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Politica

Le opposizioni (senza Renzi) hanno trovato un accordo sul salario minimo

Le forze di opposizione, tutte tranne Italia viva di Matteo Renzi, hanno trovato un accordo sul salario minimo, che partirà da 9 euro come soglia minimo. L’annuncio, arrivato in mattinata a firma dei leader dei vari schieramenti, quindi Elly Schlein come segretaria del Partito democratico, Giuseppe Conte come presidente del MoVimento 5 stelle, Matteo Richetti come capogruppo del terzo polo alla Camera e presidente di Azione, Nicola Fratoianni come segretario federale di Sinistra italiana, Angelo Bonelli come co-portavoce di Europa Verde e Riccardo Magi come segretario di +Europa, prevede una proposta di legge unitaria che verrà depositata nell’aula di Montecitorio nei prossimi giorni.

Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, Giuseppe Conte, presidente del MoVimento 5 stelle, ed Elly Schlein, segretaria del Partito democratico – Nanopress.it

La necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizioni di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali”, hanno scritto nella nota congiunta le opposizioni che poi hanno annunciato, appunto, la deposizione della proposta alla Camera. Intanto Renzi e il suo partito hanno fatto sapere che loro non hanno sottoscritto l’intesa con le altre opposizioni in primis perché essere subalterni al governo di Giorgia Meloni “non significa essere in una coalizione alternativa” e poi perché alle elezioni aveva presentato un testo diverso rispetto a quello che proporranno gli altri schieramenti.

Le opposizioni, ma non Renzi, hanno annunciato che nei prossimi giorni depositeranno una proposta di legge sul salario minimo

Opposizioni: profumo di intesa. Sul salario minimo, la battaglia comune a tutti gli schieramenti non del centrodestra a eccezione di Italia viva di Matteo Renzi, ora, e poi chissà. Un passo avanti importante, sicuramente, che è stato siglato dopo mesi e giorni di lavoro, e che è stato ufficializzato con una nota congiunta dei leader, che adesso sono pronti a depositare una proposta di legge alla Camera affinché la retribuzione minima, in Italia, parta da 9 euro.


Perché la necessità di un intervento a garanzia dell’adeguato salario, specie per chi si trova in condizioni di povertà “per colpa dell’inflazione” è sì, fondamentale per il Partito democratico, il MoVimento 5 stelle, Azione, Sinistra Italiana, Europa Verde e +Europa, e quindi per Elly Schlein, Giuseppe Conte, Carlo Calenda (di cui ha fatto le voci il presidente e capogruppo a Montecitorio, Matteo Richetti), Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi, ma lo è soprattutto per chi potrebbe e dovrebbe beneficiarne.

Nel merito della proposta che, in primis, punta “a dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia“, si legge nella nota, prevede che al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvi restando i trattamenti di miglior favore, e quindi a ulteriore garanzia, dicevamo, la soglia minima deve essere di 9 euro all’ora, e varrà non solo per i lavoratori subordinati, ma “anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo“.

Conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo – hanno scritto ancora nella nota le opposizioni unite -, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario“. E poi, si chiede che venga disciplinata e garantita “l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso“, “l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati“, “un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso“.

Carlo Calenda, leader di Azione, ed Elly Schlein – Nanopress.it

Dopo l’annuncio, a commentarlo ci hanno pensato sia Conte, sia Schlein, ma anche Calenda. L’ex presidente del Consiglio pentastellato ha detto a margine del convegno ‘Guerra o Pace? Quali scelte politiche per riportare la pace in Europa’ che si è “lavorato a fari spentiper cercare di dare dignità sociale a tutte le lavoratrici e i lavoratori sfruttati: c’è una proposta su cui abbiamo raggiunto un accordo su salario minimo legale e sono particolarmente orgoglioso perché c’è la mia prima firma“.

Se questo, poi, possa essere solo un primo passo per trovare altri temi assieme agli altri partiti delle opposizioni, il leader Cinquestelle ha spiegato che il suo movimento ha “altre battaglie e se sarà possibile avere una convergenza anche su altre nostre battaglie ben volentieri“. Conte si è anche detto orgoglioso che si sia accolta la proposta della soglia minima dei 9 euro, “perché e un’indicazione precisa e non incerta“. Certo è che ora serve che anche dalle fila della maggioranza si dia una mano, anche perché “questa non è una questione ideologica“. “Io vorrei lanciare un appello a tutte le forze di maggioranza: se ci sono dei lavoratori che si spaccano la schiena dalla mattina alla sera e poi arrivano a fine mese e non hanno di che fare la spesa, non puoi farne una questione ideologica. Questi sono lavoratori che vengono sfruttati, prendono buste paga da fame da due a cinque euro lordi l’ora. Quindi introduciamo una soglia minima legale di salario che esiste negli altri paesi europei. Questa è una battaglia comune“, ha concluso l’Avvocato del popolo a cui, dicevamo, ha fatto da eco anche la segretaria dem.

Ci sono sacche di lavoratori poveri che il governo non vede e ha smantellando l’unico sostegno al reddito – ha detto Schlein -. Un salario minimo è fondamentale e sono felice che stiamo lavorando con tutte le opposizioni per una proposta unitaria per contrastare un governo che sta aumentando la precarietà“.

Più o meno dello stesso avviso è anche l’ex ministro dello Sviluppo economico che, in un tweet, ha detto che questo è “un provvedimento equilibrato che riprende i punti fondamentali della proposta depositata dal terzo polo“.

Perché da Italia Viva si sono sfilati per la proposta di legge sulla retribuzione minima a 9 euro all’ora

Matteo Renzi, numero uno di Italia Viva – Nanopress.it

I suoi ex alleati di Italia Viva, però, non la pensano alla stessa maniera. Con un’altra nota dal partito di Renzi hanno, infatti, fatto sapere qual è il motivo per il quale loro sono l’unico schieramento che siede tra i banchi delle opposizioni a non aver firmato l’intesa sul salario minimo.

Innanzitutto la presenza di Fratoianni, Conte e Schlein nell’intesa, che sono da considerare alla stessa maniera di Giorgia Meloni o Matteo Salvini per quanto riguarda i temi della giustizia o del fisco, ma anche e soprattutto perché il fatto di essere all’opposizione del governo non significa essere in una coalizione alternativa. Nel merito, poi, da Italia Viva, alle politiche del 25 settembre, era stato proposto “un testo diverso da quello delCampoLargo e dunque in coerenza con il mandato elettorale. Italia Viva proporrà degli emendamenti al testo, votando a favore dei punti su cui è d’accordo. Italia Viva si comporterà allo stesso modo sui prossimi disegni di legge su giustizia, su infrastrutture, su sanità“. Il partito dell’ex premier fiorentino ha concluso dicendo che votano e voteranno “le leggi che ci convincono ma restiamo all’opposizione di Meloni e distanti dalle posizioni sul lavoro di Fratoianni Conte e Schlein“.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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