Le cartelle al di sotto dei 1.000 euro fino al 2015 saranno cancellate mentre il tetto al contante salirà fino a 5.000 euro.
E’ questo ciò che è stato stabilito all’interno dell’ultima legge di bilancio che è stata appena approvata.
Attraverso la manovra che è stato appena approvata, è stata spostata l’asticella del tetto al contante salirà fino a 5.000 euro proprio come all’inizio era stato previsto dal DL aiuti quater.
Infatti, all’interno di una nota ufficiale del MEF, è possibile leggere che a partire dal primo gennaio del 2023, l’uso del contante passerà da 1.000 a 5.000 euro.
Una manovra in cui è prevista anche la presenza della tregua fiscale sia per i cittadini che per le imprese che durante questi ultimi anni si sono trovati in un periodo di forte difficoltà economica.
Sappiamo infatti quanto il covid abbia inciso sul fatturato aziendale, per non parlare di quanto sia grave la situazione attuale a causa del caro energia.
Inoltre, tra i vari interventi, c’è anche la cancellazione delle cartelle con un importo pari o inferiore a 1.000 euro ricevute fino al 2015 mentre, per tutte le altre, è prevista una rateizzazione in 5 anni per i pagamenti non effettuati durante il 2022.
Quest’ultima misura prevede anche l’eliminazione di interessi e sanzioni proprio per aiutare coloro che si trovano in difficoltà a causa delle problematiche che stanno affrontando in quest’ultimo periodo.
Per i debiti che partono dal 2019 al 2020 è prevista una mini sanzione del 5% insieme ad una rateizzazione di 5 anni.
Molte altre sono le misure che sono state approvate attraverso la nuova legge di bilancio.
Sono stati messi a disposizione 21 miliardi di euro per i primi tre mesi del 2023 contro il caro di energia.
Ciò che è stata confermata è l’eliminazione degli oneri delle bollette mentre il credito d’imposta per l’acquisto di gas naturale energia elettrica per le imprese salirà dal 30 al 35% mentre, aumenterà dal 40 al 45% il credito per le imprese energivore e gassivore.
E’ stato anche realizzato un bonus sociale bollette che può essere sfruttato dalle famiglie che hanno un ISEE fino a 15.000 euro e non più fino a 12.000 euro.
Verrà diminuita anche l’IVA per i prodotti dell’infanzia e quelli per l’igiene intima passando dal 10% al 5%.
L’assegno unico è stato maggiorato del 50% per il primo anno di vita mentre, per le famiglie in cui sono presenti tre o più figli, l’assegno sarà aumentato sempre del 50%.
Per evitare che potesse fare il suo ritorno la legge Fornero, nel 2023 è stata introdotta la quota 103 una legge secondo la quale si andrà in pensione con 41 anni di contributi e dopo aver compiuto 62 anni di età.
Prorogata anche per il prossimo anno l’Opzione donna con alcune modifiche. Infatti, è possibile che le donne potranno andare in pensione a 58 anni nel caso in cui in famiglia ci sono due figli, a 59 anni con un figlio e a 60 anni in tutti gli altri casi.
Anche l’Ape sociale per i lavoratori occupati in lavori usuranti.
Insomma, molte sono le modifiche che dal prossimo anno interesseranno diversi campi ma il cui scopo è soltanto uno: aiutare l’Italia a superare questo periodo di forte crisi.
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