Le medaglie olimpiche di Tokyo 2020 saranno ricavate da vecchi smartphone

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Le medaglie d’oro, di argento e di bronzo delle prossime Olimpiadi 2020 di Tokyo saranno ricavate da vecchi smartphone e dispositivi tecnologici arrivati a fine vita e destinati al macero. Forse non tutti sanno infatti che ogni gadget elettronico nasconde al proprio interno alcune parti millesimali di materiali preziosi necessarie per un corretto e migliore funzionamento. Tra questi, anche oro (oltre che platino talvolta), argento e rame che è il maggior componente del bronzo. Visto che il Giappone è uno dei più grandi produttori di elettronica e, di contraltare, anche di rifiuti tech da recuperare ecco l’idea.

Non è una novità che si cerchi di recuperare i materiali preziosi dall’interno degli smartphone in disuso perché seppur ogni singola unità abbia una piccolissima percentuale, se si moltiplicano per grandi numeri si ottengono cifre notevoli. Nel 2014, ad esempio, in Giappone sono stati recuperati qualcosa come 143 chilogrammi di oro, 1566 di argento e 1112 tonnellate di rame. Più che sufficienti a poter coprire il fabbisogno per la produzione di medaglie olimpiche dato che a Londra ne erano stati richiesti 9.6 kg di oro, 1210 di argento e 700kg di rame. Come funziona questa procedura? Con una raccolta capillare e macchinari che separano in varie fasi i componenti nobili da quelli comuni.

I numeri che girano intorno al Giappone sono ingenti e si può considerare il tesoretto di materiali preziosi recuperabili per un totale compreso tra il 15 e il 22 per cento di tutte le riserve mondiali. Qualcosa di importante e fondamentale che il governo ha già compreso da tempo: quasi niente viene sprecato dato che i grandi produttori stanno già raccogliendo da tempo i device arrivati a fine vita per re-immettere i preziosi all’interno di quelli di futura generazione. E sta proprio qui il problema, dato che il sistema è già ben funzionante e oliato e risulterebbe difficile intrufolarsi all’interno da parte del comitato olimpico nipponico e quello organizzatore delle Olimpiadi 2020.

Come fare dunque? Puntando sul patriottismo, sulla collaborazione con l’operatore NTT DoCoMo e sulla consegna volontaria di milioni di cittadini di dispositivi ormai inutilizzati, per raggiungere la somma minima necessaria per la produzione di medaglie. Non è ancora chiaro se l’obiettivo sarà raggiungibile o meno, ma conoscendo la caparbietà orientale c’è da credere che avverrà.

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