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Categories: Cultura

Le opere d’arte perdute per sempre

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Sono davvero tante le opere d’arte che, nel corso della storia, sono andate perdute per sempre: incendi, terremoti, inondazioni sono solo alcune delle cause che hanno portato alla perdita, irrimediabile, di molti straordinari capolavori. Ma quand’è che un’opera si definisce persa? Quando fonti attendibili – ad esempio i lavori documentati degli storici o degli studiosi dell’arte – ne provano l’esistenza dimostrando che la stessa è andata distrutta. Tanti purtroppo sono i capolavori artistici che l’umanità non potrà mai più ammirare; noi ve ne proponiamo alcuni: guardiamoli insieme.

Il Colosso di Rodi

Considerato uno delle sette meraviglie del mondo antico, il Colosso di Rodi era un’enorme statua in bronzo costruita dai rodiesi in onore del dio Helios. Alta più di trenta metri, fu eretta nel III secolo a.C. per celebrare la vittoria contro il re di Macedonia, Demetrio I Poliorcete. Rimase in piedi per oltre cinquant’anni, fino a che un terremoto non la fece crollare in mare lasciandola sul fondo per circa 800 anni. Nel 672 gli arabi, dopo aver conquistato l’isola, portarono via la statua tagliandola in un numero imprecisato di blocchi, dei quali ben presto si persero le tracce.

Il Pittore, di Pablo Picasso: perso in un incidente aereo

Le Peintre (Il Pittore), opera di Picasso del 1963, è andata persa quando il volo 111 della compagnia Swissair precipitò in mare al largo di Halifax, in Canada, il 2 settembre del 1998. Nonostante la maggior parte del piano sia stata recuperata, sono stati rinvenuti solo una ventina di centimetri del lavoro dell’artista spagnolo.

Schubert al piano, di Gustav Klimt: distrutto dai nazisti

Il dipinto, realizzato nel 1899 dal pittore austriaco, fa parte delle 14 opere che Serena Lederer, una ricca mecenate dell’arte viennese, aveva raccolto e inviato al museo Schloss Immendorf nel 1943 per metterli al sicuro. Quando il partito nazista in ritirata ha dato alle fiamme il museo nel 1945, le opere, che coprivano l’arco di tempo dal 1898 al 1917, sono state distrutte dal fuoco.

Ninfee, di Claude Monet: distrutto da un incendio

Il grande pittore impressionista francese ha creato, a partire dal 1883, diversi dipinti aventi come soggetto le ninfee, due dei quali sono stati acquistati nel 1957 dal Museum of Modern Art di New York. L’anno dopo, a causa di un incendio sviluppatosi mentre alcuni operai fumavano accanto a dei barattoli di vernice, molte delle opere conservate nel museo furono irrimediabilmente distrutte: tra queste anche i due dipinti di Monet.

Ritratto di Wiston Churchill, di Graham Sutherland: distrutto dalla moglie di Churchill

Nel 1954 al pittore inglese Graham Sutherland venne commissionato un ritratto a figura intera del primo ministro britannico Wiston Churchill, per festeggiare il suo ottantesimo compleanno. L’artista, famoso per la particolare espressività che caratterizzava i suoi ritratti – volti a svelare la verità interiore dei soggetti rappresentati – realizzò un’opera in cui lo statista sembra molto lontano dall’immagine pubblica di uomo bonario, ironico, instancabile lavoratore e padre della patria. Appare, invece, piuttosto duro, sprezzante e dominato dalla volontà di potenza, caratteristiche queste che gli permisero di vincere la guerra e che il pittore aveva saputo rappresentare brillantemente. Il quadro, forse proprio per questo motivo, non piacque affatto a Churchill: rimase infatti buttato in cantina fino a quando la moglie, dopo la sua morte, decise di distruggerlo definitivamente.

Leda e il cigno, di Michelangelo: semplicemente scomparso

Secondo la tradizione, Michelangelo consegnò questo dipinto, realizzato nel 1530, al suo amico e allievo Antonio Mini che lo portò in Francia. L’opera, forse venduta dallo stesso Mini, è stata vista l’ultima volta nella collezione reale di Fontainebleau intorno al 1534 per poi sparire misteriosamente. L’unica versione esistente è la copia realizzata dal pittore di corte Rosso Fiorentino.

Panorama del Mississippi, di John Banvard: fatto completamente a pezzi

John Banvard è uno dei pittori più famosi dell’Ottocento americano. Durante un viaggio sul fiume Mississippi comincia a tracciare una serie di schizzi con l’intento di dare vita ad un’enorme pittura panoramica. Il risultato fu un’opera straordinaria: un dipinto di 400 metri di lunghezza per 3 metri e mezzo di altezza, inserito e ‘arrotolato’ in un sistema di carrucola che ne consentiva lo scorrimento. In questo modo l’artista, accompagnando l’opera con racconti e musica, consentiva agli spettatori di ammirare la sua creazione attraverso una forma artistica a metà strada tra performance, pittura tradizionale e teatro. Dopo un successo straordinario ottenuto portando la sua opera in giro per il mondo, in pochi anni Banvard venne completamente dimenticato e i suoi straordinari panorami mobili furono tagliati in moltissimi pezzi, alcuni dei quali utilizzati come fondali teatrali o come semplice tappezzeria.

The Painter on His Way to Work, di Vincent Van Gogh: distrutto dal fuoco
Il dipinto, un autoritratto di Van Gogh realizzato nel 1888 che lo ritrae mentre cammina con i suoi ‘strumenti’ di lavoro, è una delle opere del grande pittore andate perdute per sempre: conservato al Kaiser-Friedrich Museum di Berlino, fu distrutto da un incendio durante la II Guerra Mondiale.

Primavera, di Antoine Watteau: persa, ritrovata e infine distrutta

Jean Antoine Watteau fu un pittore francese vissuto nella prima metà del Settecento. Durante la sua carriera artistica dipinse, per Pierre Crozat, una serie di immagini riferite alle 4 stagioni delle quali negli anni successivi si persero completamente le tracce. Il dipinto ‘Primavera‘ fu ritrovato solo agli inizi degli anni Sessanta ma nel 1966 fu irrimediabilmtene distrutto durante un incendio.

Il concerto, di Johannes Vermeer: rubato

Il celebre dipinto del pittore olandese, realizzato intorno al 1666, fu rubato nel 1990 all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston da due ladri travestiti da poliziotti. Considerato il dipinto più prezioso tra quelli attualmente dispersi, il suo valore è stimato intorno ai 200 milioni di dollari.

Caterina Padula

Giornalista pubblicista, appassionata di scrittura, mi occupo da anni di approfondimenti culturali e di informazione online. Da sempre lettrice accanita e curiosa, amo la musica, l'arte e tutto ciò che è natura.

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