Le opinioni emerse in Medio Oriente a seguito della visita di Raisi in Siria

Il presidente dell’iran Raisi ha deciso di effettuare un viaggio simbolico in Siria, dove rimarrà per due giorni, per incontrare  il capo di Stato siriano Bashar al-Assad in un vertice che le autorità di Teheran hanno descritto come uno dimostrazione della sua “vittoria strategica” nella regione.

Raisi e Assad
Incontri tra Raisi e Assad – Nanopress.it

Raisi è atterrato a Damasco per un viaggio di due giorni ed è stato accolto con entusiasmo dalle autorità siriane. Il vertice era  molto atteso dato che si tratta della prima visita di stato di un presidente iraniano in Siria degli ultimi 13 anni.

Il regime iraniano sta attraversando un momento molto complicato a causa delle sue stesse azioni, tra cui la durissima repressione che sta continuando ad attuare nei confronti del popolo In Iran, che ha deciso di reagire ai soprusi nonostante la consapevolezza di poter essere uccisi durante le manifestazioni ma non soltanto, dato che sono state intraprese azioni violente nei confronti di Israele, con il quale l’odio è nuovamente cresciuto e la rivalità di lunga data preoccupa le autorità internazionali che temono si trasforma in un reale conflitto che getterebbe alla comunità globale in una crisi ancora più profonda di quella attuale.

Ma, ovviamente, la preoccupazione maggiore è rivolta verso i cittadini iraniani ma allo stesso tempo anche ai siriani, dato che nella lotta al terrorismo Teheran e Damasco hanno giurato alleanza e le truppe filo iraniane stanziate in territorio siriano sono una realtà ben consolidata all’interno della nazione.

Il presidente iraniano Raisi ha incontrato il leader siriano Assad

Raisi, accompagnato dai ministri degli Affari Esteri, delle Strade e dello Sviluppo Urbano, del Petrolio e degli Affari Economici, insieme al capo della Banca Centrale Iraniana, ha deciso di dimostrare la sua influenza sulle autorità siriane e nella regione e soprattutto in Siria ma, oltre a ciò, ha sfoggiato un’alleanza rinnovata con la Siria, che non può fare altro che giovare all’iran in un momento di estrema difficoltà.

Il ministro per gli Affari Politici iraniano Mohammad Jamshidi ha dichiarato all’agenzia stampa statale IRNA, poco prima della partenza, che la visita rappresenta un simbolo dellavittoria strategica della Repubblica islamica dell’Iran nella regione”.

Dopo aver prestato sostegno al  presidente Assad durante la guerra civile siriana, Teheran sta cercando di riscuotere, sostanzialmente, l’aiuto dato in precedenza, per consolidare la sua presenza economica nel Paese, mirando a espandere il commercio e ad assicurarsi un punto d’ingresso per le sue società statali e private.

Stando a quanto riferito dal ministro, il summit si è svolto in un quadro globale complicato per l’Iran, ma anche a seguito di numerose problematiche che hanno interessato il Medio Oriente per oltre un decennio, tra cui la guerra civile in Siria, la guerra nello Yemen, la diffusione dell’ISIS e gli attacchi terroristici.

Ha menzionato inoltre la politica degli Stati Uniti avviata nel 2018 e l’ha definita come di “massima pressione” dopo che l’Iran ha deciso di abbandonare l’accordo nucleare del 2015 firmato tra Teheran e le potenze mondiali. Gli Usa hanno nuovamente introdotto sanzioni economiche nei confronti delle autorità iraniane scattando malcontento nel regime.

Jamshidi ha affermato che questo sviluppo tra Iran e Siria rappresenta un fallimento delle politiche degli Stati Uniti nella regione. Sembra che la visita di Raisi sia stata finalizzata Alla firma di accordi che spaziano in ambiti differenti e comprendono cooperazione economica e collaborazione tra Damasco e Teheran.

La visita del leader iraniano è avvenuta il giorno successivo ai raid aerei condotti da Israele contro l’aeroporto internazionale di Aleppo, a nord della Siria, che hanno causato la morte di un soldato e messo fuori servizio l’aeroporto.

Negli ultimi anni, Israele ha effettuato centinaia di attacchi contro aree della Siria controllate dal governo, promettendo di combattere l’aumento dell’influenza iraniana nei paesi vicini. A marzo, le forze sostenute dagli Usa e dall’Iran in Siria hanno avuto uno scontro a fuoco che è sfociato in attacchi aerei, che hanno ucciso almeno 20 persone.

Teheran continua a sostenere la posizione di al-Assad secondo cui le forze statunitensi devono porre fine alla loro presenza nel paese, mentre Washington ha sottolineato che il suo impegno è focalizzato nel combattere l’ISIS.

Le reazioni delle autorità in Medio Oriente in merito alla visita del leader iraniano in Siria

Secondo quanto riportato dal sito web Khabar Online, che cita i media locali, Israele sarebbe preoccupato per la visita del presidente iraniano Raisi in Siria. Non è stata però fornita una spiegazione più specifica sui reali timori delle autorità israeliane.

L’ex diplomatico ed esperto iraniano del Medio Oriente Sabah Zanganeh, figura molto vicina alla guida Suprema Ali Khamenei, ha affermato che l’Iran ha sostenuto l’integrità territoriale della Siria e la sicurezza del popolo siriano negli ultimi 12 anni.

Nel 2011 l’Iran è intervenuto in Siria e ha avuto un ruolo chiave nell’orientare il regime di Assad a usare una forza militare schiacciante contro l’opposizione, secondo quanto riferito anche da Iran International.

L’ex diplomatico Zangane ha invece ribadito la posizione del regime iraniano, secondo cui l’insicurezza in Siria può influire sulla sicurezza dell’Iran.

Viene sostenuto difatti anche che la cooperazione e il coordinamento tra funzionari iraniani e siriani sono essenziali per affrontare il terrorismo nella regione, che ostacola il commercio con l’Iran attraverso i porti mediterranei della Siria.

Assad e Raisi in Siria
Assad e Raisi in Siria – Nanopress.it

Questa dichiarazione sembra essere però in contrapposizione con le informazioni ufficiali rilasciate dalle autorità iraniane in merito alla fine del terrorismo in Siria e sembra, piuttosto, una sorta di giustificazione, dato che i porti principali sono attualmente sotto il controllo delle autorità governative.

Stando invece a quanto riportato da Khabar Online, l’obiettivo principale della visita del presidente Raisi in Siria è quello di discutere questioni regionali. Il sito web ha difatti sottolineato ha anche che i ministri degli esteri di Egitto e Arabia Saudita hanno già visitato Damasco, e la visita di Raisi potrebbe facilitare i colloqui tra la Siria e Arabia Saudita.

In un resoconto pubblicato su Etemad Online, Rahimpour ha espresso preoccupazione per il fatto che l’Iran potrebbe non raccogliere i frutti del suo lungo e costoso sostegno al regime di Assad. Ha sostenuto che Raisi dovrebbe rimanere vigile e ha aggiunto che Assad dovrebbe visitare Teheran per ringraziare i funzionari iraniani per il loro aiuto e sostegno che ha portato alla sua sopravvivenza.

La maggior parte dei pareri emersi dalle autorità mediorientali sono piuttosto pessimisti in merito alla situazione in Siria ma, soprattutto, riguardo al ruolo dell’Iran all’interno del paese.

Secondo l’ex diplomatico iraniano, la visita del presidente dal suo omologo siriano è stata organizzata in modo simile alle recenti visite in alcuni stati del Golfo Persico, al fine di mostrare il riconoscimento del governo siriano riguardo al sostegno che ha ricevuto da Teheran.

Ha inoltre criticato la precedente visita di Assad in Iran, che è stata effettuata in segreto, senza informare alcuni funzionari iraniani, tra cui l’ex ministro degli Esteri Javad Zarif. È stata sottolineata l’importanza per l’Iran di raccogliere in questo momento i frutti del suo sostegno al regime di Assad.

Secondo molti esperti di politica l’Iran ha più influenza della Russia in Siria. Secondo diversi esponenti iraniani i funzionari del regime non dovrebbero limitare le loro visite all’estero ad alcuni paesi, anche se è noto che a causa delle sanzioni la maggior parte di loro non può visitare più di una manciata di paesi.

Rahimpour ha anche suggerito che durante la visita del presidente Raisi in Siria, le autorità iraniane avrebbero dovuto lamentarsi della partecipazione della Siria agli incontri con Russia e Turchia senza la presenza dell’Iran, specificando ironicamente che “alcuni di quelli che aiutiamo, tendono a dimenticarci quando i loro problemi sono risolti”.

L’opinione di Al-Ahram in Egitto sulla visita di Raisi in Siria, riferito dall’agenzia di stampa ufficiale iraniana IRNA, ha definito la visita “molto importante” senza appfondire la motivazione.

L’agenzia di stampa ufficiale siriana SANA ha presentato  invece una breve nota dove  ha affermato che Raisi è stato accompagnato da una “delegazione ministeriale politica ed economica di alto rango” per discutere con Assad di “sviluppi positivi nella regione“.

Il quotidiano Asharq al-Awsat, con sede a Londra, ha riportato che i piani dell’Iran sono di investire nel settore energetico in Siria e ha citato fonti arabe secondo le quali le autorità siriane stanno aspettando con impazienza un accordo con l’Iran nei settori dell’energia e dell’elettricità.

Ma è importante sottolineare che l’Iran sta attraversando una grave crisi finanziaria e sta lottando per investire anche nel proprio settore energetico, che è affamato di denaro e tecnologia. Ciò potrebbe limitare la capacità dell’Iran di investire in modo significativo nel settore energetico della Siria, nonostante le ambizioni del paese di espandersi nella regione.

 

 

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