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Le novità sulla riforma giudiziaria di Israele e le parole di Herzog

Israele si trova in un momento complicato ed è attraversato da un’enorme crisi interna politica che si contrappone a pressione internazionale, causata dalla violenza degli attacchi reciproci tra Palestina e forze israeliane. Anche nella giornata di ieri abbiamo potuto osservare centinaia di migliaia di persone riversarsi per le strade di Tel Aviv per manifestare contro la riforma giudiziaria, che ha gettato nel caos i cittadini israeliani e ha trovato il consenso e l’appoggio molte categorie di lavoratori, ma anche di imprenditori ed esponenti di spicco  del mondo economico e della magistratura.  La Giornata della Resistenza d’Israele è stata però  interrotta, durante la serata, da un attacco terroristico attuato da un militante di Hamas  che ha ferito diverse persone.

Presidente israeliano Herzog – Nanopress.it

Sempre nella serata di ieri in Cisgiordania è stato sventato un secondo attacco terroristico, da parte di un uomo che è entrato all’interno di una fattoria armato di ordigni esplosivi, ma il proprietario della tenuta è riuscito neutralizzarlo sparando. Il malcontento nasce dalle azioni attuate dalle Forze di Sicurezza israeliane che hanno cominciato una provocazione continua dall’inizio del 2023, ovvero dal momento in cui è entrato ufficialmente in carica il primo ministro Netanyahu.

L’avvento del nuovo governo ha provocato inizialmente  una forte escalation di violenza tra Palestina e forze israeliane, che ha visto l’IDF colpire i campi profughi di Jenin e Nablus, per poi ricevere la risposta di Hamas che ha lanciato razzi dalla Striscia di Gaza e si è innescata così una pericolosa guerriglia fatta di botta e risposta militari.  Nonostante la pressione internazionale in merito alla questione, che ha necessitato dell’intervento di delegazioni estere, si è aggiunta la frattura politica interna e popolare, dopo che i ministri hanno proposto la riforma giudiziaria e una serie di disegni di legge che hanno alzato il malcontento dell’opposizione politica, ma anche del popolo israeliano che, da dieci settimane, protesta contro i disegni di legge avanzati.

Dopo diverse discussioni sulle riforme attuati alla Knesset e, anche, dopo aver visto il pericoloso e repentino peggioramento della condizione di Israele è intervenuto il presidente Herzog e ha decretato la sua decisione.

La dichiarazione del presidente di Israele Herzog

Il presidente d’Israele Isaac Herzog ha condannato fermamente disegni di legge proposti dalla coalizione di maggioranza e ha specificato che minano le basi democratiche dello Stato.

Ha precisato che la riforma giudiziaria così come si presenta lo stato attuale inaccettabile e deve essere sostituita ma ha voluto sottolineare che le fazioni della coalizione ma anche quelle dell’opposizione saranno responsabili del caos che si genererà a Israele, nel caso in cui non riescano a trovare un accordo attraverso il mezzo dei negoziati. Il discorso che il presidente israeliano ha fatto ieri sera è stato duro e deciso ed è frutto e della paura che venga intaccata la nazione dalla crisi attuale che si potrebbe trasformare in qualcosa di irreparabile.

La proposta di legge è in preparazione per le letture nel Comitato costituzionale e alla legge e giustizia della Knesset  e ma secondo le parole del capo di Stato Herzog è: “sbagliata, predatoria e smantella le nostre fondamenta democratiche. Pertanto, deve essere sostituito con un altro insieme di leggi, uno schema concordato e immediatamente”.

Ma naturalmente non si tratta soltanto del malcontento del presidente di Israele, ma anche l’opposizione si è fermamente contrapposta al disegno di legge proposto e ha definito la riforma giudiziaria un fallimento per lo Stato e i negoziati possono essere attuati, secondo Lapid, soltanto nel caso in cui venga fermato il procedimento legislativo.

Il leader dell’opposizione Lapid ha affermato:la legislazione deve essere fermata immediatamente e andare alla residenza del presidente per negoziati approfonditi, seri e concordati che porteranno alla correzione e al miglioramento del sistema giudiziario e alla separazione dei poteri”.

Lapid, leader dell’opposizione israeliana – Nanopress.it

Gantz, capo dell’unità nazionale, ha recepito con favore il discorso del presidente e ha risposto affermando che: “è giunto il momento in cui tutti i leader devono mettere Israele al primo posto”. Ha notato, però, che il “significato di mettere Israele al di sopra di tutto, è anche non rinunciare ai principi essenziali. Ci sono disposizioni che alzano bandiera nera, come la volontà di politicizzare la nomina dei giudici”.

Anche l’esponente del Likud Yuli Edelstein ha riferito che a suo avviso è necessaria una cessazione della legislazione, almeno per alcuni giorni, per vedere se è possibile trovare un partner per la negoziazione all’interno dell’opposizione.

Il primo ministro Netanyahu invece si trova attualmente a Roma e ieri sera, durante l’attacco avvenuto a Tel Aviv, stava trascorrendo del tempo coi fedeli ebrei all’interno di una sinagoga nella capitale.

Il premier ha riferito di aver accolto le parole di Herzog in maniera positiva e ha anche il consiglio di raggiungere un accordo come fratelli e sorelle.

Il leader dell’opposizione Lapid aveva affermato nelle ore precedenti che: “la legislazione deve essere fermata immediatamente e andare alla residenza del presidente per negoziati approfonditi, seri e concordati che porteranno alla correzione e al miglioramento del sistema giudiziario e alla separazione dei poteri”.

Anche il capo dell’Unità nazionale Gantz ha preso parola e ha dichiarato che: “è giunto il momento in cui tutti i leader devono mettere Israele al primo posto”. Ha notato, però, che il “significato di mettere Israele al di sopra di tutto, è anche non rinunciare ai principi essenziali. Ci sono disposizioni che alzano bandiera nera, come la volontà di politicizzare la nomina dei giudici”.

 Herzog ha descritto la situazione attuale di israele come un incubo e ha specificato che vede la Nazione fatta a pezzi davanti ai suoi occhi.

Netanyahu ha aggiunto al discorso del presidente: “Soprattutto in questi giorni, nei giorni di divisione e litigi nello Stato di Israele, dobbiamo ricordare che siamo un popolo con un passato e un futuro comuni”.

 Il capo di Stato ha anche avvisato che a suo avviso: Siamo al punto di non ritorno se la coalizione e l’opposizione non riescono a mettere lo stato al di sopra dell’ego e degli interessi politici, spingerebbero il paese giù da un precipizio. C’è una scelta: o un disastro o una soluzione.”

Ha precisato anche che: “Se scegli di continuare sulla strada che hai seguito finora, il caos è nelle tue mani. La storia ti giudicherà. Assumersi la responsabilità – e subito.”

Il presidente israeliano ha sottolineato nella tarda serata di ieri, 9 Marzo, che e riuscito con molti sforzi a trovare un equilibrio e ad appianare molti dei divari che dividevano coalizione e opposizione.

Ha sottolineato che: “Tra i valori più alti ci sono la democrazia, un sistema giudiziario indipendente e la separazione dei poteri, così come i diritti umani, di genere e delle minoranze.”

Herzog ha spiegato di aver lavorato con il suo team 24 ore su 24 per dieci settimane per riuscire a trovare una soluzione, incontrando le parti continuamente e cercando di mediare il più possibile per arrivare ad un equilibrio, che riesca a impedire il crollo di Israele.

Ha annunciato la stesura di uno schema negoziale all’interno di una riunione, alla quale hanno partecipato circa 100 autorità governative locali, che lo stesso capo di Stato ha convocato.  Martedì, invece,  è stata inviata una bozza al presidente che è stata vagliata ma, successivamente, l’ufficio del presidente l’ha bocciata. Questo ha sollevato malcontento e ha generato critiche sulla superficialità utilizzata.

Herzog ha riferito: “Non credete a chi parla per me. Quando c’è uno schema presidenziale, lo sentirai nella mia voce, e solo nella mia voce. Accetto con amore qualsiasi critica, per quanto dura e dolorosa possa essere. Per essere chiari, non mi arrendo. Pagherò qualsiasi prezzo per trovare una soluzione”.

L’ufficio presidenziale ha presentato in precedenza un piano di negoziazione suddiviso in cinque punti e questo è successo a metà Febbraio. Durante gli ultimi giorni sono emerse diverse bozze e richieste di negoziazione ma le tensioni si intensificano tra opposizione coalizione così come il nervosismo tra polizia e manifestante sta attanagliando Israele.

Le ultime manifestazioni contro le riforme di Netanyahu

Ieri 9 Marzo si sono svolte all’interno di Israele numerose manifestazioni e proteste, che sono state organizzate per la Giornata della Resistenza israeliana contro le riforme e i disegni di legge avanzati dal governo.

Tel Aviv è stata però colpita, durante la tarda serata, da un attacco terroristico attuato dalle forze di Hamas, rivendicato dal loro portavoce, e così le proteste sono state immediatamente annullate e  i cittadini sono stati invitati a rientrare nelle proprie abitazioni a causa dell’attacco terroristico della zona di Dizengoff.

Durante la giornata i manifestanti hanno cercato di creare dei disagi nei punti strategici e nelle arterie di Israele, come per esempio dall’aeroporto Ben Gurion, dove hanno cercato di ostacolare il volo di Netanyahu verso Roma in Italia. A causa delle proteste in atto è stata necessario trasferire Netanyahu la moglie Sara, da Gerusalemme, in elicottero all’aeroporto di Tel Aviv.

Prima di salire sul volo che lo avrebbe portato a Roma il premier ha specificato: “Stiamo cercando di raggiungere un’intesa sulla riforma. Questi sforzi sono stati accolti con un netto rifiuto da parte dell’opposizione… il loro obiettivo è realizzare le seste elezioni e faremo di tutto per impedirlo”.

Lapid ha controbattuto che: “Nel suo cammino verso un fine settimana inutile e dispendioso a spese dello Stato, Netanyahu non riesce a smettere di mentire. Il governo non ha acconsentito ad alcun tentativo di negoziazione e continua a far passare la legislazione che ci trasformerà in un Paese messianico, estremista e antidemocratico”.

Il ministro della sicurezza israeliana Ben Gvir è arrivato all’aeroporto Ben Gurion diverse ore prima  e ha spiegato che si trovava sul luogo prima della partenza di Netanyahu per evitare complicazioni o prese di posizione da parte dei manifestanti.

Soltanto qualche ora dopo, mentre alle proteste si trovavano ancora pienamente nel vivo, è arrivato l’annuncio che rivelava che il ministro della Sicurezza ha deciso di licenziare il capo della polizia del distretto di Tel Aviv.

Anche se la decisione è stata discussa con le forze dell’ordine la scelta proviene direttamente dal ministro Ben Gvir.

La polemica si è accesa immediatamente e sono piovute critiche sulla scelta intrapresa. Soltanto qualche ora prima, il ministro aveva specificato di non essere soddisfatto della linea troppo morbida utilizzata dalla polizia durante le proteste per sedare la popolazione.

Lo stesso capo della polizia aveva precisato che il ministro voleva attuare delle azioni che, secondo lui, non erano idonee alla situazione attuale delle proteste.

Lapid ha specificato in merito sui social che: “Il clown di TikTok (Ben-Gvir) licenzia un eccezionale agente di polizia perché non c’è abbastanza sangue e violenza per le strade”.

L’ex capo di Stato maggiore dell’IDF Gantz ha precisato che: “mentre migliaia di agenti di polizia sono sul campo, Ben-Gvir sta effettuando un’epurazione politica del loro comandante”.

Emerge inoltre che il Movimento per il governo di qualità in Israele ha riferito che presenterà un ricorso all’Alta Corte per permettere un ordine temporaneo, che impedisca il trasferimento del poliziotto e ha definito il gesto un  “atto vergognoso” specificando anche che: “non lasceranno che la polizia si trasformi nell’esercito privato di Gvir.”

Dopo questa decisione anche altri commissari di polizia in pensione hanno riferito che si sarebbero uniti all’appello del movimento per evitare sospensione del capo della polizia di Tel Aviv.

Durante la Giornata della Resistenza in Israele sono stati arrestati 24 manifestanti e il reato contestato è il disturbo alla pace.

L’ emittente N12 ha riferito che circa 3000 agenti dei servizi di sicurezza israeliani erano presenti e attivi giovedì in tutto il Paese per prevenire incidenti a seguito delle proteste in atto.

Proteste a Israele contro la riforma giudiziaria – Nanopress.it

La situazione è stata molto complicata all’interno del paese dove sono state prese di mira le strade principali ma, anche, le zone portuali e le arterie autostradali come quella di Ayalon dove si sono visti accesi scontri tra automobilisti e manifestanti.

La rotta marittima per il porto di Haifa è stata quella più colpita ed è rimasta completamente bloccata a causa della flotta  dell’organizzazione Sailors to Save the Democracy che ha fatto su e giù per la costa impedendo il movimento marittimo.

Anche centinaia di riservisti delle forze di sicurezza israeliane si sono incontrati fuori dagli edifici del Kohelet Forum a Gerusalemme, per prendere parte alle proteste contro le riforme giudiziarie.

La polizia di Israele ha spiegato di aver arrestato sette riservisti che, oltre ad aver preso parte alle proteste, stavano cercando di bloccare l’ingresso e gli edifici Kohelet.

Una delle persone tratte in arresto e il tenente colonnello Ron Charles ex membro di  dello Stato maggiore di Sayeret Matkal.

Nella zona di Beersheba I cittadini si sono riversati in protesta presso il complesso governativo Kiryat Hamemshalah, dove hanno manifestato in solidarietà di coloro le cui città vengono distrutte e che non possono avere una quotidianità serena

Dan Halutz che è l’ex capo di Stato maggiore delle IDF e tenente generale è stato uno dei maggiori relatori all’interno della protesta sopra citata. Aveva criticato pesantemente la decisione dei membri del governo che si erano espressi contro lo sciopero del personale militare.

Halutz ha riferito in merito: “Il primo ministro e il suo popolo delirante chiamano gli eroi di Israele ‘traditori’, ‘anarchici’ e ‘deboli’… Questi sono i nomi con cui ci chiamano”.

Ha specificato che la necessità di Israele ora è: l’immediata cessazione del procedimento legislativo, un dialogo basato su un ampio accordo trasversale ai settori e alle correnti, la salvaguardia della Corte Suprema e un sistema giudiziario libero da ogni minaccia e l’adesione ai principi di la Dichiarazione di Indipendenza, che definiva l’uguaglianza come parola chiave. Vogliamo l’uguaglianza per tutti”. 

 

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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