Espulsioni più facili, la questione minori non accompagnati ma anche le età false: le novità sui migranti dopo il Cdm di mercoledì.
Approvato in Consiglio dei ministri nella giornata di ieri il testo con le novità sui migranti volute dalla maggioranza. Mentre Piantedosi in giornata si è recato in Consiglio Ue per l’accodo sul meccanismo di crisi chiedendo tempo all’Europa per valutare i compromessi con le altre nazioni, l’esecutivo propone una serie di nuove norme sul tema dell’immigrazione. Si va dalle espulsioni alla “tutela” per le donne, fino all’età dei richiedenti asilo e a tutta una serie di direttive.
Migranti, le regole della stretta approvata mercoledì in Cdm
Un’altra stretta da parte del governo, sui migranti, per far fronte al numero spropositato di arrivi delle ultime settimane. Nella giornata di ieri, in Cdm, è stato approvato un testo che fa tra le altre cose riferimento ad espulsioni più facili. Si parla di “stranieri pericolosi” che potranno essere allontanati dall’Italia anche con permesso di soggiorno di lungo periodo. L’espulsione potrà essere disposta per motivi di ordine pubblico, sicurezza dello Stato, dando una notizia preventiva al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri sotto richiesta del ministero dell’Interno. Allontanamento che potrà avvenire anche per chi è desinato a misure di sicurezza. Con le nuove norme il questore potrà inoltre non fare rientrare l’espulso per assistere al procedimento penale, se ritiene che ci sia un grave pericolo per l’ordine pubblico, per la sicurezza, o per “gravi turbative”.
Capitolo domanda di asilo. Quella reiterata adesso non blocca l’espulsione. La domanda infatti, dopo il diniego della prima, non farà da ostacolo provvedimento di allontanamento. Il questore, non la Commissione territoriale asilo, esaminerà la domanda e potrà dichiarare l’inammissibilità. Se non verranno travati nuovi elementi per la protezione internazionale, l’espulsione non verrà impedita. Il richiedente asilo dovrà presentarsi presso gli uffici della polizia territoriale per la verifica della sua identità. Vale quella dichiarata, e poi verrà formalizzata la domanda di protezione. Se non si presenta il richiedente asilo l’iter non partita mai.
Ci saranno adesso anche i sedicenni nei centri ordinari, in caso di strutture non disponibili momentaneamente. Il prefetto dunque potrà favorire l’ingresso dei minori – a una prima analisi sopra i 16 anni – per periodi non superiori a 3 mesi nei centri per adulti, che verranno dotati di una specifica sezione. Per determinare l’identità avranno luogo degli accertamenti. Le autorità potranno dunque disporre, nei casi consentiti, i rilievi antropometrici e altre pratiche sanitarie. Rilievi radiografici per valutare l’età. Poi l’autorità competente comunicherà i risultati alla procura. Per chi dichiarerà un’età falsa scatterà l’espulsione, dopo gli accertamenti. Il migrante sarà condannato per “falsa attestazione” di identità o di età: pena sostituita proprio dall’espulsione dal territorio nazionale. Per le donne vulnerabili, si legge nel testo, con esigenze particolari o in gravidanza, verranno attivati dei servizi di accoglienza speciale. Il decreto approvato in Cdm prevede anche delle misure di sostegno per i Comuni che accoglieranno i migranti.
Piantedosi trona da Bruxelles con un nulla di fatto
In sospeso la partita a scacchi Ue per la suddivisione dei richiedenti asilo tra gli Stati membri. Piantedosi ha lasciato il Bello in serata, prendendo tempo. Nessun accordo oggi dunque, al Consiglio Ue degli Affari Interni, dove ha avuto luogo la riunione tra i ministri degli Interni dei 27 paesi Ue. Roma si è opposta al provvedimento e chiede tempo per valutare, fa sapere Il Sole 24 Ore, che aveva anticipato come Berlino fosse pronta all’assenso tramite un documento aggiuntivo rispetto ai vecchi accordi. Ma il via libera della Germania non è bastato.
Sul fronte dei no, ancora composto da Ungheria e Polonia, è arrivata anche l’Italia, con Matteo Piantedosi che già di ritorno per Roma si è ritirato da Bruxelles pare con una precisa richiesta: un passaggio del testo sulle Ong, tema che aveva già messo frizioni tra Italia e Germania negli scorsi giorni.
In questo contesto è il “meccanismo di crisi” Ue, con 10 nuovi regolamenti che andrebbero a comporre il Patto migrazione e asilo, a rischiare di rimanere impantanato. Un immobilismo dell’Ue dunque prima denunciato ai quattro venti dall’esecutivo, poi alimentato dagli stessi Stati membri in tema immigrazione. Lo stallo potrebbe infatti continuare a oltranza, viste le divergenze tra paesi costieri come Italia, Francia, Spagna, Grecia, a favore di misure per smaltire i flussi sulle coste, e quelli dell’Europa centrale che invece rifiutano vincoli sull’accoglienza di migranti sbarcati in altri paesi.