di febbraio proprio come afferma Maurizio Leo, il vice il ministro dell’economia.
Modifiche all’IRPEF e alla flat tax
Il governo quindi ha intenzione di semplificare anche quella che è considerata l’imposta più importante, ossia l’IRPEF.
In base a ciò che ha confermato Maurizio Leo, lo scopo è quello di eliminare una di quota passando dalle quattro attuali arrivando così a tre.
In questo modo si va ad alleggerire il prelievo, soprattutto per il ceto medio. A tutto ciò va ad aggiungersi anche la flat tax incrementale per tutti, ossia un prelievo agevolato del 15% su tutti i redditi dichiarati.
Una misura che verrà introdotta nel 2023 anche per tutte le partite IVA e che potrebbe anche essere esteso ai lavoratori dipendenti.
Il viceministro dell’economia però afferma che il governo ha intenzione di realizzare una riforma incisiva e comprensiva senza ricorrere ad uno scostamento di bilancio.
“Ovviamente dobbiamo verificare i costi di questa come di altre misure con la Ragioneria generale”, queste le parole del viceministro.
Attraverso questa dichiarazione quindi è facile capire che la misura dovrà avere, al suo interno, tutte le coperture nel momento in cui ci si trovi di fronte a probabili cali del gettito.
In base a ciò che afferma Leo, nel momento in cui si va ad abbassare il peso fiscale all’interno del sistema andranno ad emergere numerosi redditi che attualmente non sono dichiarati.
Anche se la somma da versare sarà più bassa, è molto probabile che il gettito punterà in alto.
Le tax expenditure e la riforma per le imprese
Un’altra cosa molto importante da aggiungere è che in previsione c’è anche il recupero delle risorse attraverso “il riordino delle cosiddette tax expenditure: oggi ci sono70 pagine di istruzioni relative a detrazioni, deduzioni, crediti d’imposta. Bisogna razionalizzare e ridurre queste agevolazioni”.
Si tratta di un tema con il quale ogni governo si è trovato a fare i conti anche se alla fine hanno sempre fatto la stessa scelta, ossia intervenire andando a cancellare alcuni sconti fiscali che possono essere poco giustificati oppure attraverso il taglio degli sgravi.
Per quanto riguarda le aziende, l’intenzione del governo è quello di compiere il percorso totale dell’eliminazione dell’Irap.
Infatti è lo stesso ministro Leo a spiegare che attualmente il sistema risulta essere sbilanciato.
Per le PMI invece l’idea è quella di utilizzare un concordato preventivo, mentre per le grandi aziende la logica che deve essere seguita è quella della Cooperazione.
La riforma del fisco, per i professionisti e i lavoratori autonomi, potrebbe prevedere l’estensione della flat Tax al 15%, una misura che è già stata approvata all’interno della nuova manovra per le partite IVA che hanno dei compensi annui di 85.000 euro.
Attraverso i programmi elettorali portati avanti dai partiti di centro-destra, sembra che tale soglia debba essere innalzata a €100.000, un’asticella che, in base a ciò che pensa Leo, non risulta essere allineata con il regolamento presente dell’Unione Europea.
Il viceministro però decide di dire la sua anche sul capital gain, su quelle norme aggiunte all’interno della manovra che attualmente hanno innalzato un vero e proprio polverone punt.
Il viceministro infatti afferma che queste misure sono state prese facendo riferimento al rivalutazione di terreni, immobili e partecipazioni così che il valore possa essere allineato sul mercato attuale.
In questo caso la quota che deve essere versata del 14%, mentre, per le future plusvalenze, la tassazione resta al 26%.
Anche in questo caso lo scopo del Governo è quello di porre un aiuto al contribuente. Quest’ultimo punto è ciò che al centro della riforma del contenzioso e delle sanzioni.
Maurizio Leo infatti afferma che attualmente ci troviamo a livelli espropriativi “Si arriva fino a sanzioni dal 120 al 240%. Dobbiamo ridurre le sanzioni e semplificare le regole, in modo da attrarre gli investimenti dall’estero”.
Infatti, in base a ciò che affermano gli esperti, questa è una riforma molto ambiziosa, una decisione che porta in tanti a chiedere se questa possa o meno essere sostenuto dal sistema fiscale italiano.