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Economia

Le modifiche al Mes con la pandemia

Il Mes, ossia il meccanismo europeo di stabilità, appartiene alla strategia dell’Unione Europea il cui scopo è quello di garantire la stabilità finanziaria presente nella Zona Euro.

L’Unione Europea chiede l’autorizzazione alla ratifica del Mes all’Italia- Nanopress.it

A seguito dell’arrivo della pandemia, gli Stati l’hanno modificato attraverso l’introduzione di 240 miliardi utili per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

La modifica del Mes con la pandemia

L’Italia ha ricevuto un nuovo appello da parte dell’Europa al fine di completare la ratifica del meccanismo europeo di stabilità, ossia il Mes. Christine Lagarde, la presidente della BCE, ha affermato che la ratifica all’Eurogruppo ” “sarebbe positiva, perché avere un backstop (rete di protezione, ndr) in caso di difficoltà sarebbe effettivamente utile a tutti i membri che lo hanno ratificato”.

Infatti in base a ciò che possiamo leggere su Eur-lex.europa.eu, il meccanismo europeo di stabilità appartiene ad una strategia dell’Unione Europea il cui scopo era quello di fare in modo di offrire stabilità finanziaria nell’Eurozona. Il Mes offre assistenza a tutti quei Paesi che si trovano a vivere momenti di difficoltà finanziarie. Tale meccanismo è conosciuto anche con il nome di “Fondo salva Stati” ed è stato realizzato in occasione della crisi del 2010 del debito sovrano, ossia nel momento in cui furono messi in atto numerosi interventi per evitare il default dello Stato Greco.

Il Mes applicato nell’Eurozona- Nanopress.it

In particolar modo, i paesi dell’eurozona hanno posto la loro firma sotto il trattamento intergovernativo che è andato a formare il Mes il nel 2012, molto più precisamente il 2 febbraio. Tale meccanismo, il quale è stato inaugurato durante le ultime settimane del 2012, non è altro che un’organizzazione integrativa che viene regolata da parte del diritto pubblico internazionale la cui sede si trova a Lussemburgo. Tra gli azionisti troviamo i Paesi dell’Eurozona.

Lo scopo del Mes, il quale continua il lavoro iniziato dal Fondo Europeo di stabilità finanziaria, è quello di offrire prestiti in occasione di un programma di aggiustamento macroeconomico insieme alla fornitura di assistenza finanziaria attraverso linee di credito, acquisizioni di titoli di debito all’interno dei mercati finanziari primari e secondari e il finanziamento tramite la ricapitalizzazione di istituzioni finanziarie. Tutti i Paesi membri utilizzano tale meccanismo solo nel momento in cui si trovano a vivere situazioni di forte difficoltà.

L’appello dell’Unione Europea

Con la pandemia, gli stati membri sono stati costretti a modificare il Mes attraverso l’introduzione di 240 miliardi utili per far fronte alle emergenze sanitarie. Fino ad oggi il Mes è stato utilizzato per aiutare il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna, Cipro e la Grecia per una cifra pari a 295 miliardi. Per ottenere un prestito, in base a ciò che sottolinea la Stampa, viene utilizzato un programma di controllo del debito. Tale meccanismo vede alla guida un consiglio dei governatori formato dai Ministri delle Finanze dell’area dell’euro. Un meccanismo che vede come capitale 704,8 miliardi insieme ad una capacità di prestito pari a 500 miliardi. Inoltre, in base a ciò che sottolinea La Stampa, l’Italia risulta essere il terzo socio seguito da Germania e Francia, stato che ha sottoscritto un capitale di una cifra pari a 125,1 miliardi andandone a versare più di 14,3.

Paolo Gentiloni, il commissario europeo all’economia- Nanopress.it

Due anni fa, ossia nel 2021 c’è stata la votazione della riforma del trattato. Attraverso tale modifica, il fondo salva stati potrebbe intervenire anche in occasione di crisi del credito divenendo mediatore tra gli investitori privati e gli stati. Dopo aver ottenuto il lasciapassare, ora ciò che si chiede all’Italia è la propria approvazione. Infatti, al momento è assente soltanto la ratifica dell’Italia la quale, nella maggioranza, risulta essere materia controversa. Paolo Gentiloni, il commissario europeo all’economia, ricorda che tale ratifica risulta essere “un impegno che è stato preso da tutti i Paesi, inclusa l’Italia, e quindi nei tempi e nei modi che il Governo e il Parlamento italiano decideranno, la ratifica italiana non dovrebbe essere in discussione”.

Marina Nardone

Sono Marina Nardone, nata nel 1992 e diplomata al liceo classico. Amo la scrittura anche se il mio cuore è occupato da un'altra passione, quella per l'uncinetto con cui creo dei piccoli capolavori. Su Nanopress.it mi occupo di economia.

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