Le opposizioni attaccano Meloni per il silenzio sul pestaggio di Firenze

Sabato mattina, a Firenze, un gruppo di militanti di Azione studentesca ha picchiato due studenti del liceo Michelangiolo, davanti alla scuola e da allora, ovvero più di 48 ore fa, hanno lamentato sia Enrico Letta, attuale segretario del Partito democratico, sia Matteo Renzi, leader di Italia Viva e membro del terzo polo, dalla premier, Giorgia Meloni, non sono ancora arrivate delle parole di condanne per il gesto dei simpatizzanti di estrema destra.

Letta Meloni
Enrico Letta e Giorgia Meloni – Nanopress.it

Anche dai banchi della maggioranza, in effetti, sono arrivate poche dichiarazioni nel merito. A parlare sono stati Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, e altri due esponenti del partito di Meloni. Nello specifico, Federico Mollicone ha detto che ci sono dei video, pubblicati da Il Giornale, che in realtà mostrano una storia diversa rispetto a quelli “mainstream” e lui ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, per fare luce su quanto successo realmente.

Il silenzio di Meloni sul pestaggio degli studenti a Firenze da parte degli azionisti di estrema destra irrita le opposizioni

Spulciando, anche sommariamente, tra i social dei membri della maggioranza di governo, uno su tutti Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, vicepremier e anche leader della Lega, non è così difficile imbattersi in screen di titoli di giornale (o siti internet) accompagnati da commenti al veleno su quello o quell’altro ancora caso di cronaca. È il modus operandi, in pratica, per dare un giudizio sulla deriva di alcune categorie di persone, che ha fatto le fortune del centrodestra, e anche di Giorgia Meloni.

Nonostante nella nuova veste di prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana la numero uno di Fratelli d’Italia non utilizzi più questi mezzi di comunicazione per “fare propaganda” (la pagina del suo partito, così come i suoi colleghi, lo fanno ancora), le opposizioni sono piuttosto sorprese, meglio dire sono irritate che dalla premier non sia ancora arrivata una ferma condanna del pestaggio che c’è stato sabato mattina davanti al liceo Michelangelo di Firenze, in cui due studenti (del Collettivo di sinistra) sono stati malmenati da sei membri di Azione studentesca, che fino al 2009 era un organo, per altro, proprio del partito di Meloni, ma che ora è un movimento di giovani di estrema destra.

Pestaggio Firenze
Un frame del video diffuso sul pestaggio di Firenze, davanti al liceo Michelangelo – Nanopress.it

Prima Enrico Letta, segretario uscente del Partito democratico, su Twitter, poi Matteo Renzi, leader di Italia Viva e senatore del terzo polo con Carlo Calenda, sulla sua enews hanno fatto notare questa particolarità, chiedendo al governo di esprimersi su quanto accaduto, perché, per lo meno per il leader dem si tratta di un “silenzio che se continua si fa complice“.

L’ex premier, dopo aver ripercorso gli eventi, ringraziando anche pubblicamente la professoressa che ha provveduto a dividere i due gruppi di ragazzi, ha posto l’accento sul fatto che “a distanza di 48 ore rimane una domanda esistenziale: perché la stessa destra che interviene su tutto, da Peppa Pig alla scaletta di Sanremo, non ha sentito il bisogno di condannare senza se e senza ma quello che è avvenuto?“. Lui, ha concluso, attende “con pazienza che esca l’agenzia di Giorgia Meloni o un suo delegato con la seguente frase: condanno la violenza dei ragazzi di Azione Studentesca e mi impegno a espellere dai movimenti giovanili di destra chi usa le mani anzichè il cervello. Troppo difficile?“.

E sulle oltre 48 ore di mutismo ha infilato il coltello nella piaga anche Alessandro Zan, deputato dei dem, e persino Piero Pelù, il rocker fiorentino che ha frequentato proprio il liceo davanti al quale è avvenuto il pestaggio.

Le parole dei parlamentari di Fratelli d’Italia non bastano

In effetti, le parole di condanna arrivate da alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia non sono apparse sufficienti ai membri delle opposizioni. Sia Tommaso Foti, capogruppo alla Camera del partito di Meloni, sia Wanda Ferro, sottosegretaria agli Interni sempre del gruppo dei meloniani, hanno condannato il gesto, e la violenza, soprattutto. “Per quanto ci riguarda – ha detto la numero due del Viminale a Rainews24 – essendo un mondo, quello, violento, come FdI non ci interessa, dunque condanniamo senza se e senza ma. Mai avuta nessuna forma di reticenza. Il governo, per quanto mi riguarda, esprime una ferma condanna con la sua storia“.

Per Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia, invece, la questione è un’altra: “Quel video è stato girato da uno dei ragazzi dei collettivi. Quindi è giusto per completezza di informazione. Ne è girato anche un altro che è stato pubblicato da Il Giornale, che è stato girato da qualcun altro che non era dei collettividove non si vede la scena del ragazzo aggredito, a cui va ovviamente la mia solidarietà, ma era evidentemente una rissa. Ma se si vede il video integrale si vede che erano assiepati da una parte, è stato un fronteggiamento fra due gruppi“, ha detto ad Agorà, su Rai Tre, specificando che “adesso nella qualità di parlamentare ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno (Matteo Piantedosi, ndr) perché vengano acquisiti tutti i video e identificate tutte le persone e anche ricostruire l’azione. È bene ricostruire i fatti“.

Su questo e sul silenzio di Meloni è intervenuto anche Angelo Bonelli, deputato di Verdi e Sinistra, e co-portavoce di Europa Verde: “È inaccettabile che Giorgia Meloni resti in silenzio sulla vicenda dell’aggressione degli studenti a Firenze da parte di gruppi neofascisti, o forse fa parlare al suo posto i suoi fedelissimi, ovvero Mollicone e i suoi militanti che vogliono derubricare l’atto squadrista in una rissa?“, ha chiesto l’alleato di Nicola Fratoianni. “Dal video si vede che gli aggressori sono otto contro uno, che non è una rissa, ma un vile attacco squadrista ai danni degli studenti. Sono scene di violenza che devono essere condannate con decisione dalle istituzioni democratiche tutte e non fatte passare sotto traccia come se nulla fosse, o peggio derubricate in modo vile“, ha concluso Bonelli.

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