Il presidente della commissione per gli affari esteri della Camera McCaul si è detto preoccupato del fatto che la Corea del Nord possa chiedere concessioni agli Stati Uniti in cambio del rilascio di Travis King, soldato americano fuggito in Corea del Sud la scorsa settimana. McCaul ha suggerito che la fuga di King fosse dovuta più ai suoi “problemi” che ad una vera e propria diserzione, facendo riferimento al procedimento disciplinare a suo carico negli USA per essere stato detenuto in Corea del Sud dopo un alterco locale. Le Nazioni Unite hanno iniziato lunedì 24 luglio le trattative con la Nord Corea per il rilascio del soldato Travis King.
McCaul teme che la Corea del Nord chieda concessioni in cambio del rilascio di Travis King, suggerendo che la sua fuga fosse più che altro un tentativo di sfuggire ai suoi problemi legali.
McCaul si è detto preoccupato del fatto che la Corea del Nord possa chiedere concessioni per il rilascio di King, soldato americano fuggito in Corea del Sud. Il deputato Usa ha suggerito che la sua fuga fosse dovuta a problemi legali negli USA più che ad una vera diserzione, facendo riferimento alla sua detenzione in Corea del Sud a seguito di un alterco.
Il presidente degli affari esteri per la Camera Usa ha anche espresso timori per il fatto che la Corea del Nord possa chiedere concessioni in cambio del rilascio di King. Ha affermato che quando paesi come Russia, Cina e Iran prendono prigionieri americani, in particolare militari, chiedono qualcosa in cambio con un valore elevato.
I funzionari americani hanno spiegato che il soldato di 23 anni, mentre era diretto negli USA, ha lasciato l’aeroporto di Seul, ha visitato il confine ed è poi fuggito in Corea del Nord. Al suo ritorno negli Stati Uniti avrebbe dovuto affrontare un’azione disciplinare dopo aver scontato 47 giorni di carcere in Corea del Sud.
La preoccupazione delle autorità Usa risiede nel fatto che la tensione attuale tra Pyongyang e Washington è elevata a causa dell’alleanza di Washington con la Corea del Sud ma non soltanto, ciò influisce negativamente sulla diplomazia che risulta compromessa e non con tutti i canali attuabili in altre circostanze utilizzabili. I funzionari hanno riferito che King si è allontanato poco prima del negli USA, ha visitato il confine tra le due Coree e poi è fuggito in quella del Nord.
Da quando King è entrato in Corea del Nord non ci sono state risposte dal regime su di lui. L’amministrazione Biden Ehi sta continuando ha provare ad avviare comunicazioni e fino a questo momento non era stata ricevuta alcuna risposta.
La famiglia di King ha chiesto privacy mentre sta lavorando per il suo ritorno in sicurezza.
Non è chiara la motivazione che ha spinto il giovane soldato a fuggire anche se un funzionario ha detto che l’anno scorso aveva detto di non voler rientrare negli Usa.
McCaul ha detto “Sono sicuro che non viene trattato molto bene… Penso che sia stato un grave errore da parte sua, e spero che possiamo riaverlo”.
La Corea del Nord non ha fornito informazioni su King da quando è entrato nel Paese. Non è chiaro cosa abbia spinto King a fuggire anche se un funzionario dice che un anno fa non voleva tornare in America.
McCaul pensa che il soldato stia male e che sia stato un grave errore, ma spera possano riaverlo.
L’incidente di King si verifica mentre gli Stati Uniti, per la prima volta in 40 anni, dispiegano un sottomarino con missili nucleari in Corea del Sud. La mossa ha suscitato proteste dalla Corea del Nord, che di recente ha testato un missile intercontinentale.
McCaul ha definito tale dispiegamento una “necessaria proiezione di forza” per scoraggiare non solo le provocazioni nordcoreane ma anche le minacce cinesi a Taiwan.
“La Corea del Nord ha bisogno di sapere che siamo lì e che abbiamo la superiorità con i sottomarini e i sottomarini nucleari. Dobbiamo entrare nella loro testa e nella testa del presidente Xi che se fanno qualcosa di aggressivo militarmente, ci saranno delle conseguenze” ha aggiunto McCaul, riferendosi al leader cinese Xi Jinping.
Alla domanda su cosa gli Stati Uniti potrebbero fare o per lo meno tentare per frenare lo sviluppo della Corea del Nord dopo decenni di negoziazioni e pressioni fallite, McCaul ha riconosciuto che il ciclo non ha avuto successo: “Sembra che non funzioni mai… hai ragione“.
Ha affermato: “È molto complicato” e ha sottolineato che si tratta di “una diplomazia molto creativa” sottolineando il possibile ruolo della Corea del Nord nelle eventuali dispute militari con Pechino.
McCaul ha poi precisato: “Penso che il motivo per cui stai vedendo la flotta del Comando [Indo-]Pacifico sia per scoraggiare e ostacolare la Corea del Nord in caso di conflitto con Taiwan”.
Ha detto anche che: “La Corea del Nord deve sapere che siamo qui e abbiamo la superiorità con i sottomarini nucleari.Dobbiamo entrare nella loro testa e in quella di Xi che se fanno qualcosa di aggressivo militarmente, ci saranno delle conseguenze”.
Ha sostenuto inoltre: “Penso che il motivo per cui stai vedendo la flotta del Comando [Indo-]Pacifico sia per contenerela Corea del Nord in caso di conflitto con Taiwan”.
Dopo aver esternato queste preoccupazioni è emerso che l’Onu ha iniziato le trattative per capire la situazione e discutere il rilascio del soldato statunitense.
Nazioni Unite e Corea del Nord hanno avviato discussioni in merito al caso di Travis King, il soldato americano che ha attraversato il confine settentrionale la scorsa settimana.
Lo ha reso noto il vicecomandante del Comando ONU , l’organismo che sovrintende all’accordo di Armistizio coreano.
King, militare statunitense di stanza in Corea del Sud, il 18 luglio ha illegalmente attraversato la zona demilitarizzata al confine tra le due Coree per recarsi in territorio nordcoreano.
Il portavoce delle Nazioni Unite ha dichiarato che l’ONU sta cercando di stabilire i fatti e di verificare le condizioni del soldato, che al momento si troverebbe ancora in Corea del Nord.
Gli Stati Uniti, tramite il Comando ONU ,stanno valutando tutte le opzioni possibili per riportare il militare sul suolo sudcoreano il più rapidamente possibile, lavorando nel frattempo per stabilire un contatto con le autorità nordcoreane.
L’Un Command (UNC), il comando militare ONU per la Corea, ha avviato un dialogo con l’esercito nordcoreano per discutere della situazione di King, che ha scelto di attraversare il confine in maniera autonoma. Le notizie emergono dal vicecomandante UNC, il tenente generale britannico Andrew Harrison.
Il generale Harrison ha spiegato che le discussioni sono state avviate tramite il canale bilaterale stabilito dopo l’armistizio del 1953. Ha dichiarato che la preoccupazione principale è “il benessere del soldato King” ma non ha fornito ulteriori dettagli.
Non è chiaro se King sia ancora trattenuto dalle autorità nordcoreane, nonostante non ci siano molti dubbi in merito non è possibile stabilire la posizione precisa del soldato americano.
L’UNC è impegnata in contatti ufficiali con la Corea del Nord per far luce su quanto accaduto e sulle attuali condizioni del militare.
Il funzionario statunitense ha precisato in merito all’inizio dei colloqui di confronto: “La conversazione è iniziata con l’KPA (Esercito popolare coreano) attraverso i meccanismi dell’accordo di armistizio coreano. Non posso dire nulla che possa pregiudicare tale processo”.
I media statali nordcoreani, che di solito commentano i casi d’arresto di cittadini statunitensi, non hanno finora rilasciato dichiarazioni in merito all’ingresso illegale in Corea del Nord del soldato americano Travis King.
Al momento le autorità nordcoreane non hanno né confermato né smentito il caso, mantenendo un atteggiamento piuttosto reticente rispetto a quanto accaduto.
Non è chiaro se questa insolita mancanza di comunicazione ufficiale da parte dei media di Pyongyapng sia legata a negoziati in corso con le Nazioni Unite o con gli Stati Uniti, o se vi siano altre ragioni dietro tale silenzio.
Anche il fatto che l’incidente non sia stato enfatizzato dalla propaganda nordcoreana come altri arresti di cittadini americani in passato lascia spazio a diverse interpretazioni. Saranno necessarie ulteriori informazioni per fare luce sui motivi di questo insolito “silenzio” dei media del regime.
Al momento le uniche dichiarazioni ufficiali sul caso provengono da funzionari ONU e statunitensi, mentre permangono dubbi sulle condizioni e sulla posizione attuale del soldato Travis King.
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