L’edizione della corsa di Le Mans ’66 rappresenta, per tutti gli appassionati di motori, un capitolo chiave nella storia delle quattro ruote grazie alla grande sfida tra Ferrari e Ford: una rivalità, quella tra i due colossi dell’auto, entrata nel mito e che ancora oggi fa discutere tanto da sbarcare anche al cinema con la pellicola girata dal regista americano James Mangold che uscirà nella sale il prossimo 14 novembre.
La storia è ben nota a chiunque sia appassionato di automobili, ma vale la pena di essere raccontata: tutto nacque da uno sgarro che Enzo Ferrari, fondatore dell’omonima casa, fece al colosso di Detroit bloccando la trattativa che avrebbe portato alla vendita della propria azienda alla Ford. Un dietrofront, quello datato 1960, giustificato con la ferma intenzione, da parte del Drake, di non perdere l’ultima parola sulla gestione della Ferrari che fu salvata dalla Fiat. Henry Ford II non prese bene la decisione che da un lato avrebbe permesso all’azienda americana di avere accesso a tutta la tecnologia della Rossa per rientrare nel mondo delle corse e alla casa di Maranello di portare denaro fresco nelle proprie casse. Uno sgarro, quello del Drake, che diede di fatto vita al programma sportivo che aveva come scopo principale proprio quello di battere la Rossa nella gara più importante del mondo, la 24 Ore di Le Mans. Già nel 1964 il progetto Ford di partecipare alla corsa di durata più famosa del mondo prese corpo e fu battezzato con il nome di “GT40” rivelandosi, però, disastroso con la vettura impossibilitata a stare in strada faticando in maniera evidente ed uscendo nettamente sconfitta dal confronto con la Ferrari. L’anno seguente, invece, capendo le potenzialità della Ford, Enzo Ferrari decide di lanciare, per la Le Mans, la 275 P2 che però si rivelò una vettura maledetta che portò al ritiro la Rossa così come i rivali della Ford.
L’occasione giusta arrivò con la Le Mans ’66 quando, sul circuito de La Sarthe – vero e proprio feudo Ferrari – decise di schierare una vettura in grado di interrompere lo strapotere della casa italiana. Per farlo il marchio americano, in crisi di vendite negli Stati Uniti perché considerato un marchio vecchio, decise di puntare sull’ex campione Carroll Shelby (interpretato nella pellicola da Matt Damon), diventato progettista di automobili che si affidò a sua volta a Ken Miles (interpretato da Christian Bale), collaudatore e pilota ritenuto la figura ideale per portare in trionfo la Ford. Una rivalità, quella tra Ferrari e Ford, che diede vita alla mitica GT40, un’auto spinta da un motore V8 da quasi 500 cavalli che, pur proseguendo nella politica a tutto motore del colosso a stelle strisce, ne uscì molto migliorata dal punto di vista dell’affidabilità e della gestione da parte dei piloti. La Le Mans ’66, in questo senso, rappresentò l’apice della storia automobilistica di Ford: l’azienda dell’ovale blu, infatti, proprio in quel 1966 riuscì a monopolizzare l’intero podio della corsa più famosa del mondo con la vettura di Chris Amon e Bruce McLaren a vincere e quella guidata dalla coppia Hulme-Miles a prendersi la piazza d’onore con Bucknum e Hutcherson a completare la top 3 ispirando così il film su una delle rivalità più conosciute nel mondo dell’auto.
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